Al posto del Mattatoio di Senigallia, depositi e uffici comunali
Dopo il blitz dei consiglieri d'opposizione non cambia la rotta della Giunta: si allarga il centro ambiente
Il mattatoio comunale, che ha cessato la sua attività a fine 2011, entro pochi mesi verrà smantellato e riconvertito nel giro di pochi mesi. Dopo il blitz dei consiglieri comunali del PPE-PDL di Senigallia all’interno della struttura, è dall’Assessore ai lavori pubblici che arriva la notizia della riconversione per spostarvi depositi, magazzini e uffici comunali relativi al centro ambiente e all’economato.
Quella che era dunque un’iniziativa politica al fine di denunciare la perdita di un servizio importante per la città e non solo, non ha sortito l’effetto di spostare di un grado la rotta intrapresa dall’Amministrazione comunale.
Eppure quel tour dentro quelle stanze fredde, ma “calde” per via delle ragioni di chi ci lavorava, forse a qualcuno avrebbe fatto cambiare idea. Perchè vedere quella struttura – la più grande e importante dell’intera Provincia di Ancona – con tutto quel materiale costoso, ancora in ottimo stato, utilizzato fino ad un mese fa e pensare che sarà venduto per appena 60.000 euro (solo dopo una contrattazione partita inizialmente da 30 mila €) ad una ditta di Pisa, fa pensare che forse una strada diversa si poteva intraprendere. Se non altro per la rivalutazione dei materiali che, a detta dei consiglieri e dei lavoratori che ci hanno accompagnato nel tour, sono stati svenduti ad una “cifra ridicola“.
Costruito 50 anni fa e ristrutturato e modernizzato nel 1995, il mattatoio comunalelascerà il posto a depositi, magazzini e uffici del Comune di Senigallia. Tutto il movimento attorno a quella struttura avrà un costo di circa 150 mila euro per sette mesi di lavoro, in cui veranno realizzati al piano inferiore i depositi e gli spogliatoi per gli addetti comunali di centro ambiente, verde e rifiuti; vi verranno immagazzinate poi le attrezzature dell’ufficio elettorale e dell’economato. Mentre per il piano superiore ancora non è pronto alcun progetto: si parla solo di un centro del riuso per i cittadini, per evitare che alcuni oggetti finiscano in discarica, ma la destinazione d’uso non è certa.
Certa è invece l’idea che gli allevatori, la BovinMarche, i consiglieri Paradisi, Marcantoni e “l’ex” Pazzani avevano e che ora è stata riportata alla luce da Mazzarini, Cicconi Massi, Cameruccio e Rimini: che si sta gettando una risorsa per il territorio, sinonimo di garanzia di qualità per il settore alimentare e agricolo, e un’occupazione per almeno 10 persone. Dipendenti che solo dopo la crisi (secondo l’opposizione consiliare, indotta dall’aumento delle tariffe decise dal Comune) hanno risentito del minor volume di bovini, suini e ovini in quella che era la struttura più importante della Provincia.
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