Paradisi: “Certificato il ‘diritto’ di sindaco e maggioranza a violare lo Statuto”
"Un consiglio comunale senza 'moralità': tre consiglieri eletti nel Pdl sono pronti a tradire gli elettori"
La maggioranza consiliare ha fatto quadrato intorno a quello che è apparso, in una visione degenerata della politica, il “diritto” del potere amministrativo a violare lo Statuto comunale e le norme sugli enti locali (parlo dello spudorato incarico remunerato fatto avere, senza bando pubblico, all’ex capogruppo del Pd in consiglio) e a favorire un soggetto a danno di un altro per “motivi politici” (come ha scritto nel Tar in una sentenza di condanna contro il Comune di Senigallia) nell’ambito di una gara pubblica che avrebbe dovuto essere trasparente e imparziale.
E così, in una seduta surreale del Consiglio comunale in cui il sindaco ha dato il peggio di sé inscenando un teatrino della politica e parlando per 15 minuti senza dire nulla (con la complicità del presidente Monachesi che, violando come solito fare il regolamento, ha consentito al sindaco di intervenire a dibattito chiuso concedendogli, anziché i tre minuti concessi per la sola dichiarazione di voto, ben 15 minuti di comizio), la maggioranza ha respinto l’ordine del giorno in cui il sottoscritto invitava la Giunta a rassegnare le dimissioni per lo scoppio della questione morale.
Incredibili le motivazioni addotte dai consiglieri-soldatini della maggioranza. Nel primo caso (l’appalto al proprio capogruppo), si è detto che il sindaco non ne sapeva nulla e che comunque non c’è nulla di male se viola lo Statuto del Comune (bontà loro). Nel secondo caso, il sindaco, creando imbarazzo anche ad alcuni dei suoi, ha rivendicato con orgoglio (è agli atti con tanto di registrazione) l’aver cercato di impedire ad un “privato” di aggiudicarsi la gara pubblica.
Vi è da rimanere sbigottiti e impauriti da questo modo di fare politica. Ciliegina sulla torta: parte dell’opposizione (se il termine può ancora essere utilizzato per certi consiglieri) si è rifiutata di sfiduciare Mangialardi. Parlo dei consiglieri Cicconi Massi, Cameruccio e Perini, tutti eletti nel Pdl. I quali, non avendo il coraggio di spiegare ai propri elettori che stanno lavorando per entrare in un futuro non molto lontano in maggioranza, hanno preferito per ora dissociarsi dal resto dell’opposizione lanciando un segnale molto preciso al Partito Democratico. Quale delle due “degenerazioni” sia peggiore, lo valuteranno i cittadini.
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