Senigallia: sul giudice di pace il tempo delle chiacchiere è finito
Frizioni tra Comuni sui costi dell’affitto. Monterado e Castelleone si defilano
Il sindaco Mangialardi, ora, deve scoprire le carte sul futuro del Giudice di Pace. Ricordo che il consiglio comunale di Senigallia, all’unanimità, e quindi anche con il voto favorevole del primo cittadino, ha accolto la mozione presentata dal sottoscritto e dal consigliere Marcantoni che impegnava l’Amministrazione comunale a fare quanto in proprio potere per mantenere l’irrinunciabile presidio giudiziario.
Da quel voto fondamentale si sono succedute riunioni di commissione, incontri con i sindaci, incontri tecnici. Ancora oggi non si vede alcuna fumata bianca.
In compenso, le Amministrazioni comunali di Monterado e Castelleone di Suasa sembra abbiano fatto un passo indietro paventando uno sfilamento dagli impegni economici per salvare il Giudice di Pace (lo schema di decreto legislativo predisposto dal Governo prevede infatti la possibilità per i Comuni consorziati di mantenere l’ufficio del Giudice di Pace facendosi integralmente carico delle spese di funzionamento e di erogazione del servizio).
Allo stesso modo, il sindaco Mangialardi, nei conteggi commissionati all’ufficio finanze, ha inteso conteggiare nel costo complessivo da ripartire tra i Comuni anche una somma a titolo di affitto per l’utilizzo di locali comunali.
Un passo imprudente che crea un ulteriore ostacolo al raggiungimento dell’accordo e che ha indotto alcuni sindaci, tra cui il concretissimo sindaco di Ostra Massimo Olivetti, a offrire gratuitamente al consorzio dei comuni alcuni locali di proprietà delle proprie amministrazioni.
Per Senigallia sarebbe uno “smacco”, ma a mali estremi… .
Quel che conta ora è passare ai fatti, perché si rischia seriamente di perdere un’opportunità che avremo una sola volta. Il tempo delle chiacchiere è finito. Chiederò per settembre la convocazione della commissione Affari Istituzionali alla presenza di tutti i sindaci e inviterò la stampa a partecipare.
Ognuno, in modo trasparente e di fronte ai propri cittadini che attendono una risposta, dovrà prendere un impegno, numeri alla mano. O, se preferisce, potrà spiegare che intende spendere in altro modo le risorse che dovrebbero essere destinate a salvare quello che diventerà l’ultimo presidio di giustizia del territorio.
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