Centrali Biogas: energia verde o pericolo per l’ambiente?
Tante le incognite da chiarire: quali i processi di raffinazione adottati? Ostra e Ripe in "agitazione"
Continua lo stato di agitazione nei comuni di Ripe ed Ostra riguardo l’installazione di una centrale Biogas realizzata dalla ditta EN – ERGON S.r.l. nella zona industriale Zipa. Nonostante l’iter burocratico sia avviato da qualche anno, gran parte della popolazione delle frazioni limitrofe era pressoché all’oscuro del progetto.
La notizia è giunta alle orecchie dei più solo dopo l’assemblea pubblica svoltasi il 2 febbraio nelle stanze comunali di Ostra, organizzata dalle ditte insediate nell’area dove dovrebbe avere sede l’impianto e non dalle amministrazioni comunali o dagli enti provinciali predisposti. Gli abitanti della zona, dopo l’ufficializzazione della notizia, hanno costituito un comitato e si sono mobilitati per raccogliere le adesioni necessarie per presentare un ricorso al Tar. A ruota di questa iniziativa, lo stesso comune di Ostra ha predisposto un ricorso straordinario al Presidente della Repubblica avverso l’Autorizzazione Unica.
L’opinione pubblica è divisa tra coloro che vedono negli impianti a biogas una possibile fonte energetica per l’immediato futuro e una valida alternativa ai carbonfossili, mentre altri ne vedono solo un’operazione commerciale (legata agli incentivi europei) a beneficio di pochi che potrebbe mettere a repentaglio la salute di molti.
Nonostante questo, lo spettro della centrale biogas sembra essere sempre più concreto ed i comuni interessati cercano informazioni adeguate per conoscere quali siano i pericoli reali che una struttura del genere comporterebbe. Durante l’assemblea del 2 febbraio il legale della EN – ERGON S.r.l., Michele Russotto, ha illustrato il funzionamento dell’apparato, non chiarendo però alcuni dei punti fondamentali come la presenza o meno dei processi di raffinazione del biometano prodotto.
La struttura che dovrebbe sorgere a Casine di Ostra è una centrale a biogas di tipo anaerobico, vale a dire un impianto per la produzione di energia elettrica e termica mediante digestione anaerobica che sfrutta la decomposizione dei rifiuti organici. Per digestione anaerobica si intende la degradazione della sostanza organica da parte di microrganismi in condizioni di anaerobiosi (ovvero i cicli metabolici di questi batteri avvengono senza la presenza di ossigeno). La digestione anaerobica è suddivisibile in quattro stadi (Idrolisi, Acidogenesi, Acetogenesi e Metanogenesi) tramite i quali si arriva alla produzione di biogas. Il gas naturale prodotto andrà ad alimentare turbine che produrranno energia elettrica o calore.
Il biogas prodotto è ‘grezzo’ e nelle strutture di stampo europeo viene ‘lavato‘ tramite appositi passaggi che riducono l’emissione nell’aria di sostanze pesanti come CO2, NOx , HCL , HF PM, che, essendo più pesanti dell’aria, si propagheranno per una zona molto più vasta di quella circostante l’impianto o i comuni di Ostra e Ripe.
Esistono diversi processi che permettono la raffinazione del biogas prodotto; i più impiegati sono: lavaggio con acqua, con solventi, con ammine o membrane.
Prendiamo in considerazione alcune delle sostanze sopracitate per cercare di far luce su cosa verrebbe immesso nell’ambiente se non venissero apportati i dovuti accorgimenti.
Il NOx indica collettivamente tutti gli ossidi di azoto e le loro miscele; considerati sostanze inquinanti dell’atmosfera, si ritiene che aggravino le condizioni dei malati di asma. Alcuni di essi, in presenza di radiazione solare, possono reagire con l’ossigeno formando ozono e altri composti del cosiddetto smog fotochimico, se in presenza anche di idrocarburi incombusti (HC). Il triossido ed il pentossido di diazoto sono solubili in acqua e con l’umidità atmosferica possono formare acido nitroso e acido nitrico, entrambi presenti nelle cosiddette “piogge acide“.
