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Amianto, discariche a cielo aperto a Senigallia

L'Ala segnala all'Asur situazioni allarmanti. Montanari: "Si intervenga presto"

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Lastre di amianto rotte rinvenute alla Cesanella di Senigallia

Non so se esordire dicendo purtroppo o fortunatamente. Di certo, continuano ad arrivare all’associazione ALA segnalazioni di cittadini su discariche di cemento amianto nel territorio di Senigallia. E così anche oggi (31 gennaio ndr) con il freddo e con qualche cenno di nevischio mi sono recato in alcune zone, segnalatemi da cittadini coscienti della gravità del problema.

D’altra parte il sottoscritto, onorato di rappresentare l’associazione ALA Onlus da quasi 8 anni, oltre a tante questioni che riguardano la salute del prossimo, si prende carico di informare e segnalare con foto “spesso allarmanti”, discariche di cemento-amianto accantonato a cielo aperto.

Questa mattina ne ho trovate due e fotografate:

Lastre di amianto rotte rinvenute alla Cesanella di SenigalliaLa prima riguarda una discarica di lastre, anche rotte in parte, accantonate nel giardino a fianco di un bar (zona Cesano) nei presso della rotatoria della Statale Adriatica. Molte persone, purtroppo, non conoscono le conseguenze di queste discariche non protette che possono liberare fibre di amianto che, se disgraziatamente inspirate, possono causare gravi malattie e la morte.

La seconda riguarda una discarica di lastre rotte e manufatti vari in cemento amianto accantonati lungo la pista ciclabile di Cesanella. Percorrendola sino al termine del percorso, si incrocia con una strada che poi sfocia sulla Statale Adriatica. In un cantone fuori di una abitazione è lì presente alle intemperie.

Il materiale fotografico, che allego con questo comunicato stampa, è stato inviato per conoscenza anche al dott. Giovanni Fiorenzuolo, direttore del servizio per la sicurezza dell’ASUR di Senigallia che, mi auguro, intervenga a riguardo in tempi rapidissimi.

Avendo lavorato alla Sacelit e di seguito allo stabilimento Italcementi di Senigallia come impiegato, posso ricordare dire che la fabbrica – quando era in piena attività negli anni ’70-80 e produceva amianto-cemento – determinava rischi per tutti i dipendenti dal punto di vista della sicurezza di ambiente di lavoro.

Se pensiamo che sono deceduti 4 impiegati tutti a causa dell’amianto: il direttore, il capo fabbrica, un impiegato tecnico (poi trasferitosi alla Sacelit di Volla) ed un’impiegata (deceduta per un tumore al pancreas), possiamo immaginare quanti rischi peggiori possono aver subìto gli operai che erano direttamente a contatto con la miscela di cemento-amianto che serviva per la produzione!

Lastre di amianto rotte rinvenute al Cesano di SenigalliaInfatti di operai ne sono deceduti tantissimi: nell’ordine di decine e decine. Anche negli ultimi giorni ne sono deceduti due a distanza di pochi giorni a causa di malattie che avevano compromesso i loro polmoni.
Per non dire di una signora che non ha lavorato alla Sacelit ed è deceduta per mesotelioma, ossia il tumore più grave che si conosca, che produce la fibra di amianto ingerita e fissata negli alveoli polmonari.

Insomma, Senigallia è una città piena di amianto-cemento, producendo tale materiale dal 1947 al 1983. Poi, la legge del 1992 ha stabilito la cessazione della lavorazione dell’amianto e lo stop alla sua commercializzazione.

All’epoca, l’allora sindaco di Senigallia Graziano Mariani fece una delibera di Giunta (la n°1171 del 09-10-1996) avente per oggetto: AUTORIZZAZIONE PROCEDURA PER ATTIVAZIONE CENSIMENTO EDIFICI NEI QUALI SIANO PRESENTI MATERIALI O PRODOTTI CONTENENTI AMIANTO. Probabilmente anche perché lo stesso, da sindacalista, veniva spesso presso la fabbrica Sacelit e, oltre che per problemi di carattere sindacale, avrà conosciuto bene l’ambiente in cui gli operai lavoravano.

Ma, guarda caso, l’ente preposto a questi tipo di censimenti, la Regione Marche, ha rigettato la delibera in quanto fu detto che o si faceva per tutti i comuni altrimenti non si poteva fare per uno soltanto.

La zona al Cesano di Senigallia dove sono state rinvenute lastre di amianto rotteLa Regione Marche fece una delibera regionale per il censimento in data 30.12.1997; esattamente un anno dopo la delibera dell’ex sindaco Mariani.
La prima fu per i siti pubblici, mentre successivamente la D.G.Marche MA/SAN fu del 18.9.2001, n.2174 dove si allargava il censimento anche alle singole Unità abitative private, con presenza di materiali in cemento-amianto.

Insomma parlano i fatti e credo non sia il caso di andare ulteriormente avanti, per non interferire nella diatriba che si è scatenata questi ultimi giorni in consiglio comunale ed a mezzo stampa.
Personalmente seguo la parte sanitaria, anche perché debbo pensare pure alla mia precaria condizione di salute, colpita da tre tumori da amianto che mi hanno reso la vita alquanto difficile.

Concludo quindi sottolineando che posso vantarmi di aver fatto i fatti finora e non detto soltanto tante parole. Tutto questo, a dispetto di tanti che non mi vogliono capire o fanno finta di non capire.
L’augurio è che si possa fare al più presto questo benedetto censimento!

Commenti
Ci sono 2 commenti
Carlo Montanari 2012-02-01 07:05:59
Ringrazio pubblicamente la Vostra Redazione che pubblica sempre e tempestivamente i miei comunicati.Involontariamente fate del bene al prossimo ed ai cittadini di Senigallia. Grazie
stefano 2012-02-20 13:24:05
Si avete perfettamente ragione ma tenete conto che il materiale da voi citato in zona cesano vi dico con certezza matematica che non è stato lasciato incustodito dai proprietari del terreno che bensì si sono attivati per lo smaltimento quanto prima. Purtroppo abbiamo a che fare con persone incivili e irrispettose per l'ambiente e ora i prprietari devono anche pagare di tasca loro per far rimuovere questo materiale!!!!!!!!!! E' una vergogna!!!!
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