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“La sicurezza di Senigallia va difesa insieme con i cittadini”

Incontro al Lions Club con i vertici locali delle forze di Polizia e Carabinieri

Lions Club Senigallia incontra Comandante Cardinali e Commissario PalcaniIniziato circa due anni fa incontrando i giovani del Mezza Canaja, il ciclo di appuntamenti promossi dal Lions Club di Senigallia proponeva, nella serata di giovedì 29 Aprile, un confronto sul tema della sicurezza con il Comandante dei Carabinieri della Compagnia di Senigallia Roberto Cardinali ed il Commissario della Polizia di Stato di Senigallia Roberto Palcani.

Lions Club Senigallia incontra Comandante  Cardinali e Commissario PalcaniCorrado Canafoglia, presidente della sezione cittadina del Lions Club, ha invitato i due responsabili delle forze dell’ordine a parlare di argomenti con giornalmente i cittadini possono toccare con mano, come lo stato generale della pubblica sicurezza, i rischi che possono derivare dalla crisi economica che colpisce le famiglie, il traffico di stupefacenti, i problemi legati all’immigrazione: in definitiva si è chiesto a Palcani e Cardinali se Senigallia può ancora fregiarsi di quel titolo di “isola felice” che da tempo la contraddistingue.

Commissario di Polizia Roberto PalcaniIl Commissario Roberto Palcani ha tenuto a sottolineare da subito come, al di là delle statistiche sui reati commessi negli ultimi mesi, quello che dà al cittadino il senso di sicurezza è il senso di vivibilità, di cura anche dell’arredo urbano e di lotta al degrado, menzionando la teoria delle Broken Windows (finestre rotte) di Kelling, secondo la quale un edificio che presenta una finestra rotta è più soggetto di altri ad “attirare” vandali che ne romperanno altre. A Senigallia questa teoria viene applicata grazie ad un’attenta lotta alla microcriminalità, alla collaborazione tra le forze dell’ordine e con l’associazionismo. Queste fruttifere collaborazioni sono tra i motivi per cui, a livello provinciale, il comitato di pubblica sicurezza si riunisce annualmente a Senigallia anzichè nel capoluogo.

Andando ad esaminare gli aspetti legati alla criminalità, Palcani esordisce affermando che non funziona affatto l’equazione immigrato clandestino=criminale: se si considera il fatto che la clandestinità è già di per sè considerata reato, coloro che arrivano in Italia e magari cercano casa a lavoro stanno già agendo nella reità (ma il Commissario non li considera criminali). Più colpevole di loro è semmai chi affitta case a decine di clandestini o chi li fa lavorare in nero! I criminali, quelli veri, nel territorio di Senigallia non sono che una manciata: gli stessi 20/30 individui che vengono ripetutamente segnalati, denunciati, arrestati, quasi mai espulsi e troppo presto rimessi in libertà. Fermati (temporaneamente, purtroppo) questi, che hanno in mano il mercato locale dello spaccio di stupefacenti, sono gli italiani che si muovono e mantengono vivo il “mercato”.

Ma la delinquenza non si ferma allo spaccio: per Roberto Palcani il rischio di tentativi di infiltrazione da parte della criminalità organizzata è sempre presente in una zona libera da clan, come sono le Marche. Sebbene i casi di usura ed estorsione siano stati quasi sempre riconducibili a fenomeni locali, la ramificazione ed il radicamento nel nostro territorio del crimine di stampo mafioso/camorristico sono rischi realistici: un primo filtro possono essere i professionisti locali, come  imprenditori, notai, avvocati, banchieri che possono venire a contatto con individui che provino a fare affari offrendo somme di denaro di dubbia provenienza.

Comandante dei Carabinieri Roberto CardinaliL’intervento del Comandante Roberto Cardinali è stato molto concorde con quello dell’omologo Palcani: con la collaborazione tra le forze dell’ordine si riesce ad offrire un prodotto migliore ai cittadini e maggior forza all’attività di controllo del territorio. Ma una grossa mano può e deve venire dai cittadini, che con le loro segnalazioni possono aiutare i tutori dell’ordine ad operare meglio, come avvenuto per il Rione Porto di Senigallia, in cui c’è stato un grosso scambio di informazioni con i residenti, che hanno contribuito attivamente a ripulire la zona dagli episodi di microcriminalità. “E manca veramente poco perchè al Rione Porto la pulizia sia completa” afferma Cardinali.

Negli undici Comuni che rientrano nel territorio di competenza della Compagnia di Carabinieri guidata da Cardinali risiedono circa 90.000 persone, di cui 5/6.000 stranieri: a parte poche unità, l’integrazione di questi è forte; molti di essi lavorano in campi e fabbriche del territorio ed non è difficile imbattersi in classi scolastiche composte per un terzo da stranieri. Sono poche le decine di individui (perlopiù tunisini, nigeriani e albanesi) che dettano l’incidenza criminale sul territorio: occorre quindi andare molto cauti con la criminalizzazione indiscriminata dello straniero, dell’immigrato. Paradossalmente, anche lo spacciatore non è che un operaio: spacciare è un “lavoro”, comporta fatica e l’italiano sta smettendo di farlo ma non per questo smette di consumare ed alimentare il mercato.

Cardinali evidenzia l’assurdo consumo di cocaina che sta prendendo piede ormai da troppo tempo: il livello è davvero preoccupante nelle Marche, e ciò che è peggio è che l’assuntore non si distingue più come in passato, ma è una persona apparentemente normale che lavora, ha una vita sociale normale, si interfaccia con gli altri… in poche parole si mimetizza, rendendo estremamente arduo il lavoro di chi (le forze dell’ordine) deve saperlo riconoscere.

Anche quando si parla di criminalità organizzata, il Comandante riprende il discorso di Palcani ed incita alla collaborazione dei cittadini per contrastarla: basta una telefonata in caserma per segnalare anche solo una targa, un nome, una società con cui si viene a contatto e che proponga denaro ed affari facili per stroncare un tentativo di infiltrazione criminosa, così come è bastata una telefonata di un cittadino alla finestra per fermare i ripetuti furti che si stavano susseguendo nel parcheggio della piscina Saline di Senigallia.

Volanti e Gazzelle non possono essere dappertutto in ogni momento, ma i cittadini, che vivono il loro quartiere e sanno cosa attorno a casa loro è “normale” e cosa no, possono contribuire ad una difesa collettiva del territorio, della sicurezza e della vivibilità.

Commenti
Solo un commento
suddito n.d. 2010-05-01 09:08:31
le tre scimmie

....."una difesa collettiva del territorio, della sicurezza e della vivibilità".

Ovvero le 3 scimmie e il quieto-comodo vivere nel rione porto: se (presunti?) spacciatori-ladri di polli non hanno nei condomini del rione un minimo d'ostruzionismo-ostracismo, ma anzi sono, quasi sempre, riveriti-giustificati-ignorati, è impensabile che le forze dell'ordine possano andare oltre un superficiale-apparente ripristino della legalità.
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