Il cantautore norvegese “Nordgarden” al Gratis Club di Senigallia
Parte la rassegna di musica indipendente: primo spettacolo con il cantautorato rock underground
Parte la rassegna di musica indipendente del venerdì al Gratis Club. Ad inaugurarla ci sarà Nordgarden, grande esponente del cantautorato rock underground e ormai da diversi anni personaggio di spicco nella scena europea. Apriranno la serata Luis Francesco Arena e Martin Hagfors.
Terje Nordgarden è un giovane folletto norvegese che scalda i cuori con la sua voce e la sua chitarra acustica. Il talentuoso songwriter è giunto al terzo disco, intitolato “Path of love”, che come i suoi due predecessori ha già riscosso un ampio consenso di pubblico e critica.
Ma è soprattutto dal vivo che Terje riesce a sviscerare le due “anime” che stanno a fondamento del suo modo di essere e di sentire: la spontaneità dello scambio, della comunicazione, e quella che lui definisce la “magia” del renderti partecipe dei suoi umori, delle sue proprie emozioni, senza pudore, dritto al cuore.
In occasione del suo concerto di stasera (venerdì 27 novembre, Ndr) al Gratis Club di Senigallia, lo abbiamo intervistato.
– Ciao Tarje, è un piacere averti qui. Cominciamo! Sono convinto che nulla accada per caso nella vita, niente è casuale, bensì “causale”. Quindi ti chiedo: dalla Norvegia all’Italia quale tuo trampolino di lancio. Come credi sia successo?
Io sono un pescatore e la mia pesca migliore è stata l’Italia. È la mia seconda casa, che mi tratta molto bene e mi fa sentire davvero contento ogni volta che ci torno.
– Per quel che riguarda il tuo processo compositivo, come ce lo descriveresti? Intendo dal punto di vista dell’approccio cognitivo. È un qualcosa di ben pianificato oppure un qualcosa che nasce e si sviluppa fuori dal tuo controllo, in maniera inconscia, quasi a non tener conto delle tue intenzioni? Ad ascoltarti credo la seconda…
Può succedere una domenica mattina, post sbronza e con il mal di testa. Oppure dopo aver fatto l´amore con una bella donna. C’ é un’ ispirazione che non si sa mai quando arriva. Allora la scrivo, poi la elaboro più tardi e alla fine la arrangio bene prima di registrarla.
– A posteriori, quindi come se tu fossi un osservatore esterno di te stesso: come giudichi il tuo ultimo lavoro “The path of love”? Ne sei soddisfatto?
Non sono mai soddisfatto. Magari è quello che mi fa andare avanti. Devo migliorare tutto: voce, espressione, suono… tutto. Sempre meglio.
– Cosa ne pensi della scena musicale “underground” italiana? Ci sono artisti che apprezzi in particolar modo e altri che proprio non sopporti? Vai, senza peli sulla lingua!
Molto, molto buona. L´Italia ha un vulcano sotto terra che sta per esplodere. Sono due le cose che mancano prima che i gruppi italiani emergenti conquistino il mondo: 1. Che i “vecchi” delle major italiane muoiano e vengano rimpiazzati da nuove forze, sperando che queste capiscano il potenziale e che è il tempo di cambiare le cose. Basta Eros Ramazzotti e tutta questa merda.
2. Una cura molto più acuta per l´inglese. E’ importantissimo questo per sfondare fuori.
per quello che riguarda le band, credo che i Giardini Di Mirò siano ammirevoli. Anche Zenerswoon.
– Parliamo della stampa specializzata: ci sono giornalisti che spesso, a mio avviso, non riuscendo a cogliere l’essenza ispiratrice degli artisti, tendono poi a sminuirli in diversi modi. Personalmente credo che il più delle volte si tratti dell’ esser frustrati o di scarsa capacità di elaborazione. Tu cosa ne pensi?
La cosa che mi da più fastidio è quando i giornalisti cambiano quello che dico nell’intervista per farla suonare bene. Se tu come giornalista vuoi far sentire ai tuoi lettori quello che dice un artista, metti esattamente quello che scrive o dice anche se sbaglia grammaticalmente. Tu che ne pensi?
Direi che hai proprio ragione! Ultima domanda: oltre a suonare in giro per l’Europa, stai anche lavorando a del nuovo materiale?
Sto registrando un nuovo EP, singolo e video che escono a fine marzo con un nuovo tour.
di Andrea Marcellini
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