Il premio di Senigallia a Cristian Gabarrini, braccio destro di Casey Stoner
Intervista all'ingegnere: dal sodalizio con il pilota australiano al rapporto con la sua città - VIDEO
Si è svolta, presso la sala consiliare del Municipio di Senigallia, la premiazione di Cristian Gabarrini, attuale ingegnere capo della HRC guidata da Casey Stoner, campione del mondo nella categoria MotoGP. A consegnargli questo prezioso riconoscimento alla carriera erano presenti il Sindaco Maurizio Mangialardi e l’assessore allo sport Gennaro Campanile.
Il binomio formato dal nostro concittadino e il pluricampione del mondo australiano è oramai un marchio che è garanzia di vittoria da anni nel mondo del motociclismo.
Il sodalizio di Gabarrini e Stoner infatti ha avuto inizio ben prima dei recenti successi nell’ultima stagione mondiale. L’ingegnere infatti, fortemente voluto sia dalla casa Giapponese che dal pilota Australiano, è il braccio destro dell’attuale campione del mondo dai suoi esordi in KTM nelle classi minori.
Per capire a pieno l’importanza del lavoro svolto da Gabarrini basti osservare l’ultima deludente stagione di Valentino Rossi: uno delle cause del flop del pilota pesarese è proprio lo scarso feeling con il proprio team di ingegneri.
A margine della cerimonia abbiamo rivolto alcune domande a Gabarrini:
Come è iniziata la sua avventura nel mondo dei motori e più precisamente, del motociclismo?
Ad essere sincero, il mio sogno da bambino era quello di diventare un pilota professionista; sì, insomma, intraprendere in prima persona la carriera motociclistica. Questo non è potuto accadere per uno svariato numero di motivi, tra cui mi piace annoverare una mamma molto apprensiva.
La passione per motori e moto è quindi una cosa innata che mi porto dentro da sempre: poter seguire da vicino questo mondo è stato il mio personale modo di realizzare il mio sogno di bambino.
Com’è nato il sodalizio con Stoner?
E’ un sodalizio oramai stagionato: ci conosciamo da molti anni, molto prima che lui approdasse alla Honda. Abbiamo lavorato insieme alla Ducati e anche prima. Le nostre strade si sono divise per un breve periodo a causa del suo passaggio di categorie ma ora… eccoci qua nuovamente.
Inutile dire che per me seguire da vicino un fenomeno come Casey è sicuramente un onore infinito. Non nego che sia un onore non certo privo di oneri: vedi la responsabilità della messa a punto, ma anche la gestione del carattere molto forte di Casey.
Che rapporto ha con la sua terra natìa Senigallia?
Direi stupendo: nonostante ci passi meno della metà dell’anno, per me tornare a casa è sempre un piacere infinito. Non nego di essere fortemente legato alle miei origini: il mio lavoro mi permette di girare continuamente il mondo, è sicuramente una fortuna indicibile che mi permette ancor più di apprezzare Senigallia quando torno a casa.
Che ruolo ha avuto nella rinascita della Fossa del Diavolo, una vecchia pista di cross della zona?
Credo marginale; sicuramente mi sono battuto perché questa pista da Cross non andasse in malora. Piste come questa sono un patrimonio in via di estinzione in primis per gli amanti della moto, ma anche per la città stessa.
Un patrimonio che va salvaguardato.
VIDEO: la premiazione e le dichiarazioni di Cristian Gabarrini
di Lorenzo Ceccarelli
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