Maurizio Crozza e i suoi "Fenomeni" riempiono La Fenice di Senigallia
Tutto esaurito per l'esilarante apertura della stagione teatrale
Due ore di spettacolo per il comico genovese Maurizio Crozza, che, accompagnato da Andrea Zalone e Silvano Belfiore, ha dato il via con un "tutto esaurito" alla stagione 2009/2010 del Teatro La Fenice di Senigallia, portando sul palco il suo "Fenomeni": carosello di suoi personaggi vecchi e nuovi e di monologhi sull’attualità, soprattutto politica.
Era nell’aria che il pubblico rispondesse alla grande al richiamo di questo appuntamento, complici il clima da "teatrino" che la politica italiana ci sta offrendo in questi mesi ed il successo che lo stesso Crozza riscuote settimanalmente con le sue copertine del programma di Raitre Ballarò.
Ma lo stesso comico resta sorpreso di così tanto afflusso, tanto da iniziare con la proposta di fondare un partito: "Prenderemmo più voti di Mastella!" afferma sicuro. E, inevitabilmente si inizia con un esilarente viaggio nella politica di questi ultimi mesi, caratterizzati più del gossip che dalla vera azione politica, che si parli di destra o di sinistra, con le escort ed i trans, con Mariano "Crozza" Apicella che canta Il Chiodo Fisso (testo di un certo Silvio), con il Ministro Brunetta che partorisce riforme di quantomeno improbabile applicazione, e con il solo Presidente della Repubblica Napolitano, interpretazione che Crozza sta ancora sperimentando ed affinando, che si trova ad affrontare temi politici veri, come la firma delle leggi e dei decreti, che "con viva e vibrante soddisfazione" ogni giorno i suoi corazzieri gli portano prima della colazione.
Peccato che Napolitano vorrebbe prima mangiare i suoi biscottini, prima di dover affrontare "con viva e vibrante soddisfazione" la trafila dei provvedimenti a cui apporre la sua firma, ora perplesso, ora nicchiando, e la rassegna stampa che non propina altro che scandali, attacchi alla sua persona, dichiarazioni squilibrate: al povero (e spassoso) Napolitano non resta altro che chiedere di "abbassare i toni" ed ingoiare il biscottino-rospo!
Abbandonata la pagina politica, Crozza si cala nei panni di altri personaggi: il Papa che non sa più che cosa dire, visto che tutte le affermazioni le hanno già fatte i politici italiani, Massimiliano Fuffas, l’architetto senza un’etica, che cerca di spiegare le complicate concezioni dei designers, con pessimi risultati, il divertentissimo Professor Zichichi che tenta invece di parlare della scienza, ma le sue idee non sono poi così chiare, sebbene se la cavi poi benissimo quando deve parlare di dinamica dei corpi, che si immergono, si intersecano e… si divertono!
La chiusura, com’era pronosticabile in tempi di crisi economica, è per l’interpretazione di Alan Friedman: "uno che ci spiega l’economia parlando come Oliver Hardy". E’ solo un breve accenno quello che Crozza fa del personaggio, ma mette ancora in luce, come fa in tutto lo spettacolo, la confusione regnante che caratterizza questo nostro presente. Ovvio che Maurizio Crozza non può certo darci la ricetta per uscirne, e non è neppure compito suo farlo, ma uno spunto per riflettere è, come sempre, il fatto che a dirci come stanno le cose non sono i governanti, ma i comici!
di Luca Ceccacci
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