Report del convegno a Senigallia sul servizio "Tagesmutter"
Nido domiciliare 0-14 anni poco conosciuto nelle Marche, l'incontro con Age, Nostos, Ass. Baby-Xitter
Il convegno di venerdi 30 settembre, a Senigallia, sul servizio Tagesmutter ha registrato una buona presenza e partecipazione di pubblico oltre agli sponsor (tra cui il Centro Servizi per il Volontariato) e agli organizzatori (Age, Nostos, Ass. Baby-Xitter) erano presenti l’Assessore ai servizi alla persona del Comune di Senigallia, Volpini, l’Assessore Regionale ai Servizi sociali, Marconi e la Presidente dell’Associazione Domus di Trento, Masè.
Ma vediamo per punti la sintesi del Convegno fornita da Alberto Di Capua.
"Servizio tagesmutter" o "nido domiciliare"? Trattandosi di un termine d’importazione straniera e con un significato letterale che non dà un’idea precisa sul tipo di servizio che offre ‘la mamma di giorno’, le istituzioni ritengono che l’assunzione del termine asilo nido domiciliare o nido familiare sia molto più chiaro.
Il servizio di asilo nido domiciliare. Per il momento non si pensa ad un servizio sostitutivo dell’asilo che noi tutti conosciamo ma ad un servizio integrativo e a supporto di quelli esistenti, al fine di offrire una possibilità in più alle famiglie.
La sperimentazione. L’asilo domiciliare non può essere introdotto con piena titolarità ma va sperimentato con gradualità nei tempi e nei luoghi giusti, al fine di valutare innanzitutto se sia effettivamente un servizio richiesto e poi se corrisponde alle aspettative di qualità e funzionalità. Naturalmente, anche la sperimentazione di un nuovo servizio, benché prevista dalla legge 9 del 2003, va collocata su un percorso normativo tutto ancora da costruire.
La formazione. Gli esempi riportati della mamma che si prende cura dei suoi quattro bambini in casa sua e della giovanissima laureata in scienze dell’educazione e titolata a lavorare in un asilo nido, indicano che probabilmente all’interno delle mura domestiche l’importanza dell’esperienza di maternità, sostenuta anche da titoli di studio ed esperienze di lavoro specifici, potrebbe finalmente disegnare la linea mediana della nuova ‘professione’.
Il costo del servizio. Le forze politiche, quelle sindacali nonché la giunta regionale sono al lavoro per regolamentare questo nuovo servizio, la sua figura di riferimento e il suo costo. Quest’ultimo, poiché il servizio si svolge a casa della mamma, potrebbe essere sensibilmente più basso, considerate le spese di gestione e di coordinamento psico-pedagogico. Comunque, l’esperienza di altre regioni evidenzia che il contributo pubblico alle famiglie non sempre è presente in quanto si consolidano rapporti economici con soggetti diversi (p.es. Banche o Aziende).
La domanda potenziale. Il nido domiciliare è una tipologia di servizio nelle Marche pressocchè sconosciuta (alcune nostre mamme conoscono le Tagesmutter perché magari le hanno conosciute fuori dai nostri confini). Forse Senigallia è stata la prima a richiamare l’attenzione del grande pubblico, proponendo una buona soluzione ai problemi delle donne nel conciliare il lavoro con la famiglia, e offrendo la sponda a molte famiglie che si trovano tagliate fuori dai servizi nido. Tuttavia, il fatto che non ci sia ad oggi una domanda espressa non significa affatto che tale domanda non esista.
La fascia 0-14. Quando le Istituzioni parlano di nidi domiciliari la fascia di età considerata è normalmente quella che va dai 3 mesi ai tre anni; tuttavia è auspicabile che la regolamentazione del servizio consenta la possibilità di ampliare l’offerta a bambini di età superiore in quanto le esigenze familiari sicuramente non variano in presenza di figli più grandi.
Territorialità e flessibilità. Sono questi gli aspetti estremamente decisivi che indurrebbero le famiglie a cercare un nido domiciliare. Nella costellazione di piccoli comuni che caratterizzano il nostro territorio (salvo rari casi di nidi comprensoriali -Fermo), l’impossibilità di costruire nuovi nidi per mancanza di risorse potrebbe indurre le Amministrazioni locali a inserire nelle proprie piccole comunità un servizio ad alta flessibilità, come quello in oggetto del Convegno.
da Alberto Di Capua
Age Senigallia
Per dovere di precisazione:la tagesmutter può essere anche una donna che non ha figli e che ha maturato la "vocazione" di prendersi cura di bambini in un ambiente domestico naturalmente dopo aver frequentato un corso di formazione ad hoc.Quindi la specificità della Tagesmutter non si basa sulla "maternità", nell'avere figli. Anche un uomo può rivestire il ruolo di "tagesmutter"...ma l'esperienza fatta in altre regioni dice che ha meno possibilità di una donna. La linea mediana Tagesmutter/educatrice titolata non si fonda sull'essere madre, ma i motivi per cui un genitore sceglie di affidare il proprio bambino/a ad una tagesmutter e non ad un nido o altra strutura esistente, sono: domesticità e calore famigliare, piccolo gruppo di bambini(max 5), flessibilità, economicità, rapporto stretto tagesmutter-famiglia ecc...
Naturalmente il rapporto è suggellato da un contratto e da un patto educativo anche.
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