Le nuove scoperte archeologiche in Libia, incontro dell’Archeclub Senigallia
Svolta la conferenza con l'Accademico di Francia, Prof. Andrè Laronde, sugli scavi in cirenaica
L’incontro con il prof. Andrè Laronde, Accademico di Francia, è ormai un appuntamento fisso con la città di Senigallia che l’Archeclub lcoale ripropone ogni anno. Il tema della serata di martedì 31 agosto scorso è stato dedicato alle nuove scoperte archeologiche effettuate dall’accademico e dalla sua équipe francese nel deserto della cirenaica, in Libia.
La conferenza trae spunto dall’indagine preliminare svolta in occasione della costruzione di nuovi impianti di estrazione di una compagnia petrolifera. Infatti il professore è stato contattato dalla compagnia per studiare la zona di Derna, area per lui insolita visto che la sua presenza è generalmente legata alla costa cirenaica (es. Appollonia porto di Cirene, Latrun, Erythron).
Non si tratta dunque di uno scavo vero e proprio ma di prospezioni archeologiche che hanno interessato una quarantina di siti localizzati nella parte nord – est della cirenaica, area desertica e lontana dal Mediterraneo. Questi sono stati classificati in tre grandi fasce cronologiche: preistorica, classica e medievale-mussulmana.
I primi materiali risalgono a diecimila anni fa ed appartengono a popolazioni nomadi che percorrevano il paese nell’unica direzione est-ovest-est (a sud c’è il deserto). Essi si sistemavano in accampamenti temporanei di cui però non vi è traccia: molto probabilmente ancora a quell’epoca il paesaggio era verdeggiante e diverso dall’attuale.
L’età classica è attestata da resti di abitazioni appartenenti a genti libiche: sia i greci che i romani infatti, preferivano la costa (Cirene, Apollonia, Tolemaide e Tobruk per fare qualche esempio).
Le abitazioni erano ad un unico piano di cui rimangono spesso solo gli stipiti in grossi blocchi di pietra. L’economia era basata sull’allevamento di piccoli animali, prevalentemente ovini. Una curiosità: non esiste ancora il dromedario che in Libia arriverà solo verso il 50 a.C.
L’ultimo periodo indagato dal professore ospite fisso dell’Archeclub senigalliese interessa la fase islamica: tutta la zona era percorsa da carovane che dal Marocco e dalla Tunisia si dirigevano verso la Mecca.
Ma perché utilizzavano questa via? Per il professore non ci sono dubbi (e a supporto cita anche fonti storiche): la costa era infestata dai pirati cristiani e mussulmani. Meglio dunque passare sulle colline tra il mare e la grande depressione desertica a sud … la stessa strategia utilizzata nella campagna in Africa della Seconda Guerra mondiale culminata con la battaglia di El–Alamein.
Con questo riferimento alla “attualità” si è conclusa la serata e il programma estivo di conferenze di tema archeologico promosse dall’Archeoclub Senigallia, tenute da personaggi di risalto nel panorama regionale ed internazionale.
Il prossimo appuntamento “invernale” si terrà tra la fine di settembre e l’inizio di ottobre, ospite il prof. Mario Luni dell’Università di Urbino.
di Roberta Leone
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