Nuovo coordinatore per l’Italia dei Valori di Senigallia dopo l’uscita di Laura Lavatori dal partito di Di Pietro: alla guida del gruppo ora c’è Andrea Cesanelli, la cui nomina da parte del consigliere comunale Enzo Monachesi e da quello provinciale Favia è arrivata a nemmeno un giorno di distanza dalla "scissione". Cesanelli però era già stato indicato dal consiglio direttivo già da tempo come portavoce vista l’assenza dell’allora coordinatrice Lavatori.

Cambia pagina e passa oltre dunque il gruppo cittadino dell’IdV precisando che il divorzio di Laura Lavatori è conseguente ad una linea politica non consona a quella del partito. Nello specifico delle primarie, l’IdV a livello nazionale aveva deciso di nonappoggiare alcun candidato ma di aspettare e di sostenere poi colui/colei che risultasse vincitore dalle consultazioni di domenica 22 novembre.

"Laura Lavatori – afferma il neo-segretario Cesanelli – ha agito da sola e senza consultare il gruppo, andando a danneggiare il partito e la sua immagine. Inoltre da più di un mese era completamente assente dalla vita politica lasciando nella pratica il gruppo a se stesso. Il gruppo non si è sfasciato come si è letto sulla stampa, ma anzi è andato avanti. E’ normale che ci siano anche delle fuoriuscite, ma per ogni persona che esce ce ne sono altre che entrano, questa non è una galera".

Fa leva sulla correttezza il nuovo responsabile dell’Idv di Senigallia per quanto riguarda l’uscita "fragorosa" dell’ex coordinatrice che aveva sostenuto di essere stata messa da parte dai vertici del partito e da quelli del Pd nel momento in cui aveva sostenuto una candidatura alternativa, quella di Massimo Marcellini. Non solo diatribe di coalizione, ma anche beghe interne all’IdV hanno portato alla scelta di separarsi e su cui si stanno dando battaglia a colpi di conferenze stampa i fuoriusciti Chitti e Lavatori contro il gruppo a partire dal Consigliere Monachesi. Su tutte la questione della sede fisica del partito, vicenda per la quale si stanno smuovendo anche i vertici regionali e per cui la Lavatori non avrebbe dato la disponibilità.

"Va dato merito, interviene Enzo Monachesi capogruppo IdV in consiglio comunale, a questo gruppo per aver gestito le vicende del partito in totale assenza del coordinatore nonostante svariati tentativi di mettersi in contatto con lei. C’era un immobilismo dannoso proprio durante il periodo delle primarie che non ha fatto bene all’immagine del partito. L’Idv è fondamentale per la vita politica della maggioranza non solo per le sedute consiliari ma anche per le singole commissioni dove i nostri voti sono decisivi".

Per quanto riguarda le accuse di accordi politici e di giunte precostituite per marzo, il consigliere Monachesi risponde smentendo tutto: "Non c’è alcun accordo di qualsiasi tipo, noi siamo contrari a promesse preventive, finora su questa vicenda c’è stato solo un grande chiacchiericcio".

Sulla questione Marcellini però si confermano i contatti avuti con l’Idv, anzi Monachesi rilancia: "Marcellini si è presentato dall’Idv sostenendo che sarebbe stato pronto ad entrare ma voleva una posizione blindata e sottoscritta con un accordo per una nuova giunta Mangialardi- Marcellini. Ovviamente la risposta nostra è stata quella di un diniego deciso".

Non rassegnato però sembra che Marcellini sia andato pure a bussare alla porta di Mangialardi prima di uscire dal Pd come ha deciso di fare nei giorni scorsi per sentire quale "proposta" avrebbe potuto riservargli il neo candidato Maurizio Mangialardi chiedendogli un ruolo blindato, sicuro. Ma anche lì, sempre secondo monachesi, avrebbe trovato le porte chiuse. A conferma di ciò l’uscita pubblica di Volpini che tempo fa aveva assicurato che nella nuova giunta non ci sarebbe stato spazio per accordi e ruoli prestabiliti.

Ora l’uscita della Lavatori, che lascia il posto a Cesanelli e al gruppo che in sua assenza aveva continuato a lavorare in maniera autonoma, sarebbe dunque una mossa politica in vista dell’arrivoimminente dell’espulsione che i vertici regionali avevano già preparato e che avevano ritardato per un’uscita più "dolce", quella delle dimissioni.
Il resto è storia.

di Carlo Leone