Bolkestein, dal governo nessuna risposta sull’uscita, Senigallia trema
Pasquini, Confcommercio: "Tensione alta, chi nega il rischio ora è un incosciente"
A stagione balneare conclusa, si torna a parlare della direttiva UE Bolkestein. Per la verità gli incontri non sono mai mancati, a Roma come a Senigallia e in tutte le sedi comunali e sindacali costiere, in vista della fatidica data del 31 dicembre 2015, quando le concessioni demaniali verranno messe all’asta.
Dopo l’intervento alla Camera del capogruppo IDV, David Favia, in cui il partito dipietrista ha fatto propria la proposta del sindacato SIB-Confcommercio e la risposta del Ministro per i rapporti con il Parlamento Dino Giarda giudicata burocratica, i riflettori si spostano sul prossimo incontro fissato per il 19 settembre a Roma.
Un incontro tra governo e regioni, in cui si dovrò far luce non solo sulla direttiva europea Bolkestein per la liberalizzazione delle concessioni balneari, ma anche sul più contestato fatto che in sede europea i rappresentanti del governo italiano non si sarebbero fatti vedere per spiegare le ragioni che i sindacati illustrano ormai da molti mesi.
L’uscita dalla Bolkestein – come già fatto per altri settori come ambulanti, notai e distributori di carburanti, quindi ritenuta “alla portata dell’Italia” – è secondo i principali sindacati italiani l’unica strada da percorrere per salvaguardare le peculiarità del sistema locale e per non dare un colpo di accetta su circa 300.000 posti di lavoro diretti e altri 700.000 circa di indotto.
“La tensione è alta su questo argomento – afferma il responsabile della Confcommercio senigalliese Riccardo Pasquini – perché ad oggi si sa solo che nel 2015 si terrà l’asta sulle concessioni demaniali. Chi lo nega è un incosciente e per questo noi stiamo cercando di mobilitarci il più possibile, non solo a Senigallia, come è stato fatto in diverse occasioni, ma anche in sede di confronto tra governo e regioni“.
Gli operatori balneari sono stati affiancati in questa difficile battaglia dalle Regioni, dall’UPI (Unione delle Province d’Italia) e dall’ANCI (Associazione Nazionale Comuni Italiani) che hanno fatto proprie le ragioni mosse dal SIB Confcommercio e dagli altri sindacati (solo Oasi-Confartigianato ha una posizione differente).
“Siamo molto preoccupati – conclude Pasquini in vista dell’incontro a Roma – perché questa situazione richia di mettere in ginocchio un settore già pesantemente colpito dalla crisi: solo insieme, sindacati e istituzioni, potremo salvare la tipicità offerte dal nostro servizio balneare ai numerosi turisti che scelgono l’Italia“.
Rivoluzionaria Permanente
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