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Analisi Goletta Verde: nel mare di Senigallia l’inquinamento è contenuto

La città nei limiti di legge. Pessima la salute dell'Adriatico in altri comuni marchigiani

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La Spiaggia di velluto di Senigallia

Goletta Verde presenta i risultati delle analisi del monitoraggio sulla salute del mare delle Marche. Ben 7 punti su 11 campionati nelle Marche sono risultati “fortemente inquinati” secondo quanto emerso dalla fotografia scattata con il monitoraggio dei biologi di Goletta Verde di Legambiente.

Dalla provincia di Pesaro a quella di Ascoli Piceno, si evidenziano delle consistenti falle nel sistema depurativo regionale, attualmente ancora lontano da garantire un’adeguata copertura del servizio per tutti i cittadini, con tutti i rischi ambientali e sanitari che ne conseguono.  Sotto accusa ancora una volta foci dei fiumi e canali, che dimostrano le carenze depurative soprattutto dei comuni interni.

È questo il monito lanciato da Goletta Verde, la celebre campagna di Legambiente dedicata al monitoraggio ed all’informazione sullo stato di salute delle coste e delle acque italiane, realizzata anche grazie al contributo del COOU, Consorzio Obbligatorio degli Oli Usati. L’istantanea regionale che si evince dai risultati delle analisi dell’equipe di biologi di Legambiente è stata presentata questa mattina in conferenza stampa ad Ancona, presso l’Aula del Mare – Scalo Molo Santa Maria, alla presenza di Luigino Quarchioni,  Presidente di Legambiente Marche, Katiuscia Eroe, Portavoce di Goletta Verde di Legambiente, Leonello Negozi, Responsabile fiumi Legambiente Marche e Vitaliano D’Addato, segreteria Legambiente Marche.
Passando al setaccio foci di fiumi e torrenti, ma anche spiagge segnalate dai cittadini attraverso il servizio SOS Goletta, senza per questo volersi sostituire al ruolo dell’Agenzia Regionale Protezione Ambiente preposta per legge ai controlli per la balneabilità, i biologi di Legambiente comunque hanno rilevato la presenza di situazioni critiche diffuse su tutto territorio regionale, segnalate agli enti locali proprio per risalire alle fonti di inquinamento da rimuovere.

A partire dalla provincia di Ancona, nel comune di Falconara Marittima, dove in località Rocca Priora, la Foce Esino è risultata fortemente inquinata. Al passaggio dei tecnici di Goletta Verde, a  circa 80m dalla spiaggia dove sfocia il fiume, giaceva divelto un cartello di divieto di balneazione ed erano presenti molti rifiuti ingombranti sia in spiaggia che sugli argini del fiume .

Nella provincia di Macerata, sono stati campionati due punti classificati fortemente inquinati. Il primo, nel comune di Civitanova Marche, prelevato presso la Foce del Chienti, ( nella parte che ricade nel territorio della provincia di Macerata), dove, al momento del prelievo erano presenti abbondanti schiume che sfociavano direttamente a mare. Il secondo punto, anch’esso indicato come fortemente inquinato, è stato esaminato nel comune di Porto Recanati, in località Numana/Porto Recanati, presso la foce del Musone: anche qui, sono state riscontrate abbondanti schiume che ricoprivano l’acqua.

Ancora due situazioni critiche, di cui una nella provincia di Fermo ed una nel canale che segna il confine tra Fermo ed il comune di Porto San Giorgio, in località Lido Fermo – Via lungomare Fermano, che è risultato fortemente inquinato oltre ad essere caratterizzato da un forte odore di fognatura. Nella provincia invece, si evidenziano valori batteriologici off limits nel Fosso dell’Albero, che ricade nel comune di Porto Sant’Elpidio in Viale Mameli, tali da far giudicare le acque fortemente inquinate.

Non migliora la situazione nel comune di San Benedetto del Tronto in provincia di Ascoli Piceno. Il campionamento eseguito alla Foce del Tronto indica che le acque, molto torbide al momento del prelievo, sono fortemente inquinate, e nella zona adiacente al fiume viene segnalata una consistente presenza di rifiuti di ogni genere.

