“Un approdo prima di morire. Guglielmo Oberdan a Senigallia”: si intitola così una delle relazioni previste nel programma del Convegno Internazionale di Studi “Viaggi e viaggiatori nell’Ottocento. Dalle Marche all’Italia, attraverso l’Europa e i paesi extra-europei”, che si terrà alla Rotonda da giovedì 20 a sabato 22 settembre.

La relazione, che sarà tenuta dal Prof. Marco Severini (Università di Macerata) proprio nella giornata d’esordio, prevista dalle 16.30 di giovedì 20 settembre, sarà una di quelle di maggior interesse per il pubblico senigalliese, che avrà modo così di sapere qualcosa in più sulla permanenza in città del patriota.

Proprio su questi aspetti infatti si concentrerà l’attenzione di Severini, che spiega: “nello scorso giugno è stato restaurato un monumento dedicato ad Oberdan situato in zona porto, ma non si è mai approfondito molto in città il contesto in cui avvenne il suo arrivo”; “non soltanto – aggiunge ancora il relatore – per quali motivi Obderdan transitò a Senigallia? Ci sono rimaste, negli archivi comunali e non, tracce del suo approdo? Quale significato ha avuto il suo passaggio? A questi quesiti si tenterà di fornire qualche risposta”.

Guglielmo Oberdan, nato con il nome di Wilhelm Oberdank (Trieste, 1º febbraio 1858 – Trieste, 20 dicembre 1882), è stato un patriota ed esponente di primo piano dell‘irredentismo italiano.

La morte di Giuseppe Garibaldi, avvenuta nel 1882, e il conseguente scoraggiamento degli esuli che avevano riposto nel condottiero le loro speranze, lo spinsero a organizzare un attentato contro l’imperatore Francesco Giuseppe in visita a Trieste nel 1882. Scoperto e condannato a morte dalla giustizia austriaca per diserzione e cospirazione, avendo confessato le sue intenzioni, fu impiccato a Trieste il 20 dicembre 1882, venendo quasi immediatamente ricordato come martire dell’irredentismo italiano: Giosuè Carducci lo commemorò con un’epigrafe e ancora oggi il suo nome figura tra i dieci più frequenti nelle intestazioni di piazze e vie italiane.

Anche a Senigallia, ad Oberdan è stata dedicata una strada del centro storico oltre al già citato monumento, che ricorda la sua permanenza senigalliese, quella che la relazione di Severini definisce appunto “un approdo prima di morire”.

“Viaggi e viaggiatori nell’Ottocento. Dalle Marche all’Italia, attraverso l’Europa e i paesi extra-europei” è stato ideato dall’Associazione di Storia Contemporanea presieduta dallo stesso Severini, che lo ha organizzato assieme al Comune di Senigallia e col sostegno del Senato della Repubblica, del Ministero dei Beni e delle attività culturali, della Regione Marche, dell’Assemblea Legislativa delle Marche, dell’Amministrazione comunale di Senigallia, dell’Università degli Studi di Macerata, del Centro Cooperativo Mazziniano di Senigallia, del Centro Cooperativo Mazziniano-Centro Studi Marchigiano di Jesi (An), della Banca di Credito Cooperativo di Ostra e Morro d’Alba. L’obiettivo è quello di analizzare storicamente la tematica del viaggio, declinata in molteplici accezioni: il XIX fu infatti il secolo dei viaggi, compiuti da uomini e donne per ragioni professionali, politiche, sentimentali, culturali, turistiche, ideologiche, economiche.

Alla cittadinanza la tre giorni propone a contorno una lettura della volta celeste (venerdì 21, ore 22.00, a cura dell’Associazione Aristarco di Samo) e, soprattutto, la possibilità di avere – partecipando a due delle quattro sessioni – gratuitamente gli Atti del convegno, che saranno stampati entro la fine dell’anno e costituiranno un prezioso strumento per capire come quel secolo di viaggi abbia profondamente influenzato l’età contemporanea.