Tante le persone che hanno assistito mercoledì 11 maggio 2011 alla presentazione di "Onde del tempo", la nuova raccolta di poesie di Mauro Marcellini, presso la Biblioteca Antonelliana nell’ambito della rassegna "Sognalibro". L’autore ha saputo alternare sapientemente momenti di lettura a momenti di riflessione filosofico-esistenziale sul tema predominante della temporalità fuggevole ma vissuta intensamente.

Cifra stilistica della nuova pubblicazione del professore e poeta Marcellini (ricordiamo le quattro raccolte precedenti "Primule Fucsia" (2007), "La Giostra" (2008), "Viaggi Infiniti" (2009) e "Sotto un solo cielo" (2010) è, stavolta, lo scorrere inesorabile del tempo, collegato ad un elemento specifico, l’acqua, come il titolo "Onde del tempo" opportunamente vuole rievocare.

Il professore-poeta lo descrive così: "Il libro è un viaggio, un sogno, un sospiro, un’emozione, è amore per le cose e le persone, quell’amore universale che ci fa vedere, con gli occhi del cuore, oltre l’orizzonte, verso l’infinito...". Egli è alla continua ricerca delle proprie emozioni (cfr. le poesie "Gerani alle finestre", "Il menestrello sognatore"), dei sentimenti, di personaggi più o meno centrali nella sua vita ("Andrea", "L’uomo di Aran"), a luoghi ben definiti ("Maurè" dedicata alla città natale di Senigallia; "Fantasmi" al dramma attuale dell’Aquila).

Manifesto programmatico di questa ricerca possono essere considerati tre componimenti in particolare: "La scala del tempo" ("Sale la scala del tempo/nel ventodei giorni/aquiloni legati/dal filo della vita/che scioglie il suo gomitolo/senza far rumore"), "Preghiera" ("Quante volte/ ti ho abbracciato/mare/ e ho cercato in te/la mia anima") e "Il cuore del poeta" ("Il cuore del poeta/sa/che […] /ci sarà un altro sospiro/un’altra emozione/da fermare nel tempo/e sulla carta").

Giulio Moraca, professore di filosofia e autore della prefazione del libro, non manca di ricordare che il titolo richiama il celebre "tutto scorre" di Eraclito: l’acqua (il "mare") rappresenta, con i suoi abissi insondabili e oscuri, le profondità dell’animo di Marcellini e dell’uomo in generale che egli stesso cerca di scandagliare e fare emergere in superficie.
Tutto è risucchiato e filtrato negli abissi: qualunque elemento (pioggia, vento, sabbia, bucaneve, rosa, arcobaleno), persona (celebre ed ispiratrice come Modigliani, ma anche parenti e amici), situazione, paesaggio (Senigallia, ma anche Parigi, l’Aquila, l’Irlanda).
"Il cuore del poeta – afferma Moraca – sa che ci saranno altre emozioni, in un cammino senza fine, come ’l’eterno ritorno’ di niciana memoria. Eraclito afferma anche che "la natura ama celarsi": ecco, Mauro cerca di restituirci a suo modo una spiegazione della Natura con dettagli che possono svelare la sua potenza. In tal modo ci viene restituito il legame inscindibile tra Uomo e Universo in maniera immanentistica, immediata".

Alla presentazione è intervenuto anche l’Assessore alla Cultura Stefano Schiavoni, il quale ha approfittato dell’occasione per salutare Marcellini, suo compagno di studi in gioventù e di lavoro (entrambi sono infatti docenti), e per ricordare l’apporto fondamentale dell’Associazione Culturale "Sena Nova" (rappresentata dal Presidente, il prof. Camillo Nardini) che non manca di dare importanti contributi al panorama culturale della città: la stessa Biblioteca di testi Brevi (BTB), editrice di "Onde del tempo", seppur piccola casa editrice mette in luce realtà e personaggi altrimenti sconosciuti e non rinvenibili nelle grandi case editrici.

Il pomeriggio di lettura è stato organizzato alternando letture di poesie scelte dal libro per opera di Serena Veschi e Antonio Maddamma; e non sono mancati intermezzi musicali grazie ai brani composti da Andrea Marcellini (chitarra acustica), figlio di Mauro, e da Andrea Maraschi (tastiera). Entrambi, già noti in precedenza per aver già suonato nella band indie-rock "Rainpops" (con la quale hanno fatto due tour nazionali, e che è apparsa sulla rivista XL di Repubblica e sull’NME, il più celebre magazine di musica indipendente del Regno Unito), ora si ripropongono in un duetto dal nome "a.m." con sonorità dalle influenze sempre britanniche e con brani estranei alle più recenti tendenze (hanno eseguito per l’occasione "I cannot cry", "A new day", "Format ME:", "Untitled"), anzi – a detta loro – "produzioni totalmente sincere e intimiste. Le vere influenze che seguiamo sono le nostre emozioni, punto".
Entrambi vogliono sottolineare la buona impressione suscitata tra il pubblico mercoledì: "Suonare canzoni così sincere in connessione con una serata di poesia e davanti ad una platea così eterogenea a livello di età e di gusti, ci permette di vivere la musica fino in fondo e di comunicarla al di là di qualsiasi barriera linguistica. Ad esempio, è stato bello quando a fine spettacolo diverse persone sono venute da noi per dirci che si erano commosse nell’ascoltare i nostri brani".

di Simone Paolasini
Fotografie di Claudio Torcoletti