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Ostra: fine settimana a Teatro all’insegna della musica e dell’umorismo raffinato

Il 10 e 11 marzo spettacoli "Bella Italia, ritroviamoci!" e "Due dozzine di rose scarlatte"

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Teatro Comunale "La Vittoria" di Ostra

Dopo il caloroso apprezzamento del pubblico presente al “Gran Galà dell’Operetta” in cartellone ad Ostra nella scorsa stagione teatrale, sabato 10 marzo alle ore 21.15, torna al Teatro Comunale “La Vittoria” la compagnia d’Operette “Bella Epoque”, con un nuovo spettacolo, che vuole essere un omaggio alla canzone italiana e alla nostra memoria storica.
Bella Italia, ritroviamoci! è infatti una lunga, coinvolgente passeggiata negli ultimi centocinquant’anni
della nostra storia, ricordati attraverso le canzoni più significative, più care ai nostri ricordi, più affettuosamente custodite.

Per il pubblico, che già lo scorso anno, si è lasciato coinvolgere nello spettacolo, sarà una preziosa e indimenticabile occasione per rivivere stagioni ormai lontane o da poco trascorse, per recuperare vicende personali o racconti persi nella memoria, ascoltati dai nonni e immaginati da bambini.

La compagnia “Belle Epoque” si è formata nel 1982 grazie alla volontà e alla tenacia del Maestro Giorgio Tazzari e si avvale di un cast di tutto rispetto con il grande talento e la bellissima voce del soprano (soubrette) Dianora Marangoni, la soubrette Cristina Chiaffoni, la bravura del tenore Enrico Zagni, la verve brillante di Vittorio Regina. Ha presentato le proprie produzioni nei maggiori teatri italiani ed esteri e con grande apprezzamento anche in diverse trasmissioni televisive.

Domenica 11, alle ore 17, il palcoscenico è a disposizione della Compagnia Teatrale Opora, per la prima volta ad Ostra, che offre al pubblico un intramontabile successo di umorismo raffinato e di galante e discreta sensualità, Due dozzine di rose scarlatte.

Si tratta di un classsico del genere “telefoni bianchi”, scritto da Aldo De Benedetti e che De Sica scelse per il suo debutto alla regia nel 1940. Scritto nel 1936 e rappresentato per la prima volta al Teatro Argentina di Roma, il testo è ambientato negli stessi anni. La vicenda prende avvio da un mazzo di rose scarlatte, che la contessa Arduini ordina per errore all’ingegner Alberto Verani, scambiandolo per un fioraio.

Pensare ad un’avventura galante e metterla in atto è tutt’uno: Alberto ordina i fiori e scrive un intrigante biglietto firmato Mistero. Ma quelle rose finiscono casualmente nelle man idi sua moglie.

Da quel momento la vita dei due coniugi si trasforma: lui continua a tempestarla di omaggi floreali per vedere fino a che punto può giungere la sua vanità e la sua infatuazione; lei si innamora ogni giorno di più di quell’ammiratore misterioso. Il finale a sorpresa…

Info e prenotazioni
Fototecnica Ubaldi

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