Senigallia, Gazzetti per il software libero
"Creare gruppo di lavoro con tecnici delle P.A. e associazioni, per lo sviluppo di progetti Open Source"
Un nuovo servizio importante, per risparmiare sui contratti pubblici di acquisizione del software applicativo, sarebbe quello di diffondere il software libero. I programmi informatici sono opere dell’ingegno soggette a "diritto d’autore". Chi li vuole usare deve pagare, ma esiste anche un movimento (cfr. www.senalug.org) per rendere libero l’uso dei programmi.
Sono "software liberi" quei programmi informatici che sono usati anche da P.A. e che ciascun utente può utilizzare in ogni modo, senza dover pagare licenze. Invece del "diritto d’autore" (copyright) nasce l’idea del "permesso d’autore" (copyleft), con il quale chi ha ideato un programma ne permette l’utilizzo gratuitamente, condividendo saperi e le esperienze.
Grazie a questa collaborazione i programmi "liberi" superano i problemi dei programmi "copyright": vulnerabilità ai virus, costi per aggiornamenti e sicurezza. Per diffondere il software libero serve un approccio più tecnico, pratico e libero da barriere politiche. Finora è mancato un politico che lasciasse la parola ai tecnici, e quindi le bocce sono rimaste ferme. Non a caso quindi, prima di scrivere questo articolo, ho recepito le problematiche e le ipotesi per risolverle da tecnici addetti ai lavori.
Bisogna partire da questa domanda: perchè le proposte e le interrogazioni nei vari consigli degli enti locali non hanno avuto seguito, malgrado l’impegno di tutte le forze politiche ed in particolar modo di alcuni autorevoli esponenti della sinistra radicale? A mio avviso è mancato un passaggio tecnico.
E’ necessario creare un gruppo di lavoro fra tecnici delle P.A. e le associazioni che esistono nel territorio, per lo sviluppo di un valido progetto di diffusione dei sistemi informatici "liberi". Tutti i programmi con i quali viene gestito il bilancio, la programmazione urbanistica, le paghe, ecc… hanno una loro ben strutturata base, che è il pacchetto Office.
Non si può far finta che non esista questa realtà, consolidatasi nel tempo perchè tutti i servizi software per le P.A. sono stati costruiti su basi applicative protette da copyright. Per superare le radicate abitudini all’utilizzo dei programmi coperti dal diritto d’autore, che offrono la certezza di essere riconosciuti come validi dagli interlocutori pubblici ufficiali (Stato, Regioni, eccetera), serve un progetto tecnico all’altezza della situazione complessa descritta, che non può nascere dalla manifestazione di una semplice volontà politica.
Il progetto può partire da un territorio come quello del Comune di Senigallia, ma deve svilupparsi attraverso il confronto fra associazioni e tecnici, ed infine approdare in quelle sedi (CNIPA, FORMEZ, Università) che possono definire una piattaforma di servizi facilmente utilizzabile dagli addetti ai lavori, anche quelli con limitate competenze informatiche.
Una volta creato un prodotto semplice "open source" si potrà avviare una fase di formazione, e solo al termine di questa si potrà ipotizzare una norma di legge per promuovere gradualmente l’uso del software libero.
Senigallia, il software libero con la campagna "Caro Candidato".
da Primo Gazzetti
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