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Luca Carboni a Senigallia con "Senza Titolo Tour": l’intervista di 60019.it

Il cantautore bolognese sarà al Teatro "La Fenice" il 3 dicembre per la tappa zero della sua nuova tournèe

Luca CarboniLuca Carboni sta per ripartire con un nuovo tour che porterà in giro per l’Italia il suo ultimo album "Senza Titolo". Senigallia si prepara ad accogliere il cantautore che sabato 3 dicembre si esibirà in concerto al Teatro "La Fenice" per la prima tappa del suo live.
60019.it ha incontrato il cantautore pochi giorni prima del concerto; ecco a voi cosa ci ha raccontato l’autore di "Ci vuole un fisico bestiale" nella chiacchierata.

Ci siamo quasi, il "Senza Titolo Tour" sta per partire. Come mai la sua scelta è caduta proprio sulla città di Senigallia?

Me ne hanno parlato molto bene diversi artisti. Su tutti Samuele Bersani, che mi ha caldamente sollecitato a venire proprio alla Fenice raccontandomi la sua personale e positiva esperienza nel vostro teatro. Ed ora che sono quà, posso dire che è sicuramente la scelta giusta. La Fenice è un ottimo teatro, il palco è grande come piace a me, penso che sarà un gran concerto.

Che spettacolo si devono aspettare i suoi fan che accorreranno alla Fenice sabato 3 dicembre? Sarà un live che volgerà lo sguardo principalmente a "Senza Titolo" o prenderà in considerazione tutta la sua carriera?

Innanzitutto tutto, a livello scenografico saranno due concerti in uno. Più precisamente, abbiamo creato un allestimento scenico che dia l’idea di un doppio palco dove alterneremo i momenti più elettrici a quelli acustici, più intimi. Giocheranno un ruolo fondamentale le luci e le immagini che verranno proiettate durante la performance. Per quello che riguarda la scaletta, ripercorrerà tutta la mia carriera dal 1984 ad oggi. Sarà presente almeno una canzone tratta da tutti gli album che ho fatto; l’intenzione è quella di portare in scena una trentina di brani, e in certi casi farò un medley proprio per fare ascoltare più brani possibili. Per quello che concerne gli arrangiamenti, alcuni saranno fedeli alle versioni originali, altri saranno totalmente stravolti, probabilmente anche in base all’ispirazione del momento. Non mancheranno versioni unplugged, una veste sicuramente più intimista che sento particolarmente vicina alla mia cifra stilistica.

Parliamo un pò della tua ultima fatica discografica e partiamo proprio dal titolo. "Senza Titolo". Come mai questa scelta?

La scelta di questo particolare titolo nasce dalla volontà di non volere aggiungere parole inutili all’opera. Un pò come fanno gli artisti nelle arti figurative. Ovvero togliere tutto quello che potrebbe essere superfluo. In questo caso, nell’album abbondano già titoli, parole e racconti. Non vedevo la necessità di sovraccaricare il tutto con un’ ulteriore denominazione. E poi, in qualche modo credo che il titolo, sia racchiuso anche nell’immagine stessa: un padre e un figlio che camminano insieme volgendo lo sguardo al futuro.

Entriamo un pò più nel dettaglio della tracce dell’album. I singoli di lancio "Fare le valigie" e "Riccione – Alexander Platz" hanno in comune la tematica del viaggio, dell’andare da qualche parte o in qualche direzione. Anche "Senza parole" , canzone che si rifà all’immagine di copertina rimanda ad un cammino. Qual’è il filo di arianna che le collega in qualche modo?

Luca CarboniLa tematica del viaggio, inteso non solo come spostamento fisico, ma come crescita è un concetto sicuramente molto presente in tutto il mio lavoro. Più nel dettaglio "Fare le valigie", che è il singolo che ha anticipato l’uscita dell’album, si presenta come un brano apparentemente leggero, sulla voglia di evasione, di libertà, sul piacere che si cela dietro le speranze di una nuova avventura che ci si appresta a vivere.
"Riccione – Alexander Platz" è invece, forse la canzone più amara del disco, nel brano io faccio un po’ un bilancio della mia generazione che negli anni ’80 era estremamente creativa, diversa dalla precedente, una generazione che sembrava culturalmente aperta, che ha assistito alla caduta del crollo del muro di Berlino, e da cui forse, era lecito aspettarsi qualcosa di più incisivo sul piano sociale e politico.