Ancora guai nella provincia di Pesaro- Urbino, dove nel comune di Fano, l’esame realizzato in località Via Moletto, sulla Spiaggia in corrispondenza foce del torrente Arzilla, ha riportato livelli batteriologici superiori alla norma di legge ed è pertanto stato segnalato come fortemente inquinato.
Lungo la costa marchigiana sono state controllate anche alcune spiagge che sono state segnalate dai cittadini come punti critici ma che hanno registrato livelli di inquinamento batterico entro i limiti di legge: ad Ancona, sulla Spiaggia di Portonovo, ed in provincia, nel comune di Senigallia, sulla Spiaggia in corrispondenza del lungomare; entro i limiti di Legge, anche i campionamenti compiuti a Pesaro,  sulla Spiaggia di Fiorenzuola di Focara, che ricade all’interno del Parco Monte San Bartolo ed a San Benedetto del Tronto, sulla Spiaggia in corrispondenza della Foce del torrente Albula. Tali risultati evidenziano gli sforzi consistenti compiuti negli ultimi anni dai comuni costieri marchigiani per migliorare la loro performance depurativa.

Anche nelle Marche  non possiamo che segnalare la situazione di inquinamento causata da alcune foci e da scarichi fognari non adeguatamente depurati dichiara Katiuscia Eroe, Portavoce di Goletta Verde  -. Il nostro monitoraggio conferma quanto già emerso dai più recenti dati Istat 2009, secondo cui le Marche, con il 52,5% salgono sul podio come terza tra le peggiori regioni d’Italia per l’esigua percentuale di popolazione servita da un efficiente servizio di depurazione. Si tratta di un dato inferiore alla già modesta media nazionale del 76% e ben più basso del 78,9% su cui si attestano le altre regioni del Centro Italia. Le gravi carenze del sistema di depurazione – sottolinea Eroe -, sono purtroppo diffuse in tutto il territorio nazionale, ancora oggi infatti, in Italia, il 30% delle acque di fogna viene scaricato nei laghi e nei fiumi senza essere opportunamente depurato.  E’ prioritario intervenire in maniera finalmente efficace anche nell’interesse del settore turistico – conclude Eroe – perché tutelare l’ambiente e la qualità del mare è condizione indispensabile ad uno sviluppo sostenibile di quest’attività cruciale per l’economia marchigiana”.

“I dati emersi dal monitoraggio di Goletta Verde dipingono una Regione a doppia velocità. Tanto è stato fatto sulla depurazione nei comuni costieri marchigiani – affermano Luigino Quarchioni,  Presidente di Legambiente Marche e  Leonello Negozi, Responsabile fiumi Legambiente Marche – ma molto resta da fare soprattutto per  risolvere i problemi depurativi dei comuni dell’entroterra e queste criticità arrivano nei canali e nelle foci dei fiumi. I fiumi, al contrario, devono essere protagonisti di politiche mirate ad una tutela ambientale declinata a 360 gradi, che intervenga dalla depurazione alla tutela del territorio, fino alla mitigazione del rischio idrogeologico ed al contenimento del processo dell’erosione costiera, un fenomeno, quest’ultimo, che coinvolge oltre la metà del litorale regionale e sembra aggravarsi di anno in anno.Vista la nuova proposta di legge regionale sulla gestione dei corsi d’acqua che minaccia di riaprire la stagione dell’escavazione in alveo dei fiumi temiamo invece che il problema possa aggravarsi ulteriormente, causando una forte riduzione di apporti di sedimenti sulla costa aggravando e accelerando l’erosione e danneggiando non solo al delicato ecosistema marino costiero ma anche le attività economiche e turistiche che operano sulle spiagge. Per mitigare il rischio idrogeologico –,  continuano Quarchioni e Negozi -,  serve invece una politica integrata che tuteli i fiumi e le aree golenali attraverso interventi di riqualificazione e rinaturalizzazione, passando anche attraverso processi di partecipazione di tutti i soggetti interessati, cittadini, istituzioni, enti e associazioni ambientaliste e di categoria, con l’attuazione di strumenti quali i contratti di fiume che già in altre parti d’Italia stanno dando risultati molto positivi. Su questo  – concludono Quarchioni e Negozi –  chiediamo un impegno della Regione per incentivare e promuovere la loro diffusione anche nel territorio marchigiano”.

Anche quest’anno il Consorzio Obbligatorio degli Oli Usati è Main Partner della storica campagna estiva di Legambiente. “La difesa dell’ambiente, e del mare in particolare, rappresenta uno dei capisaldi della nostra azione”, ha detto in conferenza Antonio Mastrostefano, direttore Strategie, Comunicazione e Sistemi del COOU. L’olio usato è ciò che si recupera alla fine del ciclo di vita dei lubrificanti nei macchinari industriali, ma anche nelle automobili, nelle barche e nei mezzi agricoli di ciascun cittadino. “Se eliminato in modo scorretto – ha spiegato Mastrostefano – questo rifiuto pericoloso può danneggiare l’ambiente in modo gravissimo: 4 chili di olio usato, il cambio di un’auto, se versati in mare inquinano una superficie grande come un campo di calcio”. A contatto con l’acqua, l’olio lubrificante usato crea una patina sottile che impedisce alla flora e alla fauna sottostante di respirare. “Con la nostra attività di comunicazione – ha concluso – cerchiamo di modificare i comportamenti scorretti di chi crede che piccole quantità di olio lubrificante disperse nell’ambiente provochino poco inquinamento”.

