Senigallia, piano del verde e ricostruzione delle dune
Vecchi e nuovi progetti per la spiaggia di velluto. Il GSA: "leggere il passato per non ripetere errori"
Per l’approvazione del Piano strutturale del Verde del Comune di Senigallia, avvenuta nei giorni scorsi, si è parlato con enfasi della previsione della “ricostruzione delle dune” lungo alcuni tratti delle spiagge cittadine, come uno dei punti qualificanti dello stesso. Analogamente a come si era fatto qualche mese fa con il progetto “Ecogate” per il litorale di Ciarnin ed il Piano d’area delle Ex Colonie, sempre a Levante.
Operazione, quella della ricostituzione dell’ambiente dunale, complessa e difficile, ma certo meritoria ed altamente qualificante del nostro ambiente naturale.
Quello di cui ci si dimentica presentando questi progetti come molto innovativi, è che c’è già stato in passato un progetto simile, in buona parte realizzato, ma poi abbandonato, almeno per la sua parte naturalistica. Mi riferisco al progetto di “Passeggiata a mare” per il Lungomare Mameli, redatto dall’Architetto Margherita Abbo Romani, poi approvato, per ragioni di finanziamento, come progetto di “Risanamento Ambientale” del Lungomare Mameli. Progetto in cui anche chi scrive fu chiamato a dare un contributo, seppur molto modesto.
Il progetto ideato ed approvato agli inizi degli anni novanta prevedeva, oltre al rifacimento del viale con tutti i servizi, il marciapiede ed il muretto parasabbia, anche la ricostruzione della duna litoranea con una duplice finalità.
La prima soprattutto estetica, al fine di creare un giardino di mare e sul mare, utilizzando in primo luogo le specie vegetali psammofile, cioè tipiche delle spiagge sabbiose, che avrebbe permesso la parziale ricostituzione delle vecchie dune costiere. Questo fatto avrebbe avuto anche una finalità funzionale, quella di frenare l’erosione eolica e bloccare il trasporto invernale della sabbia dalla spiaggia al viale e oltre.
Il progetto venne realizzato in due fasi distinte, con buoni risultati, salvo che per la parte riguardante la ricostruzione della duna che presentò da subito diverse problematiche, in primo luogo a causa dei limiti oggettivi della ditta che aveva vinto l’appalto di questo settore dei lavori. Questo settore del progetto, negli anni successivi, venne completamente abbandonato e lasciato al suo destino, anche se la natura, per fortuna, ha poi fatto la sua parte.
Quello della “Passeggiata a Mare” era un progetto veramente innovativo, specie per il periodo, uno dei primi ad assumere concretezza in Italia. Negli anni seguenti poi ne vennero realizzati molti altri, in Europa ed anche nel nostro Paese.
Tutto questo non per rivendicare una sterile ed inutile priorità, ma solo per rammentare che quando si fanno progetti nuovi forse sarebbe opportuno non dimenticare le esperienze passate, anche allo scopo di non ripeterne gli errori.
da Giorgio Sagrati
Presidente del Gruppo Società e Ambiente
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