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Liverani: “Sanità carente a Senigallia, e la politica dorme!”

Il segretario di MSFT: "E' anche un diritto per il cittadino non subire l'inefficienza"

Marcello Liverani

Hai 70 anni, sei già stato operato al cuore, hai ancora delle serie problematiche e hai bisogno di fare un Ecodoppler? Nessun problema, lo prenoti oggi e lo potrai fare “tranquillamente” nel 2014 nella struttura ospedaliera di Senigallia! Sempre che il Padreterno te ne lasci la possibilità…

Questa è la situazione dell’ospedale di Senigallia!

Fosse solo questa la disfunzione, al limite si potrebbe anche stare zitti, ma questa è la punta dell’iceberg dell’inefficienza della Sanità locale che, purtroppo, annovera tante altre carenze. Il sistema sanitario attuale non offre tutte le garanzie che invece dovrebbe offrire, e come al solito i disservizi ricadono sul cittadino che, pur pagando un servizio, di fatto o non lo ha o lo ha in percentuali più che basse.

Posti ancora vacanti, primari non ancora sostituiti nei reparti di Medicina, Radiologia e Laboratorio delle Analisi, primari promessi e mai arrivati, quindi medici in numero inferiore per servire i cittadini. E prossimamente se ne andranno anche altri in quanto prossimi alla pensione i dirigenti dei reparti di Cardiologia, Otorino e Fisiatria, e come è un diritto per loro la pensione, è anche un diritto per il cittadino non subire l’inefficienza di chi invece dovrebbe lavorare per mettere le cose in ordine.

Questi sono i fatti, non parole, nessuno fa niente, l’Asur Regionale a parole promette e poi non fa nulla lasciando tutto in sospeso, i politici locali concertano riunioni e tavoli, discutono facendo anche finta di inquietarsi, ma di fatto la situazione è sempre questa e la Sanità a Senigallia è nel dimenticatoio.

Se non erro dovremmo anche avere un Assessore competente in materia che risponde al nome del Dott. Fabrizio Volpini, medico decisamente bravo e professionale da quanto mi risulta, ma uomo politico di poco spessore vista la situazione che si protrae ormai da troppo tempo. Non mi sembra di aver letto da qualche parte una sua presa di posizione, qualche articolo, qualche lettera bella dura mandata ai vertici dell’ASUR Regionale. Se mi sbaglio correggetemi pure.

In forma tiepida, diverso tempo fa, qualche cosina si era detta, ma adesso la politica locale ha completamente accantonato il tutto, o almeno non da segni di vita e di lotta per sistemare le carenze esistenti. Caro Assessore Volpini, vogliamo farla la voce grossa in Regione e all’Asur Regionale o vogliamo continuare a subire supinamente l’immobilismo della politica e dei politici che molto probabilmente non hanno grossi “interessi” in questo caso per sistemare le cose? Anche questo è colpa della crisi? La recessione ha colpito anche le nomine?

Se l’Assessore Volpini non “perde” un pochino del suo tempo a “sbattere” i pugni sul tavolo con un po’ di autorevolezza, inquietandosi quel tanto che basta per far capire che i cittadini di Senigallia non sono di serie “B”, con chi di dovere, magari supportato dal nostro primo cittadino, tutti i disservizi sempre sui senigalliesi continueranno a ricadere, e molto probabilmente qualcuno potrebbe correre il rischio di non riuscire ad arrivare al 2014 per fare un Ecodoppler. Al Sindaco vorrei ricordare che il tanto decantato “virtuosismo” di Senigallia, passa anche per queste problematiche.

Egregio Dott. Volpini, a titolo informativo, Lei cosa ha risposto, se ha risposto, ai vertici dell’Asur Regionale quando hanno espressamente dichiarato che: “Non è mica detto che i reparti di Radiologia di Jesi e Senigallia debbano per forza avere entrambi un dirigente”? Ci vogliamo giocare il Dirigente con Jesi “a briscola” o vogliamo farci rispettare perché Senigallia non è seconda a nessuno? Mi dica Lei Assessore. Nel caso optasse per la “briscola” Le consiglio di trovare almeno un valido giocatore in modo da avere qualche chances in più.

