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Senigallia, l’allarme della Cna: 148 imprese aprono, 200 chiudono

Male il 2009: oltre 50 le aziende che hanno chiuso i battenti. A Senigallia il dato peggiore: -16

La Stafferia standard

CNALa crisi ha investito in maniera invasiva e lacerante l’economia cittadina e dell’area vasta senigalliese. La dura riprova della debacle ereditata dal 2009 si evince da una prima sommaria ma eloquente analisi del saldo tra iscrizioni e cessazioni, che ha sancito nell’arco del periodo in esame la perdita di 52 imprese all’albo artigiano, in virtù di 148 nuove iniziative e ben 200 chiusure.

Senigallia registra il dato peggiore in valore assoluto, chiudendo con un saldo di –16 unità aziendali, che replica il dato analogo del 2007, dopo un 2008 di parziale ripresa. Nel comune capofila della zona la crisi produttiva si è sentita eccome e le attività artigiane che compongono un albo di tutto rispetto, quasi 1.200 realtà nel territorio comunale (2.700 nell’area esaminata), hanno dovuto affrontare un periodo di stretta commerciale e finanziaria, che ha messo a dura prova la solidità e la sostenibilità di ciascuna di loro, attivando quell’ineludibile e irreversibile processo di selezione che probabilmente anche nel 2010 proseguirà il suo corso.

Desta una certa preoccupazione il fatto che si stia assistendo all’incremento di indici quali il tasso di mortalità aziendale, si registrino isolati casi di avvicendamento proprietario o nella compagine aziendale e soprattutto vi sia una forte decelerazione del dinamismo imprenditoriale che, soprattutto presso le valli antistanti la città marina, aveva anche nel recente passato animato e rilanciato quella importante fetta dell’economia fondata sulle produzioni, garantendo la tenuta del sistema nel suo complesso in virtù del principio di modulazione variabile dei settori.

Massimiliano SantiniAd onor del vero va detto che in questa zona si soffriva già da qualche anno ed i comparti investiti dalla delocalizzazione, quali il tac, ossia il tessile, abbigliamento e calzaturiero, la meccanica ed il legno hanno ripetutamente perso unità produttive, spesso sopraffatti dai colpi inferti dalla crisi e dalle impietose logiche competitive del mercato globale, che non ammette gratuite inefficienze.

Nel 2009 dunque si sono rimarcate con chiarezza le criticità strutturali di alcuni settori destinati a perdere in futuro ulteriore terreno in virtù di un profondo processo di ridimensionamento di mercato al quale non ci si può purtroppo sottrarre. Basti pensare al trasporto merci su strada (saldo –14 unità), il legno (-8), il tac (-8), la meccanica (-9), gli impianti (-10), l’autoriparazione (-2), per non parlare di aggregati settoriali che ad ogni livello territoriale hanno da sempre alimentato la crescita del tessuto imprenditoriale, ora anch’essi provati dalle dinamiche in corso, come le costruzioni e affini (-12).

La CNA ritiene doveroso impegnarsi in prima linea e di concerto con gli altri attori, istituzionali e non, che interagiscono nel territorio, affinché il desiderio di mettersi in gioco nel mercato del lavoro con le proprie forze attraverso l’avvio di un’attività autonomia non risulti svilita e ostacolata dalla sfiducia imperante in questa congiuntura e a riguardo nei prossimi mesi inoltrerà proposte ed attiverà interventi efficaci.

dalla CNA di Senigallia

Giovanna Curto (Presidente)
Massimiliano Santini (Segretario di zona)

CNA Senigallia
Pubblicato Martedì 12 gennaio, 2010 
alle ore 17:56
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