La difficile situazione economica che continua a persistere sulle attività produttive del territorio, sta portando con sé una conseguenza su cui è necessario riflettere. Mai come in questo periodo si è assistito ad un così alto livello di suicidi nel territorio nazionale, di imprenditori che, ricoperti dalle passività a causa della mancata riscossione di crediti, non riescono a trovare le risorse necessarie per far fronte a questa pesante situazione. L’ultimo episodio oltretutto si è verificato qui vicino, nel fanese, con l’ennesimo imprenditore che, non vedendo un futuro per sé e la propria famiglia, ha deciso di farla finita.

Una situazione che pone una questione importante su un problema che va tenuto sotto stretta considerazione.

E’ importante in questi casi che la politica sia vicino a chi cerca di “fare impresa” e a chi si assume i rischi principali delle attività produttive.

Una politica che paradossalmente, mai come ora, sembra essere troppo distante dal tutelare le attività dei piccoli imprenditori.

Ad oggi sono stati 23 i suicidi di imprenditori dall’inizio dell’anno e ogni giorno non si fa altro che constatare un drammatico aumento di situazioni-limite per molte persone.

Io ho sempre inteso la politica come sana amministrazione sociale e come mezzo di divulgazione dei più classici principi di vita, ed è proprio per questo che ritengo che la politica stessa deva essere l’esempio trainante e di sostegno in situazioni di questo genere, arrivando a ridurne, proprio come prima scelta, i privilegi.

In ogni stato sociale il compito degli enti pubblici è quello di garantire e sostenere l’economia di riferimento ed è pertanto necessario essere vicini al problema che va tenuto costantemente sotto controllo. Un problema che potrebbe rischiare di diventare una seria emergenza sociale.

Non dobbiamo demonizzare la politica, baluardo fondamentale della democrazia in Italia, ma dobbiamo sostenere quella politica al servizio della gente, sostenendo i piccoli imprenditori ed artigiani che creano lavoro e che non vanno considerati “ladri” solo perché dopo una vita di onesto lavoro non riescono ad adempiere a tutte le scadenze.

Il momento è difficile per tutti e dividerci può essere deleterio.