Sabato 26 maggio il via alla mostra dedicata a Cesarini da Senigallia
Alla Rocca Roveresca il ricordo del grande scenografo scomparso nel 1996
![Alcune scene di Cesarini da Senigallia](https://www.senigallianotizie.it/articoli/2012/05/20120521-cesarini-da-senigallia.jpg?badd6b)
Si inaugura alle ore 18 di sabato 26 maggio, alla Rocca Roveresca, uno degli eventi più attesi dell’estate senigalliese: la grande mostra curata da Gianni Di Giuseppe e dedicata al grande scenografo televisivo Carlo Cesarini, meglio noto come Cesarini da Senigallia.
È un omaggio necessario quello reso da Senigallia all’artista, scomparso nel 1996, che fin dalla scelta del nome d’arte ha voluto legarsi indissolubilmente alla propria città natale, contribuendo a farla conoscere in tutta la nazione attraverso gli schermi della televisione. Per questo motivo organizzare una mostra e curare un catalogo, dedicati all’attività di Carlo Cesarini, riveste un duplice significato: documentare scientificamente il lavoro svolto dallo scenografo e testimoniare l’affetto di Carlo per la sua città natale, Senigallia.
La nostra città ha dunque voluto ricambiare questo affetto organizzando, in collaborazione con la RAI e con la famiglia Cesarini, una mostra antologica dedicata a uno dei suoi più celebri figli. L’evento fornirà anche l’occasione per ripercorrere i primi 25 anni della storia della televisione nel nostro Paese: un’epoca in cui la Rai sperimentò i suoi linguaggi,alla ricerca di quello che venne poi definito lo “specifico televisivo”.
A realizzare i primi grandi spettacoli televisivi del sabato sera, dal 1958 in poi, fu una squadra affiatatissima: il regista Antonello Falqui, il produttore Guido Sacerdote e lo scenografo marchigiano Carlo Cesarini, che affiancherà al suo nome quello della città natale, Senigallia, diventando così per tutti Carlo Cesarini da Senigallia.
Erano gli anni del boom economico e dei televisori, costosi e bombati come gli armadi, con le manopole centrali, veri e propri pezzi di arredamento. E la televisione realizzata da Cesarini da Senigallia era molto lontana da quella che possiamo vedere oggi sui nostri schermi al plasma. Vibranti coreografie, orchestre in doppio petto e scintillìo di specchietti (Cesarini ne fece montare 3.460.000 pezzi sulle pareti del Teatro delle Vittorie in occasione della Canzonissima 1969, quella con le Kessler, Dorelli e Vianello, che passò alla storia come “la Canzonissima degli specchietti”).
Nelle scene di Cesarini da Senigallia trionfava il varietà puro, un senso dello spettacolo affidato alla musica e alle invenzioni della messa in scena, un magniloquente gusto teatrale che resta l’espressione più piena dell’epoca d’oro dello show televisivo.
La mostra allestita nei locali della Rocca Roveresca, e il relativo catalogo, curato sempre da Gianni Di Giuseppe e presentato con successo al Salone Internazionale del Libro di Torino, si articolano in quattro sezioni: biografia, romanzo sceneggiato (o teleromanzo), varietà ed eventi comunicativi.
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