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"Senso" di Luchino Visconti: proiezione alla Piccola Fenice di Senigallia

Il primo marzo l'avvio della rassegna cinematografica "Scene dal Risorgimento"

Senso di Luchino ViscontiNel mese in cui si festeggiano i 150 anni dall’Unità d’Italia, la Stagione cinematografica 2010-2011 di Senigallia in corso alla Piccola Fenice, propone la rassegna “Scene dal Risorgimento”. Ogni martedì di marzo, il pubblico potrà ammirare capolavori della cinematografia italiana ambientati o ispirati al periodo storico nel quale fu promossa e si compì l’unificazione. In proiezione cinque film tra i più belli della storia italiana: il 1 marzo “Senso” di Luchino Visconti, l’8 marzo “L’agnese va a morire” di Giuliano Montaldo, il 15 marzo “Allonsanfan” di Paolo e Vittorio Taviani, il 22 marzo “1860” di Alessandro Blasetti e il 29 marzo “In nome del popolo sovrano” di Luigi Magni.

Il film che apre la rassegna, martedì 1 marzo, è “Senso” (1954) di Luchino Visconti, straordinaria pellicola che scatenò numerose polemiche e segnò il dopoguerra, nello stesso anno in cui usciva “La strada” di Fellini.

Tratto da un racconto di Boito e interpretato da una magnifica Alida Valli (la Contessa Serpieri), Visconti punta l’attenzione sul ruolo dell’aristocrazia nel Risorgimento. Secondo Visconti infatti, quest’ultima non seppe affiancare il popolo nella lotta, perché troppo concentrata su bisogni personali, e finì dunque per tradire gli ideali che animavano il movimento di unità nazionale.

Questo si trova riflesso nella storia della Contessa Serpieri che, innamorata del tenente austriaco Franz Mahler (Farley Granger), gli concede ingenti somme di denaro originariamente destinate alla causa dei patrioti italiani e affidatele dal conte Ussoni (Massimo Girotti). Quando la Contessa scopre che quei soldi non erano serviti al tenente per farsi esonerare dal servizio, ma per divertirsi alle sue spalle, decide di denunciarlo e lasciare che venga fucilato.

Martedì 8, tocca a “L’agnese va a morire” di Giuliano Montaldo, film toccante tratto dall’omonimo romanzo di Renata Viganò e primo nella cinematografia italiana che abbia per protagonista una donna. Contadina della bassa emiliana, Agnese vede i tedeschi portar via suo marito, comunista impegnato nella clandestinità che muore poi in un bombardamento. Decide così di entrare a far parte dei partigiani.

Da quel momento si emancipa anche come donna, diventando fondamentale per la lotta, pur restando umile e ancorata al buon senso. Mentre si avvia verso il luogo di una missione, viene fermata a un posto di blocco nel quale si trova un ufficiale che la riconosce. Nel cast figurano oltre alla protagonista Ingrid Thulin, anche Massimo Girotti, Michele Placido, Flavio Bucci tra gli altri.

Martedì 15 marzo, la rassegna prevede “Allonsanfan” di Paolo e Vittorio Taviani, film ambientato nella prima fase del Risorgimento, tra società segrete premazziniane e carboneria, fino alle successive spedizioni in meridione. Anche qui, i fratelli Taviani dichiarano la loro dedizione all’utopia, il desiderio di cambiamento nel senso di una maggiore eguaglianza sociale. Non è un caso il titolo che ricorda i versi iniziali della Marsigliese.

Nel cast primeggiano il bravissimo Marcello Mastroianni, nei panni dell’aristocratico lombardo, ex giacobino Fulvio Imbriani, la sorella Ester interpretata da Laura Betti e Lea Massari nei panni della compagna Charlotte che resterà uccisa in un conflitto a fuoco durante una spedizione rivoluzionaria nel Meridione. Martedì 22 marzo, sarà proiettato il film da molti ritenuto l’antesignano del neorealismo, “1860”, capolavoro di Alessandro Blasetti.

Uscito nel 1934, anche in questo caso, il regista sceglie di mostrare le masse contadine già in rivolta prima che arrivasse Garibaldi e prima che la parte aristocratica della società si mobilitasse. Gli eroi del Risorgimento sono dunque le classi popolari siciliane rappresentate dai protagonisti Carmeliddu e Gesuzza.

La rassegna si conclude il 29 marzo con “In nome del popolo sovrano” di Luigi Magni, film del 1990 che chiude una ideale trilogia contro il potere temporale del Papato (Nell’anno del Signore, 1969, e In nome del Papa re, 1977, i primi due). Protagonisti in un Italia tra 1848 e 1849, alla fine della Repubblica Romana, sono un frate barnabita, un nobile milanese e un popolano, che finiscono arrestati, condannati e giustiziati. Il film, nel quale figurano Alberto Sordi, Luca Barbareschi, Roberto Herlitzka, Elena Sofia Ricci tra gli altri, vinse il David di Donatello 1991 per i migliori costumi.


da Alessandro Piccinini

Alessandro Piccinini
Pubblicato Lunedì 28 febbraio, 2011 
alle ore 11:36
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