Senigallia, termina l’occupazione in via delle Caserme dei locali diocesani
La Diocesi: sono tornati sui loro passi. Il Mezza Canaja: "Non ci tiriamo indietro, così se ne è parlato"
Mercoledì 7 ottobre è terminata l’occupazione dei locali diocesani di via delle Caserme a Senigallia. I due appartamenti sono stati "chiusi" e murati verso le 8 di mattina dopo la constatazione che una parte degli occupanti, la famiglia di origine marocchina, non frequenta i locali da quasi un mese; l’altro ragazzo invece, Felipe, ha chiesto di riprendere il percorso intrapreso prima dell’occupazione con Caritas e Servizi sociali del Comune.
Questa è il succo del comunicato inviato dalla Diocesi di Senigallia. La replica del Mezza Canaja è che, in parole povere, c’è stata una "congiuntura di intenti" tra Comune e Diocesi che ha ostacolato in tutte le maniere questa "soluzione". Si ricorderà sicuramente la questione dell’allaccio delle utenze, che dopo la disponibilità data dalla Multiserviziin seguito della richiesta del Mezza canaja, non si era sbloccata dato il diniego di Comune e Diocesi ai lavoro per il sanamento delle strutture mancanti o malandate.
Nemmeno ad un incontro informale tra Diocesi, Caritas e Centro Sociale si era riusciti a sviluppare percorsi comuni: da una parte l’idea di cercare al più presto una soluzione per coloro che avevano bisogno di un tetto. Dall’altra la volontà di liberare le case velocemente per tornare ad una situazione di "normalità", ai limiti della vivibilità e quindi dell’imbarazzo istituzionale e politico.
"Non ci tiriamo indietro di fronte ad una sconfitta" sostiene Nicola Mancini che prende anche atto che si è fatto di tutto per ostacolare una soluzione al problema case a Senigallia. In fondo già "il fatto che si parli della situazione, cosa che prima non avveniva, è per noi un successo".
di Carlo Leone
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