HCL, ovvero acido cloridrico, un acido minerale forte che si ionizza completamente in soluzione acquosa. L’acido cloridrico è uno dei liquidi più corrosivi esistenti; si presenta gassoso a temperatura ambiente, incolore, dall’odore e dall’azione irritante. L’acido cloridrico, oltre ad essere abbastanza corrosivo se concentrato, è molto solubile in acqua con reazione esotermica; in forma concentrata può causare gravi ustioni per contatto con la pelle, specie se quest’ultima presenta lesioni. Questa sostanza ad elevate concentrazioni forma dei vapori acidi. Sia la soluzione che i vapori hanno effetti fortemente corrosivi sui tessuti, possono danneggiare l’apparato respiratorio, gli occhi, la pelle e l’apparato digerente. Nell’ambito della Toxics Release Inventory (TRI), è stato stimato che negli Stati Uniti il rilascio totale (in aria, nell’acqua, nel sottosuolo, ecc.) di acido cloridrico ammonti a più di 270 milioni di chilogrammi all’anno. Sempre secondo la stessa fonte, la maggior parte dell’acido cloridrico rilasciato (circa l’88,5%) riguarda i servizi elettrici.
Allegati
Per saperne di più è consultabile online una relazione a cura del Politecnico di Milano:
Tecnologie e sistemi di conversione del biogas in biometano
Qui se ne parla diffusamente:
www.linkenergy.eu/index.php/biogas
Nell'uno o nell'altro caso, alla fine dell'iter valutativo, l'Ente pubblica il progetto con la motivazione dell'esito su una apposita sezione del sito web.E' questa la norma ed è questa la procedura utilizzata in tutta l'Europa "che conta". Invece sul sito della Regione Marche alla sezione A.I.A. non c'è traccia di questo progetto.
Inoltre in tutta l'Europa "che conta" una infrastruttura di questa tipo ( che non è un semplice fornelletto a legna) inserita nel territorio , sia essa proposta dal pubblico sia dal privato, viene prima presentata,spiegata e discussa con la popolazione che vive attorno . E' la mancanza di questi processi inclusivi che preoccupano maggiormente i cittadini . E poi è difficile buttarla sugli allarmismi quando si sono usati tanti minimalismi.
Mi permetto di fare un plauso al giornale: anche se non condivido al 100% il contenuto dell’articolo, riguardo questa vicenda non c’è traccia o quasi in alcun quotidiano della zona né cartaceo né online. E state pur tranquilli che l’allarmismo non è prodotto dalle domande (lecite) ma dalla completa mancanza di informazione che gli enti non hanno voluto fornire a tempo dovuto. Per quanto riguarda la ditta in questione (che a mio avviso non aveva nessun obbligo di informazione) si sono lavati la coscienza dicendo “abbiamo fatto pubblicare un articolo nel 2010 in cui informavamo la cittadinanza tutta…” … un po’ pochino, no? E poi, era scritto di vostro pugno o era scritto con piglio magari un po’ più critico da terzi?
L’invito finale che faccio ai vari Kenny, all’ostrense a favore e tutti gli altri, è di avere il coraggio delle proprie idee, di firmarsi e magari metterci anche loro la faccia. Chi scrive l’articolo (a ragione o torno) ci mette nome, cognome e foto. Un po’ facile dire tutto e il contrario di tutto nascondendosi dietro un nomignolo vi pare?
Ora, un imprenditore vuole iniziare una attività (cosa rarissima di questi tempi) per la produzione di energia da fonti alternative e cosa succede il finimondo. Ma questo è un paese normale? Tanto per essere chiaro lavoro a 100 metri dal sito in questione. Non voglio entrare nel merito di come la petizione per il ricorso al TAR è circolata nelle aziende limitrofe.....tengo famiglia. Ma il G.I.O cosa ne pensa? Nella Zipa quali attività sono benvenute? Poi la posizione delle amministrazioni comunali di Ostra e Ripe è a dir poco imbarazzante dopo aver fatto di tutto per la Zipa....Poi ci lamentiamo perchè nessuno investe da noi...Povera Italia.
