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Tanto pubblico a Senigallia per ascoltare la storia di Yvan Sagnet

Domenica 27 gennaio lo scrittore ha presentato il suo libro dedicato allo sciopero dei braccianti stranieri

Cuochi Ancona
Yvan Sagnet a palazzo del Duca a Senigallia

Ama il tuo sogno. Vita e rivolta nella terra dell’oro rosso” è con questo titolo che domenica 27 gennaio 2013 Yvan Sagnet ha presentato il suo libro a Senigallia. Un’iniziativa promossa dalla Consulta del Volontariato e dal Comune di Senigallia.


Dinanzi a una folta platea Yvan ha raccontato la sua storia: giunto nel 2007 in Italia dal Camerun per iscriversi ad ingegneria al Politecnico di Torino perde, per un solo esame non sostenuto, il diritto alla borsa di studio e all’alloggio presso la Casa dello Studente. Decide quindi di andare a lavorare come bracciante stagionale nelle coltivazioni di pomodoro a Nardò. E’ proprio qui che Sagnet scopre un’Italia diversa, lontana dal suo immaginario e dal suo “sogno italiano” costruito intorno al calcio e alla cultura italiana.

Qui la realtà che lo attende è simile ad un incubo, si incarna nella parola “caporalato” e si scontra con il sistema dello sfruttamento. Cosi come Yvan ha detto, è stata proprio l’esperienza di Nardò a fargli conoscere l’Africa proletaria: “Mentre nel suo  Paese la dignità è sacra, a tutti livelli della scala sociale, il sistema dei campi di lavoro in Italia è appositamente studiato per togliere ai braccianti anche l’ultimo scampolo di umanità”.

Ma Yvan, insieme ai suoi compagni, ha trovato la forza di ribellarsi e di guidare il primo sciopero autorganizzato di braccianti stranieri in Italia contro il caporalato. Uno sciopero per rivendicare i diritti dei lavoratori e per denunciare il sistema di sfruttamento basato sul sodalizio criminale tra caporali e datori di lavoro locali. E’ stato a seguito di questo sciopero e delle successive indagini  che è stato istituito in Italia il reato di caporalato, rendendo illecita una pratica esistente da oltre un Secolo.

Questo libro denuncia come, a distanza di più di mezzo secolo, le cose non sono poi tanto cambiate. I braccianti descritti da Levi o Silone oggi son tunisini, sudanesi, ghanesi, marocchini e senza permesso di soggiorno. La giornata di un bracciante africano è drammaticamente simile a quella di un lavoratore dei tempi di Di Vittorio, come se nulla fosse cambiato da allora.
Yvan continua a battersi per un’Italia migliore e sta girando per il nostro Paese allo scopo di far conoscere la sua storia e di diffondere la cultura della legalità. E’ un giovane che ci insegna come la lotta per i diritti deve partire dal basso e come questa lotta non deve essere quella di una sola categoria ma di un intero Paese per la legalità. E’ necessario quindi il coinvolgimento di tutte le forze sociali, politiche e istituzionali partendo in primis dall’educazione dei giovani e dalle scuole. Un invito quindi a leggere questo libro rivolto soprattutto ai giovani che saranno i nuovi cittadini italiani.

Yvan ha infatti insistito sul valore dell’educazione come strumento più efficace per attuare una rivoluzione culturale e un risveglio delle coscienze nel nostro Paese.

Infine si è complimentato con l’Amministrazione Comunale di Senigallia e con le Associazioni di volontariato presenti sul territorio per l’impegno sulle tematiche dell’integrazione e con i cittadini tutti per l’accoglienza dimostrata nei confronti degli “stranieri”.

 

da Consulta del Volontariato Senigallia

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