Il secondo film della rassegna dedicata a François Truffaut in programma per martedì 12 febbraio è “Adele H.” (96′, 1975). La nostra socia Luisa Riccitelli, che ringraziamo, ce lo ha voluto presentare così su Facebook:

“Adèle Hugo porta il nome della madre ed il cognome del padre. E’ come se la sua nascita l’avesse da subito confinata fra due parentesi, quelle dentro le quali i suoi genitori l’asfissiavano.

Aveva grandi ambizioni, e per una donna ai tempi, non era così semplice, soprattutto se era cresciuta all’ombra di un vecchio immenso come Hugo.

Il film nasce dall’adattamento dei voluminosi diari (crittografati) che Adèle scrive in modo compulsivo.

Come De André con la sua Marinella, Truffaut ha pensatobene di cambiarle la vita, visto che non poteva ridargliene una nuova. Come?
Dandole voce in un film che riduce il padre a lettera siglata, a cognome impronunciabile.

La sola volta che lo cita, sarà scrivendolo sulla polvere di uno specchio, ma lo cancellerà subito dopo.

La sua grande illusione, era quella di scappare dalla condizione di figlia a quella di moglie. Non ha capito che cambiare cognome non le sarebbe servito ad emanciparsi, soprattutto perché si è scelta un uomo banale.

E’ tipico di donne come lei sbagliare mira. E’ impazzita alla fine, ed è morta nell’ombra di un istituto, che è un po’ come ha vissuto.

Non si può non amare Adèle, interpretata da Isabelle Adjani, un volto puro, assoluto, drammatico. Idisegni iniziali nel film sono stati realizzati da Victor Hugo che, fra le tante cose (poeta, romanziere, autore di opere, teatrali, saggista, politicoed intellettuale) è stato anche un eccellente artista, in senso tradizionale.”

Piccola Fenice, ore 21,15.