Chiusa a Senigallia la personale di Mario Logli
Tanti i visitatori affascinati dal percorso di colori e segni promosso da Comune e Marcheshire Art
Si è chiusa domenica 1 agosto la mostra “Lieti colli e spaziosi campi”, personale del pittore urbinate Mario Logli allestita a Palazzo del Duca di Senigallia e realizzata grazie a Arearte e concept Marcheshire Art, con il patrocino di Comune di Senigallia, Provincia di Ancona, Regione Marche e la collaborazione di Mediateca delle Marche e Musinf.
Un avvenimento “importante per la città e il territorio”, aveva sottolineato l’assessore alla Cultura del Comune Stefano Schiavoni durante l’inaugurazione il 20 giugno scorso, ribadendo un convincimento dimostrato anche dall’aver concesso una sala così prestigiosa come Palazzo del Duca. In un affascinante intenso percorso di colori e segni attraverso le visioni di Logli, la mostra ha permesso a quasi 3 mila visitatori, sia cittadini che turisti, di ammirare quasi 60 opere (tutte tele olio e acrilico) appartenenti a diversi periodi e diverse serie di Logli, privilegiando in particolare il paesaggio marchigiano e città come Urbino, Recanati, Senigallia, Loreto. Suddivisa in tre parti, la mostra di Senigallia si articolava nella Stanza delle Isole Volanti (due stanze attigue), la Stanza delle Dame e degli Invasori e la Stanza dei Paesaggi evocativi (2 stanze attigue).
È stata dunque proposta una suggestiva selezione del lavoro e della poetica di Mario Logli, per la cui pittura, la critica ricorre sempre a concetti semantici quali figura, visione, poesia, lodando la precisione tecnica e la cura del dettaglio visivo al servizio della riflessione sulla contemporaneità.
Ribadisce l’importanza di questa mostra il critico Maurizio Cesarini, curatore per Arearte, “primo perché Logli aveva già frequentato questi luoghi presentando alcune opere in precedenza e dunque la sua attenzione a Senigallia non è una novità. Secondo, perché permane la sua capacità di trasfigurare le architetture e i paesaggi in forme e pensieri, dandogli un assetto poetico che travalica la specifica realtà delle cose”.
Una mostra “certamente caratterizzante” la definisce ancora Cesarini, “per il fatto che Logli, adoperando una propria grammatica visiva, non solo analizza e rappresenta il paesaggio marchigiano ma si pone sulla scia dei tanti autori che da questo hanno tratto ispirazione per la propria ricerca artistica. Primo fra tutti il grande fotografo Mario Giacomelli”. Un emblema dunque del genius loci che il concept Marcheshire Art intende promuovere e valorizzare.
La mostra di Mario Logli “ha emozionato e incantato moltissime persone che sono tornate più volte a visitarla – racconta la curatrice per il concept Marcheshire Art Federica Mariani – Questo significa che i quadri esposti trasmettevano sensazioni forti e che abbiamo raggiunto il principale obiettivo che c’eravamo posti: presentare un grande maestro come Mario Logli in maniera semplice e accessibile a un vasto pubblico, trasmettendo la sua poetica artistica e facendo parlare le forme e i colori che si ritrovano nelle sue opere. Con il suo linguaggio artistico ricercato e onirico, l’artista ha saputo comunicare le ansie, le paure ma anche le speranze di un nuovo mondo attraverso le isole volanti, che sono ormai nel cuore e negli occhi di quelli che hanno visitato la mostra”.
I testiin catalogo sono del critico Maurizio Cesarini, del direttore del Musinf di Senigallia Carlo E. Bugatti e dell’Assessore alla Cultura del Comune di Senigallia, Stefano Schiavoni, e Federica Mariani responsabile del concept Marcheshire Art.
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