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Don Luigi Ciotti proposto come cittadino onorario di Senigallia

Se ne discuterà in I Commissione insieme all'istituzione dell'anagrafe pubblica degli eletti e dei nominati

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Don Luigi Ciotti a Senigallia al Caterraduno

Si riunirà martedì 11 settembre, la I Commissione consiliare permanente, che ha competenza in materia di affari istituzionali, personale e partecipazione. La seduta è stata convocata per le ore 18 dal Presidente, Mario Fiore, presso la sala dei consiglieri comunali situata al piano terra della Residenza Municipale di piazza Roma.

Due i punti all’ordine del giorno, riguardanti altrettante proposte di delibera per il Consiglio Comunale: la prima (n° 730) è riferita all’istituzione dell’anagrafe pubblica degli eletti e dei nominati del Comune di Senigallia, mentre la seconda (n° 1253) attiene al conferimento della cittadinanza onoraria di Senigallia a Don Luigi Ciotti.

Qualora la discussione dei due argomenti non venga esaurita, è già previsto che la Commissione tornerà a riunirsi per proseguire il dibattito quarantotto ore dopo, e cioè giovedì 13 settembre, sempre alle ore 18 nella stessa sala.

Commenti
Ci sono 3 commenti
O. Manni
Paul Manoni 2012-09-11 04:41:45
Premesso che sono assolutamente favorevole a tale riconoscimento, sia per come è stata posta la delibera, sia ovviamente per l'impegno di Don Ciotti nella lotta alla Mafia, mi chiedo ed anzi, sarebbe bello chiederlo direttamente a lui - cosa che non mancherò di fare se ne avrò l'opportunità - come sia possibile da parte sua, combattere le Mafie, ed al tempo stesso, far parte di un'istituzione religiosa che ricicla sistematicamente denaro sporco delle stesse criminalità organizzate. Al di là delle sentenze sull'omicidio del "Banchiere di dio" Roberto Calvi, in quel triste periodo storico che ha visto sfilare sulle cronache, personaggi come Sindona, il Card. Marcinkus e via dicendo, attualmente, cioè OGGI (e non negli anni 70/80), sono in corso indagini da parte della magistratura italiana (con rogatorie al Vaticano prive di risposte, peraltro), su conti aperti allo IOR da prelati prestanome, rispettivamente a Roma, Trapani e Napoli. Conti intestati a prelati, ma che si sospetta siano stati utilizzati da politici, funzionari dello Stato, manager, faccendieri, ed appunto mafiosi per traffici poco trasparenti. A Roma, per violazione di norme antiriciclaggio riguardanti soldi transitati sui conti del Credio Artigiano e JP Morgan di dubbia provvenienza. A Trapani, per soldi riconducibili alla Mafia, depositati sui conti del Vescovo Miccichè e di Padre Ninni Treppiedi. A Napoli, per l'inchiesta sugli appalti di Finmeccanica, riguardante un miliardo di euro (!), spostato in tutta fretta dai conti IOR per tenerlo lontano dalle norme antiriclaggio. Adesso, senza andare a sindacare l'operato di taluni altri prelati che organizzano processioni di Santi, e li fanno fermare sotto casa di boss malavitosi per fare "l'inchino" e render loro omaggio, ciò che viene da chiedere a Don Ciotti con tutto il dovuto rispetto è: Non ti schifi un pochino della tua stessa istituzione religiosa, i cui vertici (carta canta!), remano in direzione contraria alla tua, ed a quella della società civile?
Paolo 2012-09-11 10:19:02
Sig. Paul, tutto quello che dice lo sottoscrivo al 100% e non fà una piega. Le posso dire, per personale esperienza, che tutte le associazioni criminali vanno combattute dall'interno (vedi infiltrati, agenti provocatori, ecc.)
Non ultimo penso che Don Ciotti, con la divisa che indossa, abbia maggiore visibilità, più credito e porte più aperte di un comune cittadino.
O. Manni
Paul Manoni 2012-09-11 18:25:02
@Paolo, certe strutture monarchiche o oligarchiche di tipo "piramidale" (Con una base ed un vertice...Padroni e sottomessi....Chi comanda e chi ubbidisce), come la Chiesa e la Mafia, non possono per definizione, essere cambiate dall'interno, se non attraverso un processo di rivoluzione, che può manifestarsi anche in modo violento, e che ne modificherebbe drasticamente la stessa essenza e la stessa composizione sulle quali si fondano. Dall'interno, non è possibile modificare alcunchè, in strutture complesse come quelle religiose o criminali, semplicemente per il fatto che i valori sui quali si dovrebbero appoggiare, coloro che vorrebbero il cambiamento, non vengono riconosciuti dalle stesse strutture. Ti sembra che le suddette strutture riconoscano concetti come "democrazia", "pluralismo", "uguaglianza", o cose di questo genere? Don Ciotti è uno. La Chiesa ne sfrutta impunemente l'immagine lodevole che offre egli stesso con il suo operato all'opinione pubblica, sbattendosene altamente di lui, o comunque, tirando avanti per la sua solita strada. Si fa fatica a cmabiare dall'interno i partiti politici, figuriamoci questo tipo si sistemi di aggregazione. Un'ultima cosa...Don Ciotti (come Don Gallo o Don Benzi) gode da un bel pezzo di grandissima visibilità ed approvazione da parte dell'opinione pubblica, per tutto ciò che fanno. Non hanno di certo bisogno di paramenti sacri che accompagnano i valori di cui si fanno garanti. Pertanto, vista invece la profonda crisi di fiducia che i cittadini hanno nell'istituzione ecclesiastica cattolica, se fossi in loro appenderei la tunica al chiodo, e dimostrerei a tutti di essere capace di fare le stesse identiche cose, anche senza rappresentare quella stessa istituzione.
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