Campanile: “a Senigallia promuoveremo la bicicletta attraverso le piste ciclabili”
L'assessore alla città sostenibile: "i percorsi ciclopedonali aumenteranno ancora"
Se a Pesaro il questore Italo D’Angelo ha deciso di usare il pugno duro contro i ciclisti un pò troppo spericolati (o semplicemente, non sempre rispettosi del codice della strada), a Senigallia, dove nelle scorse settimane erano state effettuate multe nei confronti di chi usava il mezzo lungo il corso 2 giugno, la situazione attuale non sembra richiedere interventi così drastici.
Lo fa intendere l’assessore alla città sostenibile Gennaro Campanile, che spiega: “è vero, ci sono state delle multe nelle settimane scorse ma in generale mi sembra che poi i cittadini abbiano capito ed ora la situazione sia decisamente soddisfacente“.
“Da parte mia, sono per la promozione totale dell’uso della bicicletta attraverso pratiche di sensibilizzazione particolarmente attente – insiste Campanile – E’ una direzione che abbiamo intrapreso e dalla quale non si torna indietro. Dal mese di settembre sarà pronto un percorso ciclopedonale, il PercorriMisa, e a breve sarà in funzione anche un servizio di marchiatura dei mezzi realizzato in collaborazione con la Polizia Municipale, per contrastare il fenomeno dei furti“.
Per incentivare l’uso della bicicletta e fare in modo che i ciclisti abbiano uno spazio riservato più sicuro per sè stessi ma anche per gli altri (perché il ciclista – è bene ricordarlo – non sempre è vittima degli incidenti), servono però piste ciclabili, che ancora coprono solo una parte della città e dei lungomari: “in futuro la pista ciclabile si estenderà fino al lungomare di Marzocca, mentre per la spiaggia di ponente si dovrà attendere – precisa l’assessore – Altri collegamenti ciclopedonali saranno previsti anche per la città, in vie dove sono in vigore i sensi unici, sul modello di quanto già messo in atto recentemente in viale Mercantini“.
Insomma, le regole vanno rispettate da tutti, ma una “guerra” (anche verbale), come quella che si è scatenata a Pesaro, non ci sarà, mentre tolleranza zero è assicurata per chi – e se ne vedono ancora troppi – “lascerà in parcheggio la propria auto sulle piste ciclabili”.
Inoltre gli zelanti vigli pesaresi oltre che da preoccupanti forme di strabismo sono anche affetti da altrettanto gravi forme di amnesia, dimenticando che:
1° il codice della strada è costruito su misura per le automobili e non tiene in alcun conto le esigenze del ciclista, costringendolo, ad esempio, a dei lunghi ed inutili giri per seguire i sensi unici pensati per rendere più fluido il traffico delle automobili, ma che non hanno alcun senso dal punto di vista del ciclista
2° negli ultimi 10 anni, in Italia, sono morti circa 2600 ciclisti investiti dalle automobili (ovvero 5 morti ogni settimana) e neppure un automobilista investito da un ciclista...
3° chi usa la bici crea un beneficio a tutta la società, mentre chi usa la macchina crea un danno che scarica sulla collettività: l'uso della macchina crea inquinamento, congestiona il traffico, crea danni alla salute pubblica, genera costi sanitari, costi ambientali, costi sociali, costi legati alla manutenzione e costruzione di nuove strade e parcheggi, consumo di suolo... si potrebbe continuare a lungo.
Personalmente sono un "automobilista pentito" che da circa 12 anni usa la bicicletta come mezzo di trasporto alternativo all'automobile: in città riesco a spostarmi con tempi impensabili con l'automobile, senza problemi di parcheggi, multe, code... Certo non sempre è possibile lasciare a casa la macchina, ma molto di più di quanto si pensi normalmente. Molto di frequente uso la bicicletta in abbinamento al treno (tra l'altro la bici viaggia gratis per tutta le Regione Marche, grazie ad una opportuna delibera regionale) in modo da potermi spostare con la stessa comodità e rapidità anche in Ancona, a Pesaro, ecc.
In 10 anni ho risparmiato circa 30.000 chilometri, € 7,500,00 di costi carburante, assicurazione, pedaggi, parcheggi, ecc. 5 tonnellate di CO2 non immesse in atmosfera; ho fatto risparmiare alla collettività € 13.500,00 (secondo un calcolo effettuato da uno studio danese) per mancati costi sanitari, ambientali, di manutenzione strade e parcheggi, ecc.
Si tratta di cambiare stili di vita e modelli di comportamento consolidati, sapendone apprezzare i vantaggi: provare per credere! L'uso della bicicletta è un bene comune che va incoraggiato e non represso. Un plauso quindi al Comune di Senigallia invitandolo ad accrescere continuamente l'attenzione in favore della mobilità sostenibile ed un sonoro “buuuu” a quello di Pesaro, consigliandogli di orientare il proprio zelante impegno verso una più degna causa.
Per quanto riguarda le bici lungo il corso direi che parliamo di una cosa normale, ci sono passato proprio questa mattina da Viale Carducci al Municipio ne ho incrociate minitmo 6-7, ovviamente dei vigili nemmeno l'ombra, sembra regni l'anarchia in questa citta'.
Purtroppo non si trova ne una strada transitabile ne una pista ciclabili giusta!!! Lo fanno per dire ....abbiamo!!!!!!
Tutto un disastro enorme e per un member della EU una vergogna al massimo!!!!!! Dove va p. es. tutti i soldi per i parcheggi sia lungo mare Mammeli che D. Aligheri???????????
Regolamento recante norme per la definizione delle caratteristiche tecniche delle piste ciclabili
(G.U. n. 225, 26 settembre 2000, Serie Generale)
Art. 7.
Larghezza delle corsie e degli spartitraffico
1. Tenuto conto degli ingombri dei ciclisti e dei velocipedi, nonché dello spazio per l'equilibrio e di un opportuno franco laterale libero da ostacoli, la larghezza minima della corsia ciclabile, comprese le strisce di margine, è pari ad 1,50 m; tale larghezza è riducibile ad 1,25 m nel caso in cui si tratti di due corsie contigue, dello stesso od opposto senso di marcia, per una larghezza complessiva minima pari a 2,50 m.
2. Per le piste ciclabili in sede propria e per quelle su corsie riservate, la larghezza della corsia ciclabile può essere eccezionalmente ridotta fino ad 1,00 m, sempreché questo valore venga protratto per una limitata lunghezza dell'itinerario ciclabile e tale circostanza sia opportunamente segnalata.
3. Le larghezze di cui ai commi precedenti rappresentano i minimi inderogabili per le piste sulle quali è prevista la circolazione solo di velocipedi a due ruote. Per le piste sulle quali è ammessa la circolazione di velocipedi a tre o più ruote, le suddette dimensioni devono essere opportunamente adeguate tenendo conto dei limiti dimensionali dei velocipedi fissati dall'articolo 50 del decreto legislativo 30 aprile 1992, n. 285.
4. La larghezza dello spartitraffico fisicamente invalicabile che separa la pista ciclabile in sede propria dalla carreggiata destinata ai veicoli a motore, non deve essere inferiore a 0,50 m.
L'Assessore Campanile ci spieghi quante piste ciclabili o pedo-ciclabili a Senigallia si possono chiamare con tale nome.
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