Come sempre i cittadini vorrebbero risposte certe, sicure e non gradirebbero essere considerati l’ultima ruota del carro, cosa che questa politica e questi politici fanno sempre. Solo quando gli si chiede il voto ci si ricorda di loro? Troppo comodo così. Il cittadino si è stufato di vedersi calpestare i propri diritti, si è stufato di vedere che gli è stata scippata la Sovranità Popolare, quella Sovranità che invece noi della Fiamma Tricolore continuiamo a difendere come diritto e principio, e lo faremo sempre, senza interruzioni di sorta, perché per noi e per il sottoscritto, prima della “poltrona”, prima degli “interessi” e prima  del “Dio denaro”, viene il cittadino! Elemento primario e portante del nostro Paese!

Parafrasando si potrebbe dire che “il politico passa e il cittadino resta”, ma qui la realtà è diversa, i cittadini “trapassano” e i politici sono sempre li stessi!

Commenti
Ci sono 11 commenti
Francesca 2012-12-01 15:19:11
Signor Liverani, i primi dovremmo esser noi a cercar di migliorare l’inefficienza della Sanità locale, iniziando a disdire esami che, non avendone più bisogno , lasciamo stare la prenotazione. vedrà come si accorcerebbero le attese. io farei pagare i ticket ugualmente a chi non si presenta.facile attaccar sempre tutti e non far niente per cambiar qualcosa .
Anita 2012-12-01 15:55:36
Oltre i medici scarseggiano anche gli infermieri, cosa ancora più grave, dato che è l'Infermiere responsabile dell'assistenza generale del paziente, presente 24 ore su 24 in Ospedale. Sprecano i soldi per dei corsi inutili come la terza S dell'OSS e non riescono a garantire i cosiddetti LEA (livelle essenziali si assistenza)!!! L'ASUR preferisce penalizzare il paziente utilizzando i soldi stanziati dalla Regione in modo inappropriato!!!
Claudia 2012-12-01 16:16:35
In risposta alla signora Francesca, si è mai chiesta perchè molte persone non si presentano a fare l'esame? Forse perchè le lista di attesa sono lunghissime e chi ha veramente bisogno non ha tempo di aspettare. Secondo lei la soluzione sarebbe disdire l'esame???
Francesca 2012-12-01 18:24:44
sì perchè il non disdire è una delle tante cause del prolungamento delle attese ..... se no signora Claudia lei che soluzione avrebbe ?
Sergio 2012-12-01 18:37:30
Cioè il problema della lunga lista di attesa è dovuto a chi non cancella la prenotazione se l'esame lo fa altrove? Ma stiamo scherzando? Adesso secondo la signora Francesca la colpa è del cittadino che se cancellasse la prenotazione non ci sarebbe più la fila. Molto semplicistico questo discorso, non è che la signora Francesca è in qualche modo parte in causa della vicenda?
Marina 2012-12-01 18:41:41
Le soluzioni si possono sempre trovare quando c'è veramente l'intenzione di risolvere i disservizi. Incominciamo a mettere più medici operativi, perchè da lì nasce il problema, più personale, e facciamolo lavorare bene senza farlo sentire un numero. Mettiamo altri macchinari anche e allora le file caleranno, altro che le disdette della sig.ra Francesca.
