Complanare e III corsia A-14: Senigallia "distratta" dal panem et circenses estivo
Partecipazione e Rifondazione accusano la Giunta comunale: "continua a far violentare il paesaggio"
Qualche giorno fa è entrata in esercizio la terza corsia dell’A14 da Senigallia verso Fano. L’Amministrazione Comunale si è espressa con i soliti toni trionfalistici, ritenendo prioritario il rapido avanzamento dei lavori, realizzato a scapito della qualità delle opere e delle mitigazioni ambientali.
Ma non è questo, a nostro avviso, l’atteggiamento che dovrebbe tenere un’Amministrazione a cui è delegata la tutela e la salvaguardia del territorio, una funzione che la Giunta Mangialardi non esercita più, ammesso che l’abbia mai esercitata, considerato che è stato pesantemente modificato, violentato, l’intero paesaggio della prima cinta extraurbana.
Per giungere a questa conclusione è sufficiente guardare lo stato delle opere da Nord a Sud, partendo dalle squallide barriere fonoassorbenti in Corten con cui è stata foderata la campagna a monte del Cesano e della Cesanella. Il materiale utilizzato, il Corten, è un acciaio a manutenzione zero, che si ossida subito in superficie mantenendo la sua durata garantita per trent’anni.
Un vero successo dal punto di vista dell’appaltatore, una sconfitta per un territorio che dovrebbe tentare di mantenere la sua valenza ambientale anche in presenza di un’autostrada e di una complanare. Un territorio che possiede attestati ambientali di tutti i tipi e bandiere di tutti i colori, almeno quelle che si possono ottenere con un’autocertificazione.
Nessuno sforzo è stato fatto per utilizzare le barriere vegetali antirumore, quelle con cui altre culture più sensibili hanno celato le loro autostrade. La funzione dell’Amministrazione doveva essere quella di sensibilizzare progettisti e attuatori nella ricerca di soluzioni sostenibili, almeno nelle aree contigue ai centri abitati.
Nessun tentativo è stato fatto per ridurre l’impatto dei giganteschi cavalcavia che emergono dalla campagna come leviatani di cemento e asfalto, incorniciati da guardrail più adatti al Raccordo Anulare che alla strada di accesso a tre abitazioni. Gli standard autostradali sono stati rispettati e nessuno dei delegati alla tutela del territorio ha aperto bocca per segnalare e chiedere la correzione dello scempio.
Proseguendo nella galleria degli orrori, troviamo i Borghi Ribeca e Coltellone, i cui residenti hanno segnalato le terrificanti barriere fonoassorbenti con cui sono state blindate le loro abitazioni, barriere alte più di sei metri e sempre dello stesso squallido materiale.
Possiamo solo immaginare il disagio climatico che vivranno i residenti per la mancanza d’aria e la calura, incrementata da quel muraglione in volgarissimo ferro.
Difficile al contrario immaginare come sarà la tanto reclamizzata area verde sopra la galleria della Complanare, stretta fra le barriere in acciaio e la platea in calcestruzzo della galleria. Probabilmente sarà un prato artificiale e anche qui sarà raggiunto l’obiettivo della manutenzione zero, per la gioia dell’appaltatore.
La galleria degli orrori prosegue in via Beccaria, in cui è stata costruita una fedele replica del muro di Berlino, un muraglione di cemento lungo circa 400 metri, alto sei metri e sormontato dalle barriere fonoassorbenti, a pochi metri di distanza dalle abitazioni. Un’opera destinata al contenimento della massicciata stradale, verso cui non si ravvisa alcun tentativo di attenuazione dell’impatto ambientale, dato che i lavori devono proseguire su altri cantieri per mettere in esercizio nuovi tratti autostradali.
Quella che si sta verificando con i lavori della terza corsia e della Complanare è una frattura fra il lato A e il lato B della Città: massima attenzione alla qualità urbana nelle aree del Centro Storico e del Lungomare; nessun interesse per le aree di seconda fila dove vive una consistente parte dei residenti.
Il "cono prospettico" della Rotonda, per usare un termine caro all’Assessore Ceresoni, contrapposto al "cono prospettico" assegnato ai quartieri della Complanare, costretti a ospitare un’Opera che dovrebbe servire, nelle intenzioni, al resto della Città.
I cantieri autostradali procedono spediti secondo il cronoprogramma di Autostrade per l’Italia e il comportamento dell’Amministrazione ha assecondato tutto ciò senza se e senza ma.
Tuttavia, non è accettabile che l’avanzamento dei lavori prosegua senza un’eguale sollecitudine nell’attuare le opere di mitigazione ambientale previste, con il rischio di vederle dilazionate nel tempo, con ulteriori cantieri aperti ed ulteriori disagi per i residenti.
I Gruppi Consiliari di Partecipazione e Rifondazione Comunista continueranno a farsi interpreti delle segnalazioni dei residenti, appoggiando le loro iniziative e portando le loro istanze in Consiglio Comunale.
Il cantiere autostradale e le mitigazioni ambientali possono e devono procedere di pari passo: questo è quanto dovrebbe essere garantito da un’attenta Amministrazione Comunale; la nostra, invece, sembra vivere in un’eterna Notte della Rotonda.
da Roberto Mancini, Paolo Battisti (Gruppo Consiliare Partecipazione)
Luigi Cosmo Damiano Rebecchini (Gruppo Consiliare Rifondazione Comunista)
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