Espropriati da Autostrade: a Senigallia una raccolta delle testimonianze
La proposta di Emanuela Belardinelli per condividere le proprie vicende e farsi ascoltare
Arriva da una cittadina di Senigallia la proposta di una raccolta di testimonianze da parte di chi ha subito un esproprio per conto di Autostrade per l’Italia. Una proposta che incomincia dalla ex titolare della SAEM, Sabbiature per l’edilizia e la metallurgia, che nel 2010 ha dovuto chiudere i battenti. Emanuela Belardinelli racconta la sua storia e vuole così condividere la rabbia e la frustrazione con chi ha subito un esproprio. E magari avere più voce per essere ascoltati.
"So che in moltissimi avete letto i miei articoli, quindi penso vi ricorderete di me. Comunque, per quei pochi che ancora non mi conoscono, sono brevemente a ricordare la mia vicenda: mi chiamo Emanuela Belardinelli, un anno fa l’ente autostrade ha espropriato il terreno che per 30 anni è stata sede dell’attività del mio defunto padre e che successivamente è passata a mio fratello.
L’indennizzo è stato irrisorio e il Comune, che 30 anni fa aveva rilasciato sullo stesso (terreno accatastato come agricolo) un permesso per insediamento produttivo, lo stesso Comune che oggi concede ad una associazione non riconosciuta quale il Mezza Canaja, una sede, non ci è stato per nulla di aiuto, anzi…
Ma non sono qui a polemizzare per l’ennesima volta sull’ingiustizia subita, oggi sono qui per raccontare le conseguenze di tutto ciò: i disagi e il dolore che ne sono conseguiti.
Giorno dopo giorno, ho visto sparire molte delle cose che ho amato. Mio fratello ha perso l’azienda ed ora è senza lavoro, con debiti da pagare, e noi, per amore suo, per non vederlo con la vita rovinata a 30 anni, abbiamo deciso di vendere una parte di quella casa che mio padre ha costruito con una vita di sacrifici.
Vedere il cartello "VENDESI" è per me fonte di un dolore immenso, sintomo di un fallimento, il mio, per non essere riuscita a proteggere le persone che amo e la memoria di mio padre.
Stamattina, passando davanti alle macerie che un tempo furono l’azienda di mio padre, guardando la casa dei vicini strozzata dai lavori degli operai di "Autostrade spa", ho pensato che, come me, ci sono persone che hanno vissuto e vivono ciò che ho vissuto io, che conoscono il mio dolore, il mio senso di impotenza e frustrazione e soffrono della sconfitta.
Perchè che cosa possiamo noi, comuni cittadini, noi che veniamo considerati numeri da abbattere a forza di ruspe in nome di un interesse pubblico che ci ha annientati?
E così mi sono detta: perchè non raccogliere le testimonianze di coloro che vorranno raccontare, di chi ha bisogno di dare voce al proprio dolore e al senso di impotenza che li ha investiti dopo una vita di sacrifici sfumata nel nulla.
E così sono qui, a chiedere a chiunque volesse di scrivere, di raccontare la propria esperienza, il proprio stato d’animo, la propria rabbia. Non so bene cosa ne uscirà fuori, forse nulla, forse invece qualcuno avrà voglia di ascoltarci per una volta… perchè io non voglio e non posso arrendermi.
Ho bisogno di fare qualcosa, per me stessa, per la mia famiglia, per mio padre che non c’è più, e per tutti quelli che come me non hanno intenzione di rimanere in silenzio.
Perciò, per chiunque ne avesse voglia, lascio qui di seguito il mio indirizzo e-mail, nella speranza che vogliate contattarmi.
Grazie in anticipo
Emanuela Belardinelli
emanuela1975e@alice.it"
da Redazione
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