Claudia 2012-12-01 21:35:55
Efficenza, rispetto ed educazione. Semplici parole che sintetizzano ciò che ogni cittadino (noi) dovrebbe avere sempre a mente.
Educazione: il malato o il cittadino che voglia controllarsi hanno la facoltà di prenotare ma il dovere di disdire per impedire "vuoti" lavorativi e quindi una perdita economica (per l'azienda sanitaria) e un disservizio per l'utenza.
Rispetto: Chi lavora è remunerato e deve rispettare i pazienti e gli utenti devono rispettare chi lavora anche in condizioni attualmente difficili (carenze di personale, precarietà, etc).
Efficienza: Come ogni azienda, i macchinari hanno un costo anche se non lavorano, quindi sarebbe opportuno proporre turni di lavoro (compatibilmente con la forza lavoro presente) in modo da impiegare i macchiari anche 12 ore consecutive al giorno.
O. Manni
Paul Manoni 2012-12-02 08:15:12
Il pre­si­den­te del con­si­glio Mario Monti ha par­la­to re­cen­te­men­te di in­so­ste­ni­bi­li­tà del Si­ste­ma sa­ni­ta­rio na­zio­na­le per i bi­lan­ci pub­bli­ci. E ha pro­spet­ta­to per il futuro l’in­di­vi­dua­zio­ne di “mo­del­li in­no­va­ti­vi di fi­nan­zia­men­to e or­ga­niz­za­zio­ne dei ser­vi­zi e delle pre­sta­zio­ni sa­ni­ta­rie”. Di­vam­pa­te le po­le­mi­che, so­prat­tut­to da parte di sin­da­ca­ti e ope­ra­to­ri del set­to­re, ha cor­ret­to il tiro. Monti ci ha tenuto ad as­si­cu­ra­re che non in­ten­de sman­tel­la­re la sanità pub­bli­ca con le pri­va­tiz­za­zio­ni, perché questa è “ga­ran­zia ef­fet­ti­va del­l’u­gua­glian­za dei cit­ta­di­ni”. Ma tra le pro­te­ste di par­ti­ti e sin­da­ca­ti non ci ri­sul­ta alcuno che abbia ri­cor­da­to quanto, nella sanità, sia per­va­si­vo il si­ste­ma della sus­si­dia­rie­tà malata orien­ta­ta in senso cat­to­li­co. Nes­su­no si è sof­fer­ma­to sulle norme me­die­va­li che pre­ve­do­no la pre­sen­za di as­si­sten­ti re­li­gio­si cat­to­li­ci pagati dalle Azien­de sa­ni­ta­rie locali, con luoghi di culto, uffici, ap­par­ta­men­ti a loro di­spo­si­zio­ne. Lo fac­cia­mo noi, perché si tratta di una spesa con­si­sten­te so­prat­tut­to in un mo­men­to di crisi e nel quale si chie­do­no grossi sa­cri­fi­ci ai cit­ta­di­ni. In tutta Italia ospe­da­li e Asl as­su­mo­no di­ret­ta­men­te sa­cer­do­ti o sti­pu­la­no con­ven­zio­ni con le dio­ce­si, per ga­ran­tir­si la pre­sen­za di preti in corsia. Oltre ai casi di in­va­den­za cle­ri­ca­le che ci ven­go­no se­gna­la­ti negli ospe­da­li, so­prat­tut­to verso per­so­ne am­ma­la­te e in dif­fi­col­tà, è im­por­tan­te anche la que­stio­ne dei costi. È emerso che in Emilia Ro­ma­gna e To­sca­na per il solo 2010 si sono spesi — ri­spet­ti­va­men­te — più di due mi­lio­ni di euro. Poco meno per il Veneto. Solo per la pro­vin­cia di Trento si parla di almeno 300­mi­la euro. In Puglia, dal­l’a­pri­le del 2006 alla fine del 2008, la Re­gio­ne ha sbor­sa­to 73mila euro a testa per due sa­cer­do­ti. Si stima che per i sa­cer­do­ti as­si­sten­ti spi­ri­tua­li le azien­de sa­ni­ta­rie spen­da­no