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Senigallia: coppie di fatto, rinviato in commissione l’istituzione del registro

Perini: "Si tolgono risorse alle Famiglie". Canti: "Per Perini esistono famiglie di serie A, B, C"

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Coppie di fatto, unioni civili

Si è riunito mercoledì 21 marzo il Consiglio Comunale di Senigallia. Tra i temi all’odg c’era anche l’istituzione del registro delle unioni di fatto, un tema tanto dibattuto a livello nazionale quanto suscettibile delle diverse sensibilità, e che per ulteriori approfondimenti è stato rinviato in I Commissione consiliare.

Tra i nodi da sciogliere le modalità di accesso ai diritti, la modulistica, le risorse.
Il consigliere del Gruppo Misto, Maurizio Perini, ha dichiarato di apprezzare il rinvio in Commissione perché è “una tematica troppo delicata per essere trattata in un semplice odg. Il rischio che una discussione in aula si trasformasse in uno scontro ideologico senza vincitori né vinti è stato per ora scongiurato“.

Ma Perini continua: “Le questioni poste sulla legittimità del registro, del conflitto con il dettato costituzionale e soprattutto del rischio di ridurre le risorse a favore delle coppie coniugate allargando la platea dei beneficiari, debbono essere trattate in maniera approfondita ascoltando i rappresentanti delle famiglie e le associazioni di genitori che sono parte direttamente interessata dalla vicenda“.

C’è una realtà di cui prendere atto – conclude Perini – e che necessita di essere normata, tenendo tuttavia conto del fatto che solo il Legislatore può avere una parola definitiva su questioni sulle quali troppo spesso devono appunto supplire magistratura e enti locali, con i rischi di un quadro complessivo disarticolato e di fatto in contrasto con la tutela della Famiglia riconosciuta dalla Costituzione quale cellula fondamentale della società nella quale educare i figli e assistere gli anziani“.

Immediata la replica di Stefano Canti (IdV) che ammette come il rinvio in Commissione sia stata la scelta migliore per approfondire tutti gli aspetti, anche quelli burocratici.
Però spero che la pratica vada avanti con velocità perché ancora ci sono coppie ‘invisibili’ per lo Stato che non hanno accesso agli stessi diritti di cui godono quelle sposate. Se il problema per Perini è che – allargando la platea dei beneficiari – si possano ridurre i contributi per le famiglie, è evidente come secondo lui esistano famiglie di serie A, di serie B, di serie C. E questo non è possibile in uno Stato laico dove non ci dovrebbero essere differenze davanti alla legge. Il suo è un discorso demagogico: ci aspettavamo che qualcuno mettesse i bastoni tra le ruote, ma questa battaglia di civiltà la porteremo avanti“.

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