Parliamo invece del secondo singolo estratto "Cazzo che bello l’amore" e delle polemiche che ha suscitato con le conseguenti censure e tutto il resto.

Francamente non me lo aspettavo. Era il 1983 quando collaboravo con gli Stadio e scrissi per loro il brano "Navigando contro vento"; ecco, in quell’album era presente la traccia "Gran figlio di puttana" eppure non ricordo polemiche così accese come è accaduto in questa occasione; considerando poi che sono passati più di 20 anni… speravo che si fossero fatti passi in avanti in termini di buon senso. In ogni modo, ho cercato di evitare di cavalcare la polemica , e poi alcune radio hanno trasmesso la canzone senza alcun problema… ammetto che il finimondo suscitato sul web mi ha divertito. Per quello che riguarda più nel dettaglio la canzone, questo brano fa parte un pò del mio modo di raccontare, la definirei una canzone leggera, ironica in un certo qual modo, dove nel ritornello la parola "cazzo" funge da tramite per arrivare ad una situazione più romatica, dove cerco di fotografare il preciso istante dell’innamoramento.

Era il 1984 quando usciva "… intanto Dustin Hoffman non sbaglia un film", più di 25 anni dopo esce "Senza Titolo", cos’è cambiato nel tuo modo di approcciarti alla musica?

Luca CarboniSono cambiate tante cose. La musica stessa è cambiata in generale. Se pensi che quando uscivano i miei primi album c’erano il vinile e il mangianastri analogico… è cambiato radicalmente il modo di fare musica, di creare e registrare un album. E in qualche modo, sono cambiato anche io, sono andato incontro ad una fisiologica maturazione sia come uomo che come artista. Quello che non è cambiata in tutti questi anni, è la mia voglia di suonare, di comporre e di esibirmi su di un palco.

L’album "Forever" ha venduto circa 70.000 copie, l’omonimo "Luca Carboni" 700.000 arrivando al primo posto delle classifiche nazionali e rimamendoci per più di un anno, "Persone Silenziose" ha toccato quota 500.000. Numeri impressionanti e sicuramente impensabili nell’attuale panorama musicale. Come è cambiato il mercato della musica?

Sta cambiando tutto in modo vorticoso. La fruizione stessa della musica oramai non passa più per l’acquisto dell’album. Ci sono nuovi canali, nuove piattaforme virtuali. La musica è diventata libera e in qualche modo gratuita. Ecco che la dimensione del live diventa ancora di più fondamentale perchè si crea un’esperienza emozionale unica e non riproducibile.

Dovendo tastare il polso alla musica Italiana, qual’è la situazione generale?

Il mondo musicale nazionale non se la passa molto bene. Questa crisi del disco la sta influenzando pesantemente; le case discografiche non dispongono più delle capacità economiche che avevano anni fa, e così non possono più investire nel mercato dei nuovi talenti. Nessuno si può permettere di bucare un disco.
Ecco perchè proliferano i talent show. Questi programmi sono nati appunto nel tentativo di trovare nuovi personaggi più rivolti alla dimensione televisiva. In questo modo, magari vengono alla ribalta degli ottimi interpreti ma senza nuove proposte musicali. Si preferisce puntare sull’esecuzione di un vecchio brano già famoso, invece, di investire su qualcosa di veramente nuovo.

di Lorenzo Ceccarelli

Lorenzo Ceccarelli
Pubblicato Mercoledì 30 novembre, 2011 
alle ore 18:43
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Commenti
Ci sono 2 commenti
Vale 2011-12-01 08:37:44
grande artista bella l'intervista ;)
marco 2011-12-01 15:04:06
bravi
continuate così ragazzi! mi piace 60019!
ATTENZIONE!
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