in media ogni anno circa 3 mi­lio­ni di euro per la Lom­bar­dia, 7,5 mi­lio­ni per la Si­ci­lia e 5 mi­lio­ni per il Lazio. Sulla base di intese tra ve­sco­vi locali e re­gio­ni, viene ga­ran­ti­to un tot di preti per un certo numero di posti letto, senza con­si­de­ra­re le ef­fet­ti­ve esi­gen­ze dei de­gen­ti. L’in­ci­den­za totale sulle casse pub­bli­che è sti­ma­ta dal­la mia as­so­cia­zio­ne (UAAR) in almeno 27 mi­lio­ni di euro. A carico del SSN e delle ASL ri­ca­do­no anche le spese di man­te­ni­men­to di cap­pel­le, sa­cre­stie e uffici. È opportuno far notare che i religiosi cattolici in giro per gli ospedali non fanno volontariato gratuito, ma sono dipendenti pubblici stipendiati con fondi pubblici. E lo sperpero prosegue anche nei nuovi ospedali. Tra gli ultimi casi c’è quello di Cona (provincia di Ferrara) dove l’UAAR è stata invitata assieme a sedici confessioni religiose di minoranza a gestire a proprie spese una “sala del conforto”. Nome e regolamento sono in corso di definizione e sorprende positivamente l’intenzione di non discriminare i non cattolici e l’ascolto di organizzazioni che li rappresentano. Ma la Chiesa cattolica rimane largamente privilegiata e sussidiata: la cappella costruita a fianco della sala laica è enorme e i due spazi sono separati dall’appartamento del ministro di culto cattolico. Il quale con tutta probabilità percepisce lo stipendio da infermiere. E questo è solo un piccolo caso indicativo, tra tantissimi altri. Il tema dei costi af­fron­ta­ti per gli as­si­sten­ti spi­ri­tua­li si lega a quello dei fondi pub­bli­ci di­rot­ta­ti verso la sanità cat­to­li­ca. Un altro dre­nag­gio di denaro che rende ancor meno so­ste­ni­bi­li i costi di quella pub­bli­ca: no­no­stan­te questa ri­man­ga la reale ga­ran­zia — come ri­co­no­sciu­to anche da Monti — per i pieni di­rit­ti del cit­ta­di­no. E anche a ga­ran­zia di lai­ci­tà, anche al netto delle stor­tu­re esi­sten­ti pure nel pub­bli­co (come la pre­sen­za mas­sic­cia di medici obiet­to­ri). Basti pen­sa­re ad esem­pio alla pos­si­bi­li­tà di ac­ce­de­re alla con­trac­ce­zio­ne d’e­mer­gen­za, al­l’in­ter­ru­zio­ne della gra­vi­dan­za, alla dia­gno­si pre­im­pian­to per gli em­brio­ni (che, seb­be­ne vie­ta­ta dalla legge 40, è stata in se­gui­to au­to­riz­za­ta da di­ver­si tri­bu­na­li), o anche alla pos­si­bi­li­tà di in­ter­rom­pe­re le cure e per te­ma­ti­che an­nes­se al fi­ne-vi­ta. Tutte cose che sa­reb­be ben dif­fi­ci­le ot­te­ne­re in strut­tu­re orien­ta­te re­li­gio­sa­men­te, perché in con­tra­sto con la dot­tri­na della Chiesa cat­to­li­ca. Ma lo Stato e gli enti locali pare pre­fe­ri­sca­no spen­de­re per mi­ni­stri e luoghi di culto o per la sanità pri­va­ta, piut­to­sto che per medici, per­so­na­le esper­to, in­fer­mie­ri e at­trez­za­tu­re nel pub­bli­co. Seb­be­ne ci siano degli spre­chi nella sanità e le mi­glio­rie siano au­spi­ca­bi­li, il di­scor­so è simile a quello fatto per le scuola scuola pub­bli­ca. Si stima prudenzialmente, che la