Pioggia di critiche sui Giardini Catalani di Senigallia
Il Gruppo Società e Ambiente corre ai ripari. Con una petizione
I nuovi Giardini Catalani non piacciono alla Città. Da luogo di incontro, svago e riposo un po’ trascurato e bisognoso di cure, con la riqualificazione di qualche mese fa sono stati trasformati in un prato all’inglese da cartolina e in un autocompiaciuto esercizio di estetica. Tutto questo perdendo di vista le caratteristiche principali di ogni luogo aperto al pubblico: l’accessibilità e la fruibilità.
Il prato all’inglese risente delle piogge ed è pienamente utilizzabile solo per pochi mesi all’anno. Le panchine, poche e rivolte verso la trafficata via Leopardi e il suo parcheggio di motorini, hanno soltanto una funzione estetica ed offrono l’ombra soltanto per qualche ora al giorno.
Il progetto iniziale di riqualificazione dei giardini, presentato oltre un anno fa, era molto più articolato e complesso del risultato finale che abbiamo oggi, ma aveva un grosso difetto: costava oltre un milione di Euro. Alla presentazione in pompa magna del progetto ha fatto seguito uno stanziamento di fondi, 400.000 Euro provenienti dal Senato, grazie alla mediazione della Senatrice Silvana Amati, amorevole matrona del suo bacino elettorale. Il progetto iniziale (invero un po’ barocco e adatto più ad un centro commerciale che a un Centro Storico) è stato drammaticamente ridimensionato, lasciando intatta l’opera più costosa e inutile, la pista d’atletica leggera in selciato che delimita i giardini. Per tutto il resto sono state fatte delle scelte minimaliste, non sapremo mai se per limiti di budget o per scelta progettuale.
Forte di queste considerazioni, il Gruppo Società e Ambiente, storica associazione ambientalista senigalliese, ha deciso di avviare una petizione aperta ai cittadini per chiedere l’apertura di vialetti pedonali all’interno del prato, l’installazione di altre panchine e la posa di qualche aiuola per rompere la monotonia del prato. La forma scelta per la petizione è la cartolina indirizzata al Sindaco, che sta girando assieme al passaparola e che potrà essere compilata nei banchetti che l’associazione ambientalista allestirà alla fine di ottobre proprio nei giardini. L’obiettivo dell’associazione è la raccolta delle cartoline e la loro consegna al Sindaco, per indurre l’Amministrazione a migliorare, con modica spesa e senza opere faraoniche, l’accessibilità e la fruibilità dei giardini. A non confondere gli sterminati spazi del Central Park con quel minuscolo angolo di verde e a consentire l’accesso ai giardini per chiunque, giovane o anziano, senza necessariamente doversi accomodare per terra.
In realtà lo scontento sui Giardini ha aperto qualche breccia anche fra gli esponenti della Maggioranza che guida la Città. Nell’ultimo numero de La Città Futura, la fanzine dell’omonima lista, Roberto Primavera, portavoce dei Verdi, si chiede se non possano essere apportate delle modifiche ai giardini, consistenti in "qualche sobrio camminamento" o "più panchine". Una concessione che sembra notevole, frutto della pioggia di critiche che in quattro mesi sono piovute sui nuovi giardini. Primavera resta anche fedele alla linea che vuole "i giovani" sdraiati sul prato ad usare il computer con l’impianto WI FI, figure leggendarie che fanno tanto moderno, ma che probabilmente esistono solo nell’immaginario di qualche Amministratore. Anche perché l’impianto WI FI pubblico ai Giardini Catalani non c’è e la chiavetta, se vuoi navigare sul prato, te la devi portare da casa.
Sempre l’ultimo numero de La Città Futura ospita un contributo di Americo Alessandrini, professore di lettere e cultore del dialetto, che si duole per la mancata restituzione dei giardini alla Città, un luogo dove generazioni di bambini hanno giocato ed imparato ad andare sui pattini, un luogo d’incontro per i cittadini divenuto caratteristico ed insostituibile.
Un luogo di svago e di incontro voluto nel dopoguerra dall’indimenticato Sindaco Alberto Zavatti, che, in anni difficili, ebbe la lungimiranza di destinare una bella porzione della Città al verde pubblico. Una cosa che oggi consideriamo scontata e dovuta, al punto di renderla scomoda e minimalista.
da La Piaga di Velluto
Ma non ci doveva esse na fontana? il percorso? i muri con le luci? la piazzetta con pianta della citta? E i soldi? spariti pure quelli?
La casalinga della Cesanella è come la casalinga di Voghera,sa fare di conto e riesce con poche ed efficaci parole a smontare "la puzzetta sotto il naso" di certi uominini di mondo ........che hanno fatto il militare a Cuneo.
Il Gruppo Società e Ambiente ha brillato in questi ultimi anni per essere rimasto quatto quatto e silente , solidale e sodale, a tutte le varie sconcerie urba-ambientali che le amministrazioni degli ultimi dieci anni hanno scaricato addosso alla città.
Adesso , tirano fuori la testa dal guscio e ci chiedono di inviare una cartolina : Saluti e Baci da Senigallia. Vabbè.... !!
Diciamolo questi nuovi giardini sono uno schifo,speriamo che con delle modifiche adeguate, sia riprestinato come un tempo.
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