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Scontro in Parlamento sul DDL anti-corruzione

Si discute in queste ore della fiducia al Governo in tre punti cardine del provvedimento

Parlamento, Camera dei Deputati

Seduta accesa alla Camera dove mercoledì 13 giugno si discute e si vota il DDL anti-corruzione voluto dal Governo.


Fiducia sull’articolo 10, quello sull’incandidabilità dei condannati per corruzione, passata con 461 sì, 75 no e 7 astenuti.

431 voti favorevoli, 71 contrari e 38 astenuti invece per l’articolo 13, sulla “nuova” concussione, che introduce il reato di “traffico di influenze”: chi si avvale di relazioni con pubblici ufficiali o con incaricati di pubblico servizio e indebitamente fa dare o promettere, a sè o altri, denaro o altro vantaggio patrimoniale, come prezzo della propria mediazione illecita, o per remunerare il pubblico ufficiale o l’incaricato di un pubblico servizio, è punito con la reclusione da 1 a 3 anni.

Sembrano emergere però i primi scontri sull’applicabilità delle norme: sin dal 2013 e dunque già dalle prossime elezioni politiche, o soltanto dal 2018 ?

Il discussione è aperta.

Commenti
Solo un commento
wavettore 2012-06-13 20:11:03
Nuovo sistema penitenziario
Anziché stare in prigione, tutti quelli giudicati colpevoli avrebbero una singola possibilita' per riabilitarsi. Potrebbero lavorare per ditte private o pubbliche mentre pochi agenti possono sorvegliare i loro movimenti osservandoli da un computer. I condannati avrebbero inserito sotto la loro pelle un microchip che permetterebbe un loro rapido arresto in caso di tentata fuga. Farebbero un lavoro comunitario oppure lavorerebbero, se possibile, nelle loro stesse funzioni come prima dei loro reati ma lavorerebbero senza alcuna paga per la durata del termine della sentenza. Sarebbero fornite ai criminali soltanto le necessità per la sopravvivenza. Le ditte che assumono i condannati potrebbero trarre beneficio dalla possibilità di pagare soltanto un piccolo stipendio per il lavoro effettuato dagli stessi condannati. Il reddito che proviene dagli stipendi sarebbe totalmente usato per rimborsare le vittime dei crimini commessi. Una volta espiata la condanna, il condannato sarebbe più facilmente reintegrato nella società lavorativa e sarebbe meno incline a diventare un criminale perpetuo. Qualora il condannato abusasse del privilegio (tentando una fuga od altro) confermerebbe di essere irrecuperabile e perderebbe per sempre il privilegio di vivere con il resto della societa'.

www.wavevolution.org
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