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A Senigallia la “Giornata della Memoria” con le poesie di Ilse Weber

Numerose le iniziative organizzate per ricordare la Shoah

Cancello di Dachau

Comune di Senigallia e Comunità Ebraica di Ancona, in collaborazione con la Diocesi locale, hanno organizzato per giovedì prossimo, 26 gennaio, l’ormai tradizionale “Giornata della Memoria“. L’intento di questa celebrazione, come noto, è quello di ricordare la Shoah, termine ebraico che significa catastrofe, distruzione totale, con riferimento alle drammatiche persecuzioni della popolazione ebraica perpetrate tra la fine degli anni ’30 e il 1945.

Anche quest’anno rimarrà aperta al pubblico dalle ore 10 alle 17 la Sinagoga situata nel centro storico, in via dei Commercianti, dove saranno proposte anche visite guidate a cura di Mouseion. Sempre in Sinagoga alle ore 18 è in programma un appuntamento culturale curato dall’Associazione Sena Nova e intitolato “Ma quando avrà fine il dolore?”: la splendida voce di Mauro Pierfederici, accompagnato da Roberto Chiostergi alla chitarra, leggerà alcune opere in versi di Ilse Weber (“Poesie da Theresienstadt”), nella traduzione di Rita Baldoni.
Alle ore 19 effettueranno poi alcuni interventi Amos Zuares, in rappresentanza della Comunità Ebraica di Ancona; Maurizio Mangialardi, Sindaco di Senigallia; e Giuseppe Orlandoni, Vescovo di Senigallia.
La “Giornata della Memoria” si concluderà infine con una lettura di salmi.

Cancello di DachauAl capolinea del treno, ad Auschwitz, Ilse fu riconosciuta da un detenuto che era stato deportato con lei a Theresienstadt; lui la vide che cercava di consolare i suoi bambini messi in fila davanti alle docce e le si avvicinò, mentre le sentinelle erano lontane. Ilse chiese: – È vero che possiamo fare la doccia dopo il viaggio? -. Lui non volle mentirle e rispose: – No, questa non è una doccia, è una camera a gas. Ti do un consiglio. Spesso ti ho sentita cantare nell’infermeria. Entra con i bambini cantando nella camera il più in fretta possibile. Siediti con loro sul pavimento e continua a cantare. Canta con i bambini ciò che hai sempre cantato. Così inalerete il gas più velocemente, altrimenti verrete uccisi dagli altri quando scoppierà il panico -. La reazione di Ilse fu strana. Rise, come assente, abbracciò uno dei suoi bambini e si avviò con loro.

Ilse Herlinger Weber nasce a Witkowitz nel 1903 e muore ad Auschwitz nel 1944. Poetessa e scrittrice di testi teatrali per bambini, nel 1930 sposa Willy Weber e si trasferisce a Praga, scrivendo per periodici per bambini e lavorando per la radio ceca. A seguito dell’occupazione nazista del 1939, messo in salvo in Svezia il figlio maggiore, Hanus, la famiglia viene rinchiusa nel ghetto di Praga. Nel 1942 Willy, Ilse e il figlio minore Tommy vengono trasferiti nel campo di concentramento di Theresienstadt, dove Ilse si cura dei bambini dell’accampamento, facendo di tutto per aiutarli senza il sussidio della medicina (proibita ai prigionieri ebrei). Durante la prigionia, compone oltre 60 poesie e intrattiene i bambini accompagnandosi con una chitarra, per non far loro sentire l’orrore che li circonda.

Nel 1944 Willy viene trasferito ad Auschwitz e Ilse sceglie di seguirlo, con il figlio Tommy. Insieme a loro, anche i bambini dell’infermeria di Theresienstadt. Prima di partire per Auschwitz, Willy nasconde sotto terra in tutta fretta, nel capanno degli attrezzi, le poesie e canzoni che la moglie aveva composto nei due anni di detenzione a Theresienstadt. Queste composizioni testimoniano le innumerevoli tragedie di tanti bambini e anziani che si sono consumate in quel campo di concentramento. A guerra finita, Willi si reca a Theresienstadt e, tornato nel capanno, recupera il pacco che aveva sotterrato.
Quelle poesie sono ora diventate patrimonio comune dell’umanità. Ninne nanne, filastrocche e versi di straordinaria intensità nati nelle notti insonni che Ilse passava in infermeria accanto ai piccoli malati.

Le poesie di Ilse Weber sono state tradotte per la prima volta in italiano dalla prof. Rita Baldoni.

dal Comune di Senigallia

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