Ma l'impresa (quella normale) compra la materia prima, la trasforma e la rivende al prezzo di mercato, in concorrenza con altre imprese. Questo tipo d'impresa invece, si fa portare la materia prima spendendo 0 euro, la mette nel "digestore" e produce l'energia che, indipendentemente dalla concorrenza, venderà al prezzo 4 volte superiore a quello di mercato. E la differenza naturalmente la paghiamo noi. Allora, visto che dobbiamo comunque pagare noi, non sarebbe più semplice dare lo stipendio agli operai della ditta e non fargli fare nulla? Almeno non ci sarebbero problemi di inquinamento, trasporti e quant'altro.
E a tutti gli "scenziati" che ho letto qui sopra vorrei fare una domanda: mi sembra di aver capito che sarà utilizzata la cogenerazione o la trigenerazione. Visto che siete esperti come date a vedere, saprete che questo sistema si sfrutta al meglio producendo sia corrente elettrica che energia termica (acqua calda, per intenderci). Qui invece, si può solo sfruttare l'energia elettrica. E allora, se un impresa, come dite voi vuole investire in questo settore, come mai non è interessata a sfruttare al meglio, anche economicamente, l'investimento?
Basta questa risposta per smontare tutto il castello dei favorevoli!!!.. Aprite gli occhi che vi fregano le anche le muntande e vi potreste trovare favorevoli!!!
In questo caso sembrerebbe la VIA ci sia già e pertanto , l'impianto non rientra in tale legge.
Quello che sorprende è comunque il comportamento dei Comuni che in questo caso non hanno fatto fronte comune ( perchè mai?), anzi si registra chi parte per il ricorso al Tar ( tardi e forse fuori tempo massimo) come Ostra e chi, come Ripe,se ne sta ben acquattato come che la cosa non lo riguardasse punto,
Qui invece a fronte di una svalutazione collettiva degli investimenti di decine di aziende c'è un unico beneficiario....che poi a esser onesti il problema è che come tutte le cose se la centrale la fai bene funziona e non inquina, mentre se la fai all'italiana può succedere di tutto...
Rispetto e accetto le opinioni di tutti soprattutto di chi si firma, e ritengo prezioso ogni apporto costruttivo volto alla comprensione di un problema che per alcuni è piombato come un fulmine a ciel sereno nel proprio orticello.
Non mi voglio dilungare sulla mancata comunicazione, o su aspetti tecnici di difficile soluzione, quello che accade è evidente:
una popolazione divisa in più parti con opinioni contrastanti derivanti dalla mancata conoscenza della questione (non ho detto problema).
Tutto questo è frutto di un errore alla fonte, la LEGGE REGIONALE che ha "semplificato" la nascita di questi impianti spostando al bar del paese l'analisi dell'impatto ambientale (VIA) di un impianto che non si capisce bene a cosa e a chi serve .
Tutto questo dividendoci e facendo alzare i toni della discussione senza la modestia di metterci in discussione, con la presunzione e ancor peggio con il pregiudizio.
Una buona amministrazione non spaventa la cittadinanza con un provvedimento impugato dal CONSIGLIO DEI MINISTRI ALLA CONSULTA, costringendo i SINDACI al RICORSO STRAORDINARIO AL CAPO DELLO STATO E I CITTADINI AL TAR.
Quindi, parlando di questo articolo, posso solo dire che si basa su dati oggettivi, e se qualcuno soggettivamente pensa sia di parte,magari è vero, parliamone ,magari è un buon progetto,magari è migliorabile, possibile che solo alcuni lo hanno capito? A me è parso di vedere nella delibera n38 del COMUNE DI OSTRA solo 3 persone a favore del progetto.!!!
Ora oggettivamente, l'articolo non è critico,ironico ,sarcastico , è costruttivo cerca di smitizzare le paure i timori e ha innescato un dialogo ,magari sterile,ma per cortesia PREGIUDIZZI NO!!!Vorrei avere ancora la illusione di essere in un paese DEMOCRATICO.
CIAO GRAZIE.BD
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