I cattolici, la Chiesa e l’unificazione d’Italia
Svolto il 3° incontro a Barbara sul Risorgimento, venerdì 19 si chiude la rassegna con Ettore Baldetti
Venerdì 12 agosto il prof. Marco Moroni, docente di economia presso l’Università di Ancona, è intervenuto a Barbara su “Il contributo del movimento cattolico marchigiano all’unificazione nazionale”, nell’ambito un ciclo di conferenze e dibattiti organizzato dall’Assessorato alla Cultura, all’interno della mostra “Marchigiani nel Risorgimento”, aperta a Palazzo Mattei nei giorni festivi dalle 17 alle 19.
Il docente ha osservato inizialmente come l’unificazione non sia una meta raggiunta nel 1861 o nelle successive date delle annessioni di regioni ancora irredente, ma è un processo ancora in essere, in quanto non del tutto raggiunto a livello socio-politico, come dimostrerebbero talune velleità secessionistiche verificatesi anche di recente.
Il prof. Moroni ha infatti puntualizzato che avrebbe parlato dell’apporto dei cattolici all’unificazione in senso socio-economico, nel corso di un progressivo sviluppo attuatosi fra i decenni di fine Ottocento ed inizio Novecento, frenato inizialmente dalle condanne contro la partecipazione dei cattolici alla vita politica italiana ed il modernismo o liberalismo, espresse con il ‘Non expedit’ e il ‘Sillabo’ di papa Pio IX , che pure all’inizio del pontificato, tra 1846 e ’48, aveva dato un fondamentale apporto alla diffusione del movimento risorgimentale in un popolo italiano nella stragrande maggioranza cattolico e analfabeta.
Poi, con la “Rerum Novarum” del successore Leone XIII, qualcosa comincia a cambiare nella visione socio-politica della Chiesa: si assopisce la polemica anti-sabauda per le spoliazioni territoriali e si introduce una mediazione cristiana nella dialettica fra stato e mercato, o fra mondo operaio e padrone.
Nascono così le prime organizzazioni socio-economiche cattoliche: centri per l’assistenza di operai poveri e malati, leghe bianche per l’organizzazione e la tutela dei lavoratori, soprattutto rurali – in alternativa alle iniziative marxiste o socialiste -, banche o casse rurali, una delle quali fondata a Barbara dalla fiorente lega locale.
Un interprete di queste istanze fu Romolo Murri e la sua “Democrazia Cristiana” di inizio Novecento, che però trovò resistenze e opposizioni non tanto fra i reazionari-tradizionalisti, ma anche fra i cattolici liberali più moderati, che volevano cooperare e collaborare con le amministrazioni pubbliche tramite la mediazione ed il realismo.
Arrivando al pieno Novecento, in cui la Chiesa ha considerato come provvidenziale la fuoriuscita dal potere temporale, risulterà evidente l’importanza dell’apporto della componente cattolica al processo di unificazione nazionale, per la definitiva creazione di una casa comune italiana ed europea, di cui si sente l’urgenza e la necessarietà in questo momento di grave crisi economica.
Ettore Baldetti, insegnante di storia nel Liceo Scientifico di Senigallia, chiuderà venerdì 19 agosto il ciclo di incontri a Palazzo Mattei, illustrando i risultati di una recente ricerca e relativa pubblicazione inerenti ai “Garibaldini marchigiani nella campagna del Trentino del 1866”.
da Ettore Baldetti
Foto di Angelo Papi
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