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Presentato il volume "I poeti dialettali di Senigallia"

… forse una speranzosa promessa: al primo volume, si vorrebbe farne seguire un secondo!

Auditorium San RoccoL’Auditorium di San Rocco è al completo, ma il pubblico è in maggioranza composto da volti di persone non proprio giovanissime. Strano, ma purtroppo vero.
Sul tavolo posizionati sul palco, i "padri" di quest’opera snella ed essenziale, che serve e servirà a non disperdere nel dimenticatoio, opere ed artisti di una Senigallia che però va inesorabilmente scomparendo. La speranza e l’augurio che ciò non avvenga appartiene a desideri partoriti solo da menti volutamente retoriche, e lo dico con rammarico, felice se dovessi sbagliarmi.

Ad aprire la serata, introdotto dalla presentatrice Anna Gabbianelli, è il Sindaco Maurizio Mangialardi che porge i suoi saluti e quelli della cittadinanza, ad alcuni dei poeti presenti in prima fila, unitamente a quelli, di cui si fa portavoce, della Presidente della Provincia di Ancona, Patrizia Casagrande. Mangialardi coglie anche l’occasione per un saluto particolare alla sua Preside, Prof. Renata Sellani, che oltre ad essere una delle poetesse inserite nell’antologia, ne è anche la curatrice di un excursus storico. Per il Sindaco il dialetto è lingua dei luoghi, elemento che a volte viene inteso anche come sintomo di divisione, mentre invece dovrebbe essere di unione, perchè è con esso che si inizia a ragionare per poi cominciare a muoversi.

Il presidente dell’Associazione Culturale La Fenice, nonché valente declamatore di alcune delle poesie contenute nel volumetto, Angelo Cicconi Massi, ha sottolineato come il pubblicare di questi tempi sia inteso come quasi una pazzia. Però è proprio per questo che aver trovato degli sponsor che appoggiassero questo progetto, è ancor più un motivo di orgoglio.
Si auspica di poter presentare un secondo volume, anche per poter inserire nomi ed ulteriori poesie, di chi è stato lasciato fuori involontariamente, per semplici ragioni di scelte, trattandosi questa di un’antologia che solitamente lascia strascichi polemici.
Polemica, anche se molto velata, che la si nota quando accenna al desiderio, di voler riprendere, come Associazione Culturale La Fenice, due concorsi di livello nazionale. Uno, di poesia denominato "Spiaggia di Velluto" e l’altro, internazionale, di pianoforte "Città di Senigallia", che ebbero a farci conoscere all’estero attraverso artisti divenuti poi famosi e di livello mondiale.
Per il Presidente, la mancata attenzione di qualcuno, ha fatto perdere a Senigallia due vere occasioni, ma non per questo, e qui invece prevale la vena ottimistica, bisogna piangere sul latte versato.

Domenico Pergolesi, il curatore del libro nonché altro lettore di alcune delle poesie in esso contenute, ha spiegato la nascita di questo volume che parte da Nicola Leoni con i 38 sonetti che compongono il poemetto "La bella Cast’lana". A Leoni sono poi stati aggiunti altri 16 colleghi artisti di grande valore.

A presentare ogni poesia prima della sua lettura è stato il Prof Giuliano Bonvini, che come ha tenuto precisare, lo ha fatto con la semplice impressione di un lettore qualsiasi. Da non intendersi quindi la sua, come una critica, o ancor meno, come un giudizio. Per lui il dialetto non va inteso come lingua minore, ma è la lingua della nascita tanto più che le Marche, regione al plurale, ha al plurale anche i suoi dialetti. La provincia di Pesaro con l’influenza romagnolo-emiliana, quelle di Ascoli e Macerata con quella abruzzese e Senigallia che posta al centro, con il proprio, a fare da dialetto di Frontiera. Simpatica la sua definizione di Leoni e del suo poemetto che lo paragona ad un Pascarella Senigalliese e la sua "La bella Cast’lana" alla "La Scoperta de l’America".

I valenti dicitori meritano una più che giusta citazione, ed allora come già ricordato, Angelo Cicconi Massi e Domenico Pergolesi. A cui si sono aggiunte le voci dell’unica dicitrice al femminile Patrizia Graziosi, il cui cognome è stato anche sinonimo di garanzia ai fini interpretativi. Ultimo, ma solo nell’ elenco, perchè i suoi valori di artista dialettale non sono solo conosciuti, ma apprezzati in modo entusiasta da tutti i senigalliesi ad ogni sua rappresentazione: Renzo Colombaroni, cosa che ci ha confermato anche in questa occasione.

A chiudere la serata Leonardo Badioli che ha illustrato l’acquaforte di Franco Fileri tirata in sole 50 copie. Un abbinamento pittura e dialetto, perchè entrambe nascono dal cuore. E come giusto che sia, almeno una semplice menzione agli sponsor che si sono resi disponibili finchè quest’opera "vedesse la luce": Comune di Senigallia, Banca Marche, Eurogas, Fiorini Industrial Packaging, Kiwanis Club, Lions Club, Rotary Club.

di Franco Giannini

Franco Giannini
Pubblicato Lunedì 7 febbraio, 2011 
alle ore 16:17
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Commenti
Solo un commento
Anonimo2011-02-09 11:53:24
manca Quilly
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