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Il dramma di un’Italia senza lavoro: una testimonianza

La denuncia di un giovane: "il mio datore di lavoro dovrebbe stabilizzare i precari, invece li licenzia"

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Comì di Cucina
Crisi economica e bisogno di aiuto

In un’Italia dove il lavoro è sempre meno, specie per i più giovani (il cui tasso di disoccupazione è ormai oltre il 30%), succede anche questo.


Cioè di operare per una società  – ItaliaLavoro – totalmente partecipata del ministero dell’Economia e delle Finanze, ed impegnata nel campo delle politiche del lavoro (compresa la stabilizzazione dei precari), che però proprio sui precari – i celebri Co.co.pro. – in gran parte si regge.

Collaboratori (ma in realtà dipendenti nei doveri, assai meno nei diritti), abituati a tirare avanti con la speranza che contratti di pochi mesi vengano di volta in volta riconfermati.

Tante speranze e poche certezze dunque, che qualche mese fa molti dei lavoratori di Italialavoro hanno perso, venendo licenziati.

Uno di loro, che preferisce rimanere anonimo, ha scritto a Senigallia Notizie per raccontare la sua vicenda, che è quella di tanti, nell’Italia degli anni duemila.

Ecco la sua lettera, che pubblichiamo integralmente:

Cara redazione, ricorda Italialavoro ? Essa è l’agenzia tecnica del Ministero del Lavoro. Questa, seppur del Ministero del Lavoro, si regge quasi esclusivamente sui “collaboratori”. Sui precari, insomma. Quelli che a parole si dice di voler disincentivare e, uno dei tanti paradossi di questa azienda, quelli per i quali Italialavoro attua uno dei suoi progetti più grossi e importanti, Welfare to Work, finalizzato proprio alla stabilizzazione dei lavoratori. Ecco, io vengo proprio da quel progetto. Lavoravo per cercare di stabilizzare lavoratori, mentre altri pensavano a come lasciarmi a terra. Si, perché a dicembre 2011, grazie a Monti e Fornero, in centinaia se non di più siamo stati abbandonati. Fino a quel momento, di contratto in contratto, si riusciva a lavorare. Scusate,”collaborare”. Da dicembre non più, e collaboratori anche storici sono rimasti fuori, senza alcuna prospettiva. Gente che magari nella sua follia aveva anche fatto un figlio, o comunque si era sposata (ad oggi, si contano più di 100 vertenze individuali da parte di Co.co. pro. che rivendicano i propri diritti). Ecco, il Ministero, ovverosia Italialavoro, ha invece messo in pericolo la nostra stessa sopravvivenza. In piena recessione, ci ha completamente abbandonato. Cara redazione, spero vogliate ospitare questa lettera. Spero facciate qualche articolo ogni tanto sull’argomento. Fate insomma in modo che nessuno si dimentichi di noi. Delle nostre vite, delle nostre esistenze in sopravvivenza. Quì, nell’angoscia del presente, altro che domani.
Ossequi, licenziato/abbandonato ItaliaLavoro

PS. Inoltre, per fare il nostro lavoro, come sede ad ognuno di noi veniva assegnato un Centro per l’Impiego. In questi anni tanti lavoratori di quei Centri sono andati in pensione e tantissimi ne andranno nei prossimi anni. I centri per l’Impiego che osservavamo noi, si stanno sguarnendo sempre più di personale e fra pochi anni non ci sarà quasi più nessuno a svolgere quel tipo di servizio. Nel frattempo, però, nessuno si sta preparando all’evenienza e, come sempre, parlare di un nostro ricollocamento, visto che conosciamo già l’ambiente e la materia, o comunque di riaprire in generale le assunzioni, sembra un’eresia.
Così, mentre un’agenzia privata interinale come Obiettivo Lavoro stabilizza i suoi lavoratori, l’agenzia del ministero ItaliaLavoro che attua progetti di supporto e ricollocazione al lavoro, mantiene i suoi lavoratori quasi tutti in precariato…o li manda via….

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