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Senigallia, l’abilitazione alla raccolta dei funghi

Concluso il corso per un hobby che è soprattutto studio della natura e rispetto dell'ambiente

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Raccolta funghiGiovedì 4 febbraio si è concluso il corso per il rilascio del tesserino per la raccolta dei funghi che ha concesso così l’abilitazione per tale esercizio a una cinquantina di nuovi “adepti”.

Il corso ha avuto una durata di 21 ore, raccolte in 7 giorni e prevedeva una frequenza tassativa di non meno di 18 ore. Le lezioni sono state tenute nella sede dell’Associazione Micologica delle Marche (sezione di Senigallia) ubicata in viale Bonopera 55 (www.micologicasenigallia.it) dal docente micologo, GOTTARDI MARIO, della sezione di Ancona. Il tesserino rilasciato dalla Federazione Provinciale, avrà valore in tutto l’ambito nazionale, nel rispetto delle leggi in materia che variano di regione in regione.

Il pensare che l’indomani altre 50 persone avrebbero invaso i nostri boschi, in un primo tempo mi aveva dato da pensare, perchè vedevo costoro armati di bastoni rovistare nel sottobosco, procurando così ulteriori problemi alla natura, oltre quelli di già esistenti.

Ma mi sono dovuto ricredere immediatamente, assistendo alla lezione, per il modo con cui sono state spiegate ed approfondite le regole principali per un corretto rispetto nei confronti della natura facendo in modo, anzi, che questo hobby, alla fine, si renda utile alla tutela dell’ambiente.

Ho ascoltato attentamente come ci si deve avvicinare al fungo, come lo si deve visionare per apprezzarne tutte le qualità ed i pregi o analizzare quelli che sono i segnali indicatori di tossicità o peggio ancora della velenosità, ma sempre con cura, delicatezza e quasi timore, come quando un artificiere si appresta a toccare un ordigno esplosivo dimenticato nel tempo.

Si scostano delicatamente le foglie con il bastone, si osservano i colori, si prende visione delle lamelle, dei gambi, del cappello, poi ancor più delicatamente lo si prende con la mano facendolo ruotare lentamente fino che esso non si stacchi dal terreno. Avviene poi l’analisi olfattiva, la pulizia leggera e sommaria dal terriccio, un ulteriore controllo per vedere che non sia portatore di larve ed infine il posizionamento dentro il cestello tassativamente di vimini.

Nel mentre che assisto ad una di queste lezioni, penso come sia differente studiare qualche cosa che sia un piacevole hobby e come invece mi era penoso, secoli fa, il dover stare sopra quei libri per cui nutrivo una pesante allergia.

Qui gli “allievi” erano non solo attenti, ma partecipi alla lezione, con interventi richiedenti ulteriori precisazioni e non da profani, quali lo scrivente, ma già da intenditori evidentemente informatisi attraverso precedenti ricerche.
Tra questo pubblico, cosa che mi ha un po’ stupito, non solo pensionati (come mi ero stupidamente immaginato), ma un discreto numero di signore ed anche di giovani.

Sono uscito dalla serata con un dubbio che ancora mi perseguita…ma del come faranno a ricordarsi tutte quelle varietà di famiglie con i nomi latini, che poi vengono volgarizzati nella loro italianità e di cui poi ogni paese ha la sua versione locale. Si parlava quella sera della Famiglia dei Funghi Omogenei, e giù le varie specie, poi si è andati a parlare del TRICHOLOMA che all’osservatore meno attento ed informato, diciamolo pure al disinformato, sembrano proprio i funghi che più solitamente si vedono al mercato ed invece molti di loro non sono commestibili a causa dei loro sapori, mentre altri sono anche tossici. Ma si è parlato anche di TRICHOLOMA EQUESTRE…che in alcune zone veniva considerato tossico ed in altre veniva ritenuto prelibato.
Dopo vari studi si è giunti alla conclusione del perchè di queste diversità di giudizio dovute a reazioni fisiche diverse, giungendo alla conclusione che…sembra che si tratti di reazioni immuni-allergiche…come a dire che in qualcuno provoca una reazione del tipo shock anafilattico. Quindi per evitare errori oggi questo fungo viene considerato tossico e come tale da non raccogliere.

Consideratemi pure un fifone che non sa che cosa si perde, ma sono uscito dalla lezione più ricco di nozioni, più entusiasta e rispettoso delle bellezza che la natura ci dona di quanto già non lo fossi, ma anche più convinto che un piatto di tagliatelle ai frutti di mare…riservi meno incognite!

di Franco Giannini

Franco Giannini
Pubblicato Lunedì 8 febbraio, 2010 
alle ore 16:50
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