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Nuove ipotesi per un’urbanistica strategica a Senigallia

Riqualificazione intelligente senza sprechi per il collegamento tra centro e porto e tra i due lungomari

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Una bozza del ponte alternativoUna traduzione pratica alle considerazioni fatte, per l’area ampliata del centro, parte dall’analisi degli specifici limiti che presentano i vari piani del porto, della Sacelit-Italcementi, della Variante Costiera, del piano Cervellati e la variazione normativa al ribasso degli indici edificatori, tutti da rivedere e superare, con una più efficace proposta correttiva e alternativa globale.

Sul porto, ormai prossimo al completamento, appare inadeguata l’ipotesi di espansione della darsena maggiore sull’area del Navalmeccanico, che porterà ad un porto compresso e asfittico, dove la maggior superficie dello specchio d’acqua viene sottratta dallo spazio a terra, già insufficiente.

Il previsto nuovo accesso al porto, in zona esondazione, precario e assurdo, rappresenta il fallimento definitivo di una sofferenza progettuale decennale, colpevole di non aver guardato altrove e che non ha sollevato l’indignazione generale solo, per il fatto, che poche persone, ancora, riescono a inquadrare lo sfregio ambientale, che si andrà a segnare, su quella parte di città, che ha appena liberato una splendida prospettiva, dallo sbarramento visivo dell’ex cantiere escavazione porti che, sarà, tra l’altro, ripristinato dalla pesante maglia reticolare del nuovo ponte a fianco della ferrovia, tanto inutile per un’accettabile congiunzione tra i lungomari, quanto dannoso, per le sue rampe, che sottraggono spazio, più appetibile e prezioso per un utilizzo a verde e a parcheggi.

La riqualificazione del quadrante Sacelit-Porto separato da fiume e ferrovia, può meglio impostarsi, con un migliore accesso alla statale, più a nord, su via Mamiani, e con un nuovo ponte sul Misa, con le funzioni di passeggiata e carrabile, spostato, centralmente, sull’asse Vela-Uliassi, per saldare impeccabilmente, sul porto, come parti integranti di città i lungomari Mameli e Marconi.

Il collegamento tra quest’area e il centro storico, peggiorativo, per la restrizione pedonale al sottopasso di via Dogana Vecchia, determinata dalla muraglia viaria per il porto, sarà migliorato, se verrà mantenuta, su quest’ultimo, l’odierna condizione, includendolo nel circuito veicolare, che prosegue, a senso unico, sul nuovo ponte (dell’asse Vela-Uliassi), sul sottopasso di via Perilli, sul ponte del corso per tornare quì a chiudersi, cedendo, con l’altro sottopasso, le corsie residue ai nuovi percorsi ciclo-pedonali, che si svilupperanno ai lati del fiume.

Lo sviluppo del porto, come aspettativa di una città che aspira ad una offerta turistica del massimo livello, dovrà guardare a un ulteriore ampliamento, guadagnando a nord nuovo spazio dal mare, per insediare anche le necessarie strutture turistico-ricettive di supporto e una sorta di viale Ceccarini sul lato libero di via Mameli, il tutto a fronte di una perdita di soli 200 metri di spiaggia, e di pochi esercenti risarcibili da adeguati indennizzi o da proposte compensative.

La sovrapposizione del progetto Portoghesi a una diversa organizzazione urbanaMa è il fiume che offre le condizioni più appetibili per la più importante scommessa di riqualificazione urbana, col suo paesaggio naturale che si insinua, gradualmente e armoniosamente, su un gradevole ambiente costruito, come occasione di ridisegno del limite con la periferia, trasformato da elemento di separazione a congiunzione diffusa. Di esso non se ne è, invece, accorto Cervellati, che al pari della mobilità e della sosta, ha trattato questi temi, con sufficiente approssimazione, concentrando il suo notevole sforzo progettuale solo sulle direttive-tecnico architettoniche per i singoli edifici, fallendo, così, nell’intento di dare maggior valore aggiunto alla città antica, vista nel suo insieme.

A partire dal limite delle caserme gli scenari ipotizzabili sono di un nuovo portico, che andrà a sostituirsi all’attuale prospetto nord degli Orti del Vescovo, per seguire con una nuova piazza, da identificarsi sul fiume, con la palizzata dei portici, sul lato destro e le vie Rossini e XX settembre sull’altro, con al centro, in asse al canale, e per un modesto tratto, al di sopra della sezione idraulica, una passerella sospesa ciclo pedonale in legno lamellare che focalizza una più ampia visuale e incrementa gli attraversamenti.
I lati corti di chiusura della piazza, saranno definiti, a monte, dal ponte Garibaldi, incapsulato da un nuovo costruito monumentale economicamente autosufficiente e a valle dalla cortina prospettica del Foro e della Dogana. Il segmento successivo del fiume, diverrà parte integrante, con un’altra analoga passerella, collocata tra Foro e ponte della statale, di un collegamento suggestivo che da piazza Roma, attraverso piazza Simoncelli e il primo portico, restaurati, si aprirà al mare, sulla nuova piazza d’acqua della darsena Bixio.

Il nuovo perimetro del centro ampliato sarà riconoscibile anche sugli altri lati da una marcata caratterizzazione, rappresentata ancora dal fiume, ad ovest, col suo corso parallelo alla costa e un nuovo alveo allargato, fruibile, anche internamente, come parco.
A sud è la coppia di viali, in cui si divide l’arceviese, al suo termine, a segnare il margine, ma sarà via Leopardi a detenere il ruolo più significativo, con un progetto di viale ampio e organizzato, proiettato al mare verso piazza della Libertà, sul modello di un boulevard o di una ramblas.

Un’altra straordinaria sfida di riqualificazione, si gioca sul water front marittimo da raggiungere con tre equidistanti collegamenti di grande spessore che superano la ferrovia, rappresentati dalla via sul fiume, dal passaggio per la Rocca e i giardini Morandi e dal prolungamento di viale Leopardi, che penetrano perpendicolarmente tre diverse fasce architettonico-paesaggistiche, affiancate e incollate parallelamente al litorale, distinte in successione da una linea monumentale, sull’asse Foro-Rossini, da una linea ambientale, evidenziata dalla statale e improntata a verde e dal lungomare vero e proprio, da costruire, con la massima magnificenza nel tratto tra la Rotonda e l’hotel International, dove, a seguito della congiunzione, ritrova la sua effettiva centralità, dando vita, con i citati collegamenti trasversali e il corso parallelo a una completa e straodinaria passeggiata, con un itinerario che presenta e alterna, in successioni rapide, scenari suggestivi e spazi commerciali e ricreativi, finalizzati allo shopping e al tempo libero.

Una considerazione importante va fatta sulla pratica attuazione di queste proposte che possono trovare ostruzione unicamente da un’amministrazione non disponibile a rivedere le scelte fatte, anche quando riconosciute sbagliate.
Non ci sono, invece, problemi di natura economici, semmai modesti allungamenti di tempi per le correzioni, in quanto le risorse sono reperibili da progetti capaci di autofinanziarsi o come nel caso della Sacelit-Italcementi dal recupero di somme disponibili per l’urbanizzazione da dirottare a un utilizzo più consono, evitando così sprechi ingiustificati per opere inutili.

da Paolo Landi

Paolo Landi
Pubblicato Venerdì 6 gennaio, 2012 
alle ore 20:31
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