quantità di denaro pubblico che finisce alle cliniche cattoliche, in almeno 167 milioni di euro l’anno. Ma Curzio Mal­te­se ha par­la­to di con­ven­zio­ni pub­bli­che che am­mon­ta­no ad una cifra com­ples­si­va di un mi­liar­do di euro. Un fiume di denaro che fa­vo­ri­sce il gi­gan­ti­smo e di­scu­ti­bi­li in­trec­ci con le isti­tu­zio­ni, nonché scan­da­li e man­can­za di tra­spa­ren­za. Tutto a danno dello Stato e dei cit­ta­di­ni. A di­mo­strar­lo casi come quello del San Raf­fae­le di Milano, crea­tu­ra di don Luigi Verzè e con forti ag­gan­ci con fac­cen­die­ri e lob­bi­sti ciel­li­ni, a ri­schio crac per un buco di un mi­liar­do di euro. No­no­stan­te i mu­ni­fi­ci con­tri­bu­ti ri­ce­vu­ti dalla Re­gio­ne Lom­bar­dia go­ver­na­ta da Ro­ber­to For­mi­go­ni, espo­nen­te di Co­mu­nio­ne e li­be­ra­zio­ne. Stanno ve­nen­do a galla, tra l’al­tro, le mo­da­li­tà poco tra­spa­ren­ti e la scar­si­tà di con­trol­li con cui per anni sono stati as­se­gna­ti i fondi al San Raf­fae­le. Un altro caso ri­le­van­te è quello del­l’I­sti­tu­to Der­mo­pa­ti­co del­l’Im­ma­co­la­ta a Roma, dove pro­prio in questi giorni il per­so­na­le sta pro­te­stan­do per un blocco degli sti­pen­di che si pro­trae da pa­rec­chi mesi. Il buco del­l’I­di è sti­ma­to in circa 800 mi­lio­ni di euro. Nel con­tem­po uno degli espo­nen­ti della con­gre­ga­zio­ne che ge­sti­sce il no­so­co­mio, padre Franco De­ca­mi­na­da, ri­sul­ta in­da­ga­to per ap­pro­pria­zio­ne in­de­bi­ta e si sa­reb­be se­gna­la­to per en­tra­tu­re e pres­sio­ni anche po­li­ti­che. Tanto da spin­ge­re a favore del­l’ex mi­ni­stro Fer­ruc­cio Fazio af­fin­ché ve­nis­se scelto come com­mis­sa­rio degli ospe­da­li in crisi. Ma la classe po­li­ti­ca non de­si­ste e le re­ga­lie a favore della sanità cat­to­li­ca con­ti­nua­no. Tra le ultime, basti ri­cor­da­re i 5 mi­lio­ni di euro elar­gi­ti da un’or­mai di­mis­sio­na­ria Renata Pol­ve­ri­ni a favore del­l’o­spe­da­le (ex­tra­ter­ri­to­ria­le e va­ti­ca­no) del Bambin Gesù a Roma. Il primo in­ter­ven­to per ren­de­re il SSN so­ste­ni­bi­le do­vreb­be essere quello di re­cu­pe­ra­re ri­sor­se eli­mi­nan­do anche una di­scri­mi­na­zio­ne sulla pelle dei pa­zien­ti: la­scia­re che gli as­si­sten­ti re­li­gio­si cat­to­li­ci fac­cia­no vo­lon­ta­ria­to al pari di altre or­ga­niz­za­zio­ni e senza corsie pre­fe­ren­zia­li, senza alcuno sti­pen­dio pub­bli­co e senza luoghi esclu­si­vi pagati dai con­tri­buen­ti. E quindi ri­dur­re i fondi che fi­ni­sco­no agli ospe­da­li cat­to­li­ci per dare una boc­ca­ta d’os­si­ge­no al si­ste­ma sa­ni­ta­rio pub­bli­co, visto che ne ha di­spe­ra­to bi­so­gno.
Max 2012-12-02 11:40:23
Facile facciamo pagare una multa a chi non si presenta all'esame senza esserci cancellato prima :)
Davide 2012-12-02 15:11:14
se non ci fossero code...chi andrebbe a pagamento??
Simone 2012-12-02 19:29:00
Queste cose accadono solo in Italia e sono la causa del sistema politico che abbiamo.
ATTENZIONE!
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