Spese veterinarie nel redditometro: Silvana Amati fortemente contraria
La senatrice di Senigallia: "Non è questo il modo per scoprire l'evasione. Sono con gli animalisti"
![Cani](https://www.senigallianotizie.it/articoli/2012/08/20120808-cani-abbandonati.jpeg?badd6b)
Condivido l’allarme sollevato dalle associazioni animaliste contro la proposta di inserire le spese veterinarie nel redditometro, nell’illusione di far così emergere l’evasione fiscale. Non è questo il modo.
Già in un articolo del novembre 2011 polemizzavo contro la politica-spettacolo dell’allora Governo Berlusconi a fronte della decisione dell’Agenzia delle Entrate di inserire appunto le spese veterinarie nel redditometro. Scrivevo allora che “è sbagliato considerare gli animali generi di lusso”, con le spese veterinarie e per i generi alimentari tassati addirittura al 21%; quando le cure veterinarie sono un obbligo di legge sia per gli animali domestici sia per quelli di allevamento, ma non possono divenire un onere insostenibile per i privati e per le imprese agricole. Tanto più poi che un animale è spesso l’unico conforto proprio delle persone più deboli, sole e meno abbienti.
Si tratta di un problema culturale e di civiltà, prima ancora che politico. Gli animali non sono meri “oggetti di utilità” per il lavoro dei campi o passatempo per ricchi, ma soggetti senzienti, capaci di reagire in modo complesso fra di loro e con gli esseri umani. Non cose da inserire nel redditometro e da sottoporre a esose tassazioni, che non hanno riscontro in Europa.
La lotta all’evasione è una priorità del programma di governo del centro-sinistra, ma è altresì parte di un progetto culturale e civile alternativo alla destra di cui il rispetto e la tutela degli animali è elemento qualificante.
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