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Senigallia, il centrodestra mostra le sue carte per il rilancio della città

Ridurre IMU, tassa di soggiorno, burocrazia, oneri di urbanizzazione: "Ecco le nostre proposte"

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I consiglieri Mazzarini, Cicconi Massi e Cameruccio del gruppo "PPE per Senigallia"

Finita l’estate è già tempo di bilanci sull’economia cittadina e di nuove attività politiche: nuove proposte, nuovi consigli e nuove opposizioni. Il PPE per Senigallia non perde tempo e lancia una serie di proposte per quanto riguarda l’edilizia, il commercio e il turismo. E un guanto di sfida all’Amministrazione comunale, per vedere se saprà cogliere l’occasione al balzo o se il paventato dialogo resterà solo tale.

La stagione turistica ha visto alti e bassi, ma è comunque evidente il calo dei numeri – esordisce Alessandro Cicconi Massi –, per cui regna molta preoccupazione in questo settore. A questo si aggiunge che nel commercio, nell’artigianato e nell’edilizia le attività stanno abbassando le serrande. E il centro storico è sicuramente la zona più penalizzata. Questi dati basterebbero a chiunque per lanciare l’allarme. Noi da qui partiamo per fare le nostre proposte all’Amministrazione“.

Per rilanciare l’edilizia il PPE-PdL propone di ridurre fortemente (se non azzerare) gli oneri di urbanizzazione, ma solo per gli interventi di recupero e ristrutturazione. Non dunque per le nuove edificazioni, così da provare a rilanciare l’occupazione, ma senza consumare il territorio, bensì recuperando quanto già edificato.
A ciò poi si aggiungerebbe l’azzeramento degli oneri di monetizzazione, ovvero la “trasformazione” in soldi da versare al comune in caso di mancata realizzazione dei parcheggi previsti con le edificazioni: con questa previsione, tutta quella serie di interventi anche minimi finora evitati per via di questa norma, potrebbero finalmente vedere il semaforo verde.

Allentare la burocrazia è una proposta che interessa sia il settore dell’edilizia che quello del commercio: in questa maniera le attività nuove potrebbero nascere senza troppi vincoli formali favorendo la creatività e l’imprenditoria giovanile; nel caso delle attività già esistenti, potrebbero vedere la luce tutte le idee sul recupero degli immobili e quant’altro che ora vengono soffocate dalla macchinosità del sistema.

Altra proposta per il commercio è la riduzione della tassa di occupazione del suolo pubblico (Tosap) e dell’Imu, in modo da incentivare gli esercenti a continuare o anzi richiamandoli a Senigallia e cercando di favorire un tavolo di concertazione sui canoni di locazione, voce in questi anni sempre più pressante sulle spalle degli imprenditori.

Infine il turismo. Non una voce secondaria rispetto alle altre, ma anzi una delle leve su cui il PPE-PdL puntava da tempo (e per cui ha assunto la presidenza nella V Commissione con Enrico Rimini) grazie a queste proposte: da una parte l’allungamento della stagione con un quarto evento (oltre a Summer Jamboree, Caterpillar e Pane Nostrum); dall’altra la creazione di un consorzio tra comune e imprenditori privati che possa avere una significativa voce in capitolo sia nella stesura del calendario di manifestazioni sia in tutto ciò che riguarda questo settore come la tassa di soggiorno da ridurre assolutamente secondo i consiglieri d’opposizione.

Insomma piccola passi, ma da cui partire per favorire il rilancio dell’economia senigalliese in un periodo di stagnazione e crisi delle attività cittadine.
Ma da dove si possono prendere le risorse per cercare il pareggio di bilancio se si tolgono le voci che l’Amministrazione ha fatto appena in tempo ad approvare?

Si badi bene – sottolineano Cicconi Massi e Gabriele Cameruccio – che queste voci al momento non sono entrate nelle casse comunali, per cui non verrebbero sottratte ad altri servizi. Inoltre, e pensiamo agli oneri di urbanizzazione, spesso vengono usate per riequilibrare la spesa corrente, non per effettuare quegli interventi per cui erano previste originariamente“.
Quindi, secondo i consiglieri di centrodestra, la soluzione va cercata nella riorganizzazione della macchina comunale: una macchina importante, da circa 300 dipendenti, ma in cui le spese telefoniche, postali ed energetiche sono ancora troppo alte, tanto per fare qualche esempio.

Queste sono le proposte, e chiaramente non sono una bacchetta magica, su cui il PPE PdL vorrebbe intavolare un dialogo con gli altri gruppi consiliari e, soprattutto, con i vertici dell’Amministrazione: un “dialogo finora bloccato da una certa parte di maggioranza ancora ferma ad una visione dell’imprenditoria di tanti anni fa, in cui l’esercente se la deve cavare da solo”, accusano dal centrodestra.
Un po’ una sfida lanciata ai dirimpettai nei banchi in consiglio comunale, da cui ora si attende una risposta.

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