Acqua privata, l’IDV scrive ai sindaci di Ripe, Castel Colonna e Monterado
Il Consiglio Comunale riconosca il servizio idrico come privo di rilevanza economica e l'acqua come diritto umano
Signor Sindaco,
con l’approvazione del DL 135/09 del 4 novembre 2009 da parte del Senato, all’art. 15 della nuova normativa, che modifica l’art. 23Bis della legge 133/2008, sembra tassativo che gli affidamenti diretti alle società a totale capitale pubblico (in house) potranno realizzarsi soltanto in via eccezionale, e dietro parere preventivo dell’Autorità garante della concorrenza e del mercato.
Il metodo ordinario di conferimento dei servizi pubblici locali risulta piuttosto la gara e la società mista. In quest’ultimo caso, comunque, il partner privato, individuato mediante procedura ad evidenza pubblica, dovrà essere socio operativo con una quota di partecipazione non inferiore al 40%. Significa che la gestione dei servizi pubblici locali, compreso il servizio idrico, sarà affare delle società private.
A questo proposito, il Presidente Antonio Di Pietro, ha più a volte affermato «come se non bastasse, il Governo, con la legge n. 126 del 24 luglio 2008, ha tagliato il Fondo per la ristrutturazione e l’ammodernamento della rete idrica nazionale che prevedeva lo stanziamento ai comuni di 30 milioni di euro per il 2008 e di 20 milioni per il 2009 e per il 2010. Gli enti locali non saranno più in grado di far funzionare i nostri rubinetti e saranno costretti a cederne la gestione. La scelta della privatizzazione è scellerata ed inconcludente, come dimostra il caso di Parigi. Dopo una lunga gestione privata, il sindaco della capitale francese ha deciso di rendere di nuovo pubblica la gestione delle risorse idriche poiché le aziende private avevano causato disservizi ed un aumento incontrollato dei prezzi. La stessa cosa è accaduta in Inghilterra. Ora il rischio è concreto anche in Italia».
Alla luce di quanto sopra, e facendo proprie le preoccupazioni e le determinazioni del Forum Italiano dei Movimenti per l’Aqua (www.acquabenecomune.org), lo scrivente presenta politica istanza affinché il suo Consiglio Comunale:
1) riconosca nel proprio Statuto Comunale il Diritto umano all’acqua, ossia l’accesso all’acqua come diritto umano, universale, indivisibile, inalienabile e lo status dell’acqua come bene comune pubblico;
2) riconosca con una delibera o un OdG del consiglio comunale il servizio idrico integrato come un servizio pubblico locale privo di rilevanza economica e si impegni ad inserire questo principio nel proprio Statuto Comunale in quanto servizio pubblico essenziale per garantire l’accesso all’acqua per tutti e pari dignità umana a tutti i cittadini, la cui gestione va quindi attuata attraverso un Ente di Diritto pubblico.
3) intraprenda tutte le azioni opportune al fine di contrastare i provvedimenti previsti dall’ art. 23bis Lg. 133/2008, come modificato dal’Art. 15 D.L 135/2009, che condurranno alla messa a gara della gestione del servizio idrico integrato ed alla consegna dell’acqua ai privati entro il 2011.
Distinti saluti
da Gianluca Perini
I concittadini che condividono possono scrivere ai proprio Sindaci una breve sul tema (la mail sui loro siti comunali), possono dare la disponibilità, con un post sul ns. sito, alla realizzazione banchetti di firme per una delibera comunale d'iniziativa popolare per sostenere l'istanza.
Non aspettiamo il ricorso buono e giusto della Regione Marche alla Corte Cost.le, riappropriamoci della percezione civile della nostra acqua.
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