Legge regionale sulle Politiche Giovanili, intervista all’Assessore Campanile
Si al protagonismo giovanile, forti dubbi sul ruolo degli enti locali come Senigallia e sulle fasce d'età
Gennaro Campanile, Assessore alle Politiche Giovanili del Comune di Senigallia, interviene sulla legge recentemente approvata in Assemblea Regionale, relativa alla valorizzazione del ruolo dei giovani e alla loro integrazione sociale. L’assessore PD esprime nel suo giudizio anche qualche riserva sulla possibile esclusione delle autonomie locali dai momenti decisionali e sulla fascia anagrafica dei soggetti che saranno coinvolti.
La legge sulle Politiche Giovanili – approvata dalla Regione Marche il 22 novembre scorso – nasce con l’intenzione di mettere i giovani al centro nella costruzione del futuro, recependo quanto impartito dalle disposizioni europee.
I suoi obiettivi principali – scondo quanto ha affermato l’Assessore regionale Serenella Moroder in un precedente articolo – sono, infatti, creare occupazione, integrazione e promozione sociale dei giovani; favorire l’istruzione, la formazione e la mobilità; permettere la conciliazione della vita professionale con la vita personale e familiare.
Quali sono le ricadute sul Comune di Senigallia? A tal proposito abbiamo intervistato l’Assessore alle Politiche Giovanili, Gennaro Campanile, che dopo un’attenta lettura, ne delinea pro e contro.
"Sono d’accordo – esordisce Campanile – con l’Assessore regionale Moroder quando afferma che i giovani sono una risorsa per la comunità, soprattutto in questo momento: faccio riferimento all’articolo 1 della legge. Il loro ruolo è centrale per la vita comunitaria e segno di attenzione per quanto ci chiede l’Europa. Concordo anche sul fatto che la trasversalità delle attività di espressione, come la musica, il teatro, il cinema, ecc… sia un tema caro per le Politiche Giovanili che si pongono così in forte interazione con la comunità".
Ma l’Assessore di Senigallia esprime alcune riserve per quanto è contenuto nel corpo del provvedimento, e precisamente nel ruolo delle realtà locali e sulla la fascia d’età dei giovani che saranno interessati.
Secondo la legge, la Regione si porrà come programmatore e supervisore degli enti locali – provinciali e comunali – per la pianificazione e programmazione degli eventi, per la loro erogazione e valutazione.
"Ciò che lascia interdetti – secondo Campanile – è l’apparente concentrazione del controllo nelle mani della Regione, che potrebbe lasciare inascoltati e disattesi le istanze ed i consigli sulla pianificazione degli eventi. In una parola, la cancellazione del ruolo di Province e Comuni come coprotagonisti dell’organizzazione".
Sul target di ragazzi coinvolti, la legge sembra riguardare i giovani che hanno un’età compresa tra i 16 e i 35 anni. Campanile ritiene più idoneo arretrare l’intervallo a 14-29 anni: "Quella è la fascia giusta nella quale un giovane può sistemarsi e sul quale potrebbe meglio realizzarsi un’efficace politica di educazione ed orientamento".
Per "sistemare" queste problematiche, in conclusione, Gennaro Campanile ha comunque affermato che, poichè la legge è di recente approvazione, presto si avvierà un tavolo di confronto con la Regione. Tavolo di confronto che l’Assessore regionale Moroder avrebbe in realtà già avviato, stando a quanto afferma: "La legge nasce da un percorso approfondito di concertazione e condivisione non solo con gli enti locali ma anche con le associazioni giovanili del territorio marchigiano".
Ma il futuro incontro servirà per rivendicare il ruolo di protagonista svolto dal Comune di Senigallia. Senigallia che, come ricorda Campanile, "vede già le nostra associazioni impegnate per garantire spazio e futuro ai nostri giovani".
di Simone Paolasini
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