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Rinuncia Edison a Turbogas Corinaldo: “Vittoria dei cittadini e dei loro diritti”

Cittattiva: "Hanno pagato determinazione e impegno contro speculazione e colonialismo"

Scorcelletti - Laboratorio Analisi
Centrale a turbogas

La decisione di Edison SpA di rinunciare alla prosecuzione del procedimento autorizzativo della Centrale Turbogas di Corinaldo, oltre ad essere un atto di buon senso, è senz’altro il frutto dell’impegno dei cittadini, organizzatisi in associazioni e comitati, e affiancati dalle amministrazioni locali che, seppur a volte tiepidamente, hanno fatto con essi un fronte compatto contro questa ipotesi di centrale termoelettrica.

Comuni, Province coinvolte e la Regione Marche, la quale speriamo voglia ora riconsiderare anche i progetti dei rigassificatori e dell’elettrodotto Fano-Teramo, pensando piuttosto a seguire lo studio sull’eolico off-shore e ad altre infrastrutture più adatte a supportare le energie rinnovabili.

Il progetto Turbogas, lo ricordiamo ancora una volta, comportava un impatto enorme per la Valle del Cesano e non solo, in termini sia sanitari che ambientali, un danno irrimediabile a un paesaggio rurale profondamente vissuto dagli abitanti, un danno di immagine al contesto dove perle di arte e storia come Corinaldo, Mondavio, la città romana di Suasa, si trovano felicemente immerse.

Un progetto sbagliato perché non giustificato sotto il profilo economico, perché andava ad imporsi su una piccola valle densamente abitata e ricca di valenze paesaggistiche e storico-archeologiche, e pericoloso oltre che per l’inquinamento che avrebbe prodotto, anche per la sua sicurezza.

Oggi ci sentiamo più sollevati, ma vorremmo che da questa vicenda si traggano delle utili lezioni per tutti. Che sia palese a certi grandi gruppi economici che devono avere l’umiltà di confrontarsi con una civiltà matura, e non fare del nuovo colonialismo ovunque. Che sia chiaro che l’esercizio di un’economia prevalentemente speculativa può trovare un freno nella determinazione della cittadinanza di riappropriarsi di quella sovranità popolare, che non può essere solo poco più di una frase scritta nella Costituzione. Che si apprenda, noi cittadini, a ‘fare politica’ un po’ tutti, nella vita di tutti i giorni, anche chi ha poco tempo, chi ha famiglia, chi ha già tanto da fare. Perché ogni capacità è preziosa, perché funziona e ne vale la pena, e perché solo così eviteremo la catastrofe ecologica ed economica già in corsa al galoppo, ‘crisi’ che è ‘piovuta dal cielo’ solo nel senso che l’abbiamo permessa.

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