Nevone 2012: nuove FOTO e nuova poesia dai lettori di Senigallia e Arcevia
Anche se la neve non scende più, continuano a "fioccare" immagini in redazione
Si è finalmente arrestata l’emergenza maltempo che per dieci giorni ha flagellato soprattutto il centro Italia, spingendosi fino alla Campania e alla Puglia, lasciando nelle nostre zone di Senigallia e della valle del Misa pesanti strascichi per la eccezionale quantità di neve caduta: fino a tre metri ad Arcevia. Non si ferma invece l’invio di materiale in redazione da parte dei nostri lettori.
Come vi avevamo anticipato al momento della pubblicazione di foto e video della bufera di neve che ha investito il territorio tra sabato 11 e domenica 12 febbraio, avevamo ancora altro materiale fotografico giunto alla nostra casella e-mail e sulla nostra pagina Facebook, che aspettava solo di essere messo on-line. Materiale che i nostri lettori ci hanno spedito in seguito ai nostri inviti a collaborare con noi per documentare al meglio eventi metereologici che non si ricordavano negli ultimi 5 lustri: era infatti dal 1985 che una nevicata così pesante non si abbatteva su Senigallia.
Stando, anzi alle stime dei meteorologi, la quantità di precipitazioni nevose che si sono riversate sulle Marche nei primi giorni di febbraio 2012 non hanno eguali neppure se confrontate con le perturbazioni analoghe del 1956 e del 1929. Ecco allora l’importanza di fotografare (è proprio il caso di dirlo!) queste giornate che sono già divenute storiche, pur nella drammaticità dei disagi che si sono creati.
Spazio, quindi alle altre decine di fotografie che i nostri validissimi e reattivi lettori ci hanno spedito. Gli scatti sono di Maria Virginia Ferroni, Sara Paganini, Fiorenzo Quajani, Francesco Mandolini, Mauro Gregorini, Paolo Formiconi, Andrea Piangerelli, Lorenzo Visi, Roberto Schiaroli, Simone Paradisi. Maria Coppa ha invece scelto di imitare Mirella Parasecoli e la coppia “Brile&Mallu”, inviandoci un suo scritto, che prende la neve e il freddo come spunto, per poi parlare di un Paese e del suo futuro “cristallizzato”.
Febbraio malinconico
E’ un Paese congelato
e non solo per le nevicate
e il freddo polare
E’ un paese cristallizzato
che è fermo, immobile
ad un semaforo sempre rosso
Il fiato trattenuto, per non sprecarlo
l’orecchio che oramai non sente più di tanto
giusto il necessario
per non scivolare nell’isolamento assoluto
Non si critica,
chi cerca di riparare un debito impossibile
come non si criticava
chi fino a ieri mentiva
sapendo di mentire
E’ un paese in bilico
tra il cielo e il mare
tra il cemento e lo smog
tra le stelle e le stalle
tra lacrime amare e ciniche risate
Mentre il futuro
è solo una foto sbiadita
come se fosse già passato
e il passato è come
se non ci fosse mai stato.
Mary C.
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