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In attesa del maxi albergo, per il momento solo una mini pescheria

Senigallia, come del resto tutta l’Italia oggi, all’ombra - o quasi - dei gazebo

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Il "mercato" del pesce al porto di SenigalliaNon sono ancora le sette, e già ci sono capannelli di persone infreddolite, che attendono, nei pressi della “passerella” sul Misa, che ritornino in porto, le prime barche con il pescato della nottata. I volti sono tutti di persone anziane, poche le signore, e tutti con quelle caratteristiche che li fa definire come “gente del popolo”. La parlata, il modo di vestire, gli argomenti di cui discutono e nell’acquisto, la gestione oculata della spesa.

Chi può permetterselo, buon per lui, preferisce fare l’acquisto nel vivaio, anche se i prezzi del pesce sono leggermente superiori, ma si sa che le comodità si pagano. Mentre si cerca di ripararci dall’aria gelida che viene dal mare, nascondendoci dietro fortunosi paraventi, alcuni, muniti dei primi “passamontagna” preparano le bancarelle per la vendita, ponendole al coperto, si fa per dire, di gazebo precari muniti del solo tetto su “piedi” instabili.

Il "mercato" del pesce al porto di SenigalliaE’ strano come in Italia, e quindi anche a Senigallia, oggi, ogni necessità, ogni problema, ogni manifestazione, sembra si debba svolgere al coperto di una tenda, di un gazebo, come fossimo diventati tutti degli artisti circensi.

Li utilizzano i mercatini rionali sia itineranti che fissi, si usano per qualsiasi evento sia fiera che sagra locale, per non parlare poi dell’uso politico sia per le “Primarie”, che per “referendum”, o per quello sindacale sia per i “Sit-in” che per i picchettaggi davanti alle fabbriche durante gli scioperi, e poi ancora per le degustazioni dimostrative davanti ai supermercati, per i terremotati, per le esercitazioni dei vari volontariati, insomma una tenda, in Italia, non la si nega più a nessuno.

Il "mercato" del pesce al porto di SenigalliaSiamo un popolo di precari e non solo a livello lavorativo. Si perché un gazebo o una tenda sa sempre di temporaneità. Anche se è vero che un conto è doverci soggiornare per brevi lassi di tempo ed un conto è doverlo fare per lavoro, tutti i giorni con qualsiasi tempo.

Ed il caso preso in esame riguarda proprio il secondo caso. Il commercio del pesce sul molo del porto.

Il "mercato" del pesce al porto di SenigalliaDevo dire che affronto questo argomento con timore, ma non nel senso di esternare la questione, ma con la “paura” che questa mia richiesta venga esaudita in maniera faraonica, come ormai è entrato nell’uso comune delle cose, a Senigallia. Cose mirabilanti per una mirabilante città turistica, che se pure debbo accettare, non condivido. Ma qui il discorso si farebbe più ampio e correrei il rischio di andare fuori tema. Però, onde evitare quanto sopra premesso, dico subito che la mia proposta prevede: tempi brevissimi di attuazione, assenza assoluta di progetti di architetti Vip, esclusione dell’uso di materiale edile, niente marmi di Carrara, nessuna opera fognaria.

Detto questo, però, ritengo che sia gli operatori del “mercato all’aria aperta” che è la rivendita del pesce sul molo del porto senigalliese, che i loro clienti, debbano avere un minimo di conforto, soprattutto d’inverno, ma anche nella stagione calda.

Il "mercato" del pesce al porto di SenigalliaM’immagino, e voglio anche sperarlo, che qualcuno avrà già pensato di realizzare questa nuova pescheria e dove insidiarla definitivamente, ma quello di cui sono quasi certo, sono le date di realizzazione, che per ovvi motivi non potranno essere immediate.

Immediata però, è la necessità per chi ci opera, di una copertura, non solo sulla testa, ma anche nei lati che proteggono dal vento (siamo a 200/300 metri dal mare aperto e non in un ufficio riscaldato), di servizi igienici-chimici, di acqua corrente e non come attualmente dentro contenitori in plastica, cassonetti ad hoc per la differenziata, pedane isolanti dall’umidità che il tipo di vendita rende necessari, depositi per reti e retini che si stanno ammucchiando in modo antiestetico ed antifunzionale e quanto altro necessiti.

Le sedi delle associazioni veliche al porto di SenigalliaCome tutto questo, economicamente e in tempi assolutamente brevi?? Montando delle robuste tende similari a quelli che si usano, giusto per un esempio, in occasione dell’evento di Pane Nostrum. Facilmente montabili, ma altrettanto smontabili quando si realizzerà la nuova struttura, sempre che sia stata presa in esame e la si intenda edificare.
Lo spazio non manca, salvo che non sia stato impegnato per altre strisce blu.

Oppure, ma già i tempi immagino si allungherebbero, ospitare le dieci bancherelle (non sono di più!) all’interno dello stabile della Lega Navale e del Gruppo CIMA, trovando a questi altra ubicazione magari nei locali della Associazione Velica in cui è confluita la Lega.

L’area ex SEP al porto di SenigalliaMa un pensiero veloce mi passa quasi per caso…e se per incentivare e per non decentralizzare il commercio del centro, si dicesse "portiamo questa vendita di nuovo nella vecchia pescheria del Foro Annonario…" nooo, eh!! Sarebbe come chiedere troppo e magari sarebbe affermare "forse ci eravamo sbagliati…".

di Franco Giannini

Franco Giannini
Pubblicato Venerdì 30 ottobre, 2009 
alle ore 18:51
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Commenti
Ci sono 3 commenti
San Paolino 2009-10-31 10:49:28
Hai perfettamente ragione
Riutilizzare la pescheria al Foro Annonario sarebbe veramente troppo? ed ammettere di aver sbagliato da parte dei nostri arroganti amministratori sarebbe folle. Basterebbe guardare i nostri vicini di Fano dove oltre al funzionale porto, al mercato all'ingrosso del pesce hanno riqualificato (loro si) il mercato gionaliero del pesce al minuto ottenendone un luogo vivace ed economicamente valido per tutti. Noi abbiamo un bel Foro Annonario ma serve solamente per qualche sporadica festa. E come avere la "Ferilli" da guardare ma non viene a cena con te. Grazie ai nostri ammnistratori, al mercato della nostra senigallia non esiste più neanche una Macelleria. I turisti li porteremo a socializzare nei centri commerciali convinti che a casa loro non li abbiano. Siamo ridotti peggio che nel 1837 data di costruzione del Foro Annonario.
giorgino 2009-11-01 17:13:32
ma che vuoi fare !
a senigallia ci sta un sacco di jente pronta ai megaprogetti e poco alle cose utili!
ci sta da cambiare la testa ai senigajesi ed a quelli che li amministrano
Anonimo2009-11-03 10:28:08
Il molo del porto è la locazione giusta per l'attività della vedita diretta del pescato, doverlo far caricare sui furgoni per raggiungere un altro banco toglierebbe quella tipicità alla compravendita che è tipica sulle coste della nostra zona, ricordo quando ero piccolo (30 anni fa)che c'erano quei simpatici anzianotti che tiravano la tratta e poi vendevano il pescato alla gente che aspettava imperterrita anche 2 o 3 calate per l'acquisto che rimaneva più congeniale, capannelli si, in legno magari ma non fuori dal molo.
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