Il Monitoraggio scientifico

I prelievi alla base delle nostre considerazioni, vengono eseguiti dalla squadra di tecnici di Legambiente, l’altra anima della Goletta Verde, che viaggia via terra a bordo di un laboratorio mobile grazie al quale è possibile effettuare le analisi chimiche direttamente in situ con l’ausilio di strumentazione da campo. I campioni per le analisi microbiologiche sono prelevati in barattoli sterili e conservati in frigorifero, fino al momento dell’analisi, che avviene nei laboratori mobili lo stesso giorno di campionamento o comunque entro le 24 ore dal prelievo. I parametri indagati sono microbiologici (enterococchi intestinali, escherichia coli) e chimico-fisici (temperatura dell’acqua, pH, ossigeno disciolto, conducibilità / salinità).

 

da Goletta Verde di Legambiente

Commenti
Ci sono 6 commenti
Giovanni Gregoretti
Giovanni Gregoretti 2012-08-06 23:53:11
lodevole la presenza della Goletta verde, almeno c'è qualcuno che rileva ciò che non va sul nostro caro mare. Ma mi chiedo: le istituzioni che hanno il potere di controllare che fanno? Sento dire che il mare è inquinato ma entro i valori di legge; ben si sa come i suddetti valori di legge siano piuttosto elastici. Con i mezzi tecnici che ci sono oggi è sicuramente possibile eliminare l'inquinamento per esempio dai liquami di fogna. Perchè non si provvede?
giubi 2012-08-07 09:10:56
... ma allora tutte queste bandiere blu consegnate alle località marchigiane, che ci vedono secondi solo alla Liguria, sono tutte un bluff??????!!!!!
Federico 2012-08-07 12:10:07
giubi: l'adriatico per quanto se ne dica è una mezza fogna. Decine di milioni di persone e decine di migliaia di aziende quotidianamente scaricano in mare i loro liquami, alcuni depurati altri no. Per non parlare di tutte le barche che incrociano a largo e scaricano tutto a mare. La bandiera blu vale come il due de bastoni quando briscola è denari.
Galuco Glaucoma 2012-08-07 13:18:49
Aridaiela con stà banidera blu....la bandierà blu non è SOLO un discorso di qualità delle acque ma è più complesso e in molti punti svincola pure dallo stesso mare..esempio ricettività..segnaletica..piste ciclabili (se ricordo bene) ecc ecc ecc quindi non è che se hai la bandierà blu significa stare in un mare splendente (altrimenti come ti spieghi che la sardegna ha pochissime bandiere blu???) i punti che riguardano il mare sono : Conformità con i valori, previsti dalla Direttiva sulle Acque di Balneazione, relativamente ai coliformi totali, ai coliformi fecali e agli streptococchi (questo punto è IMPERATIVO e bisogna vedere cosa ha rilevato Goletta Verde…perché se sono altri i batteri rilevati..purtroppo la bandierà blu non ne risente affatto) - Nessuna discarica urbana o industriale deve essere presente in prossimità della spiaggia (Questo punto è IMPERATIVO ed effettivamente nessuna discarica è presente in prossimità delle spiagge) - Monitoraggio della salute delle barriere corallifere nella prossimità della spiaggia (i - Caraibi, Sud e Est Africa;CRITERIO NON APPLICABILE PER I PAESI EUROPEI, MAROCCO E CANADA) - Conformità alle Direttive sul trattamento delle acque reflue e sulla qualità delle acque di scarico (questo punto non è IMPERATIVO ma solo una guida e quindi anche se sforato non pregiudica la bandiera blu) - Le alghe e gli altri tipi di vegetazione dovrebbero essere lasciati decomporre sulla spiaggia a meno che non creino fastidio (Questo punto è IMPERATIVO e tutti lo stanno facendo). Quindi come vedete …anche se la bandiera blu alla fine è mal pubblicizzata e nessuno capisce a cosa serve….(potete criticarla ma i parametri sono quelli) tutte le coste potrebbero (e dico potrebbero perché non so che batteri a rilevato Goletta Verde) rientrarte tutti nell’assegnazione di questo riconoscimento.
Galuco Glaucoma 2012-08-07 13:25:06
Giubi un appunto finale..non è un discorso di Marche..ma un discorso di tutte le coste ITALIANE....se pensi che sia un bluff per le Marche allora vedi di iniziare a pensare più in grande e capire che il bluff (come pensi te) colpisce tutte le coste Italine e non solo le Marche..(pure la liguriua fidati)... se invece leggi tutti i parametri della bandiera blu e capisci che non è solo il mare quello analizzato..forse capirai che le bandiere blu hanno un significato di ricettività e turismo in generale non tanto come splendore del mare..mi spiego?? se ben ricordo...e tornardo alla sardegna..tantissime banidere blu sono andate in fumo per via dei servizi carenti sulle spiagge e non per la qualità del mare che immagino si anettamente superiore alla nostra!!!
Galuco Glaucoma 2012-08-14 14:54:22
ecco un articolo dove viene pubblicato il resoconto finale di LEGAMBIENTE...come volevasi dimostrare..la Sardegna è la piu pulita ma ha pochissime bandiere BLU....questo perchè la bandiera Blu non è assegnata solo per il mare ma per tante altre cose ..buona lettura : Centoventi punti inquinati, uno ogni 62 km di costa: sul podio del mare meno pulito salgono, nell'ordine, Calabria, Liguria e Campania mentre le acque piu' incontaminate sono quelle di Sardegna e Toscana. Sono i risultati del laboratorio mobile di Goletta Verde di Legambiente, che quest'estate ha condotto 205 analisi microbiologiche scoprendo ben 100 prelievi fortemente inquinati, con concentrazioni di batteri di origine fecale pari ad almeno il doppio dei limiti di legge. L'86% dei campioni "positivi" sono stati prelevati alle foci di fiumi, torrenti e canali, ma anche nei pressi di scarichi di depuratori mal funzionanti.Come lo scorso anno, guida la top del mare meno pulito la Calabria, con 19 punti (uno ogni 38 km di costa) su un totale di 24 campioni prelevati. Al terzo posto la Campania con 14 prelievi fuori norma su 20 (uno ogni 34 km di costa): la regione campana quest'anno cede il secondo posto alla Liguria che guadagna in negativo ben 3 posizioni rispetto allo scorso anno, con 15 punti inquinati su un totale di 18 e una media di un campione inquinato ogni 23 km di litorale. Il Lazio conferma la quarta posizione dello scorso anno con 13 punti inquinati su 15, uno ogni 28 km di costa. Le migliori performance sono quelle di Sardegna e Toscana, seguite dall'Emilia Romagna: l'isola con un solo punto critico ogni 433 km di costa precede la Toscana, che ne conta uno ogni 200 km, e l'Emilia Romagna, dove i biologi di Goletta Verde hanno registrato solo un valore fuori norma in tutta la costa. Anche il Veneto e' risultato in buona salute con un solo campione risultato fortemente inquinato, prelevato alla foce di un fiume, in tutti i suoi 159 km di costa. "Sul banco degli imputati - secondo Legambiente - la mancata o inadeguata depurazione dei reflui fognari che, stando alle nostre elaborazioni su dati Istat, riguarda ancora 24 milioni di abitanti, che scaricano direttamente in mare o indirettamente attraverso fiumi e canali utilizzati come vere e proprie fognature". Le regioni peggiori per numero di abitanti senza adeguata depurazione sono Sicilia (quasi 4 milioni e mezzo), Lazio (piu' di tre milioni) e Lombardia (quasi 3 milioni).Un problema ambientale e sanitario che sta per diventare anche economico - con multe milionarie - vista la condanna dell'Italia da parte della Corte di giustizia europea arrivata a fine luglio perche' 109 agglomerati urbani medio grandi, distribuiti in 8 regioni, non si sono ancora adeguati alla direttiva europea sul trattamento delle acque reflue. Sono Sicilia e Calabria a ospitare il maggior numero di comuni fuori legge: 59 comuni siciliani (pari al 54% del totale dei comuni oggetto nella sentenza) e 18 calabresi (pari al 17% del totale). A seguire Campania (con 10 comuni) e Liguria (9). "Alla mancanza cronica di impianti di depurazione - denuncia Stefano Ciafani, vicepresidente nazionale di Legambiente - soprattutto da parte dei comuni dell'entroterra, si aggiunge anche il carico inquinante dei reflui non adeguatamente trattati dagli impianti in attivita': una situazione davvero imbarazzante che va sanata una volta per tutte". Quest'anno il monitoraggio di Goletta Verde e' stato condotto anche grazie alle numerose segnalazioni arrivate da cittadini e bagnanti grazie al servizio SOS Goletta, che hanno contribuito per circa il 50% dei campionamenti effettuati in tutta Italia.
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