Il cinema d’autore a Senigallia prosegue con il più bel film di Bergman
"Sussurri e grida" la pellicola in proiezione alla Piccola Fenice martedì 10 gennaio
Prosegue l’omaggio a Ingmar Bergman con la rassegna monografica di gennaio, in corso alla Piccola Fenice di Senigallia. L’appuntamento è per martedì 10 gennaio con “Sussurri e grida” (91’). La rassegna continua il 17 gennaio con “La fontana della vergine” (89’), il 24 gennaio con “Scene da un matrimonio” parte I e il 31 gennaio si conclude con “Scene da un matrimonio”, parte II. La Stagione cinematografica 2011-12 promossa dal Comune di Senigallia, è curata dall’associazione Linea d’ombra. Inizio proiezioni alle 21.15. Ingresso con tessera.
Il film in programmazione il 10 gennaio, “Sussurri e grida”, uscì nel 1972 e fece subito incetta di premi internazionali tra cui quello della Commissione superiore tecnica al Festival di Cannes nel 1973. Tra gli altri, un anno più tardi conquistò anche l’Oscar alla migliore fotografia (di Sven Nykvist, già fido collaboratore del cineasta svedese) e il Donatello 1974 al miglior regista straniero, oltre al David speciale agli interpreti Harriet Andersson, Ingrid Thulin, Liv Ullmann e Kari Sylwan. Dall’Europa agli Stati Uniti, questa pellicola di Bergman ha raccolto riconoscimenti per la regia, la sceneggiatura, la fotografia, gli attori. Per alcuni è il film più bello di Bergman, complice anche la straordinaria fotografia di Nykvist che dà corpo alle visioni del cineasta.
Ispirato al teatro di August Strinberg, a detta dello stesso regista “Sussurri e grida” è l’unico film di quelli da lui realizzati che possa essere pensato a colori e nello specifico in rosso, cromatismo dell’anima. La storia è incentrata su Agnese, giovane donna colpita da un male incurabile e al cui capezzale vegliano freddamente le due sorelle Karin e Maria, assistite anche dalla badante Anna. Il film offre occasioni per analizzare l’anima femminile e il modo ambiguo a volte in cui questa reagisce alla sofferenza. È un film sul dolore, sulla pietà. Le due sorelle si rivelano fredde e distaccate sia nei confronti della sorella malata, sia nei confronti dei rispettivi mariti, rabbiose per un motivo o un altro. L’unica figura di cuore è la badante Anna, quella che porge sussurri alla moribonda Agnese e la consola, memore anche della perdita della giovane figlia. Alla morte di Agnese, la pia Anna viene però liquidata rapidamente dalle due sorelle piene di rancore, così come la proprietà dove Agnese viveva, una villa alla periferia di Stoccolma. Gli ultimi fotogrammi del film sono di un lirismo memorabile, proiettati nella ormai passata gioia delle tre sorelle giovani e spensierate insieme, sostenuti da una frase del profeta Geremia: "Quando le grida e i sospiri saranno passati".
da Circolo Cinema Linea